Reclamando a gran voce lavoro stabile e tutelato
A Milano i lavoratori combattivi scendono in piazza
Suscita attenzione la partecipazione del PMLI

Redazione di Milano
Nell’ambito della mobilitazione indetta dalla mozione dell’Assemblