Il governo ammoderna la base navale Nato di Taranto
Stanziati duecento milioni

Il 12 ottobre il premier Conte con al seguito ben 8 ministri fra cui Lorenzo Guerini (Difesa), Giuseppe Provenzano (Sud e Coesione Territoriale), Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Paola De Micheli (Infrastrutture), Sergio Costa (Ambiente) coadiuvati da uno stuolo di viceministri e sottosegretari con alla testa il pentastellato Mario Turco, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica, hanno annunciato a Taranto un “grande piano di investimenti per la riconversione economica, sociale e culturale del territorio articolato su 5 direttrici fondamentali: Università e ricerca (corso di laurea in medicina, Centro di ricerca merceologico); Infrastrutture (portuali, aeroportuali e stradali); Ambiente e bonifiche; Riqualificazione urbana (banchina torpediniere, base navale, centro storico, isole Cheradi); Sviluppo economico (nel settore della cantieristica, agroalimentare, aerospazio, turistico, con i giochi del Mediterraneo 2026 e acquario green)”.
Per il cosiddetto “cantiere Taranto” è previsto un investimento iniziale di circa 410 milioni di euro di cui oltre la metà, 203 milioni di euro, saranno destinati all'ammodernamento e all'ampliamento della base Nato nel Mar Grande. Mentre alla drammatica emergenza occupazionale, ambientale e sanitaria che ormai da decenni attanaglia la città e colpisce duro le masse popolari tarantine saranno destinati solo pochi spiccioli. Addirittura sulla questione dell'Ilva Conte non ha speso nemmeno una parola durante la conferenza stampa tanto è vero che alla fine della sua visita nel capoluogo pugliese, ai tanti giornalisti che gli hanno fatto notare la gravissima mancanza, a denti stretti ha promesso che “Tornerò a Taranto per una giornata solo su Ilva”.
Segno evidente che il governo Conte 2, come il Conte 1 e tutti gli altri governi borghesi che lo hanno preceduto, più che il lavoro, la “salute e il benessere dei cittadini” ha a cuore prima di tutto gli interessi dell'imperialismo italiano e persegue la stessa politica interventista, militarista, espansionista e guerrafondaia che mira a fare dell'Italia una avanguardia dell'imperialismo europeo sotto l'egida della Nato e al fianco dell'imperialismo Usa.
La conferma sta nel fatto che, nonostante l'incalzare della crisi economica aggravata dalla pandemia, il “Cantiere Taranto” è stato “aperto” il 5 marzo 2020 ed è stato stato subito incardinato presso la presidenza del Consiglio con un iter legislativo super veloce concluso in soli sei mesi. Mentre milioni di lavoratori, studenti, medici, infermieri e personale sanitario sono stati stati abbandonati a se stessi e costretti a subire i decreti dittatoriali di Conte. Non un dito è stato mosso dal governo per dotare gli ospedali e il sistema sanitario di tutti i mezzi e le risorse necessarie per contenere la seconda ondata di contagi ampiamente prevista nei mesi scorsi, per garantire il lavoro e la riapertura delle fabbriche e delle scuole in piena sicurezza.
Mentre il 28 luglio il sottosegretario pentastellato Mario Turco annunciava con grande enfasi che: "Nella seduta di oggi del Cipe, presieduta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato approvato il progetto di ampliamento della Stazione Navale Mar Grande di Taranto”.
L'intervento complessivo - ha spiegato Turco - è di 203 milioni di euro, di cui 191 per l'ammodernamento della Base Navale e 11, 6 milioni per la riqualificazione dell' Area Chiapparo... andremo a realizzare una importante infrastruttura portuale adeguata alle necessità d’ormeggio delle nuove Unità Navali Maggiori ed in genere ai nuovi bisogni operativi della Marina Militare... si tratta di interventi, funzionalmente autonomi, relativi all’ampliamento del molo Rotundi e alla riqualificazione dell’area Chiapparo, ma che fanno parte di un progetto più ampio che riguarda la riallocazione presso la Stazione Navale in Mar Grande delle esistenti funzioni della Marina Militare presso l' ex Stazione Torpediniere nel Mar Piccolo... Con i nuovi spazi che si creeranno nella base di Mar Grande, la più grande infrastruttura della Marina Militare in Italia, la forza armata cederà all’Autorità portuale di Taranto la banchina ex Torpediniere in Mar Piccolo... L’ampliamento della base navale della Marina Militare nel Mar Grande di Taranto consentirà l’ormeggio di 19 navi con i relativi equipaggi... con questo intervento Taranto si conferma nel ruolo di base navale principale, che “risulta essere un volano economico per il comparto navale e meccanico in considerazione dei volumi finanziari dedicati dalla Difesa per le manutenzioni ordinarie e straordinarie nonché dei servizi associati... La base di Taranto – ha concluso Turco - è stata inaugurata nel 2004 dopo lavori cominciati nel 1989 tra opere a mare e opere a terra. All’epoca si attivò l’allora ministro della Difesa, Giovanni Spadolini. La base sorge su un’area di circa 60 ettari, è una vera e propria cittadella militare, dove lavora personale civile e militare. Tutte le più importanti navi della Marina, tra cui le portaerei Garibaldi e Cavour, sono ormeggiate qui. E in questa base attraccano anche le navi delle Marine straniere alleate che arrivano a Taranto”.
La verità è che, come denuncia da tempo l'associazione di volontariato on line PeaceLink: “A Taranto si gioca una delicata partita geostrategica e il governo italiano, che oggi si presenta a Taranto in grande stile, ha subito forti pressioni dal governo americano perché la Cina resti fuori dai piani di investimenti del porto jonico”.
Noi “in questi anni abbiamo ascoltato i cittadini di Taranto, il loro grido di dolore per l’emergenza sanitaria e ambientale. Durante tutta la nostra lunga esperienza mai un solo cittadino ci ha chiesto che si ampliasse la base Nato. Non era una necessità avvertita da nessuno. Eppure a questa cosa non necessaria il governo ha deciso di destinare 200 milioni. È un ampliamento che renderà Taranto una città chiave delle SNF (Standing Naval Forces) che costituiscono il nucleo marittimo della Very High Readiness Joint Task Force del Fianco sud della Nato.
Di tutti i piani per Taranto il più sbagliato e pericoloso è l’ampliamento della base navale Nato, un investimento che nasce non per venire incontro alle esigenze della città ma per ragioni che riguardano le esigenze militari strategiche dell'imperialismo italiano e della Nato.
Questo ingente investimento militare è una spesa che sottrae risorse ad altri settori civili. Ed è in linea con una strategia controproducente per le potenzialità di riconversione. Limiterà gli attori che si possono candidare ad investire a Taranto. Infatti un dossier del Copasir, l’organo parlamentare che si occupa dei servizi segreti e di intelligence , ha posto sotto sorveglianza la base Nato di Taranto (Standing Nato Maritime Group 2 – SNMG2); nel dossier vengono avanzate preoccupazioni per eventuali investimenti della Cina nel porto di Taranto. La questione è ampiamente nota e dibattuta per chi si occupa di intelligence... I cittadini di Taranto, dopo la visita di oggi dei ministri, sapranno che avranno un grande futuro militare. Ma quando andranno a prenotare una risonanza magnetica sapranno che non è disponibile nessun posto da qui ai prossimi mesi. In piena emergenza Covid il sistema che a Taranto serve alla sorveglianza sanitaria è congestionato. A Taranto ogni anno più di mille persone scoprono di avere un tumore e il peso dell’emergenza ambientale richiederebbe un piano straordinario di sorveglianza sanitaria”.
Il fatto è che il governo Conte 2 è interessato più a supportare con ogni mezzo l'interventismo imperialista italiano nel mediterraneo che a garantire il lavoro e la salute alla popolazione di Taranto.

21 ottobre 2020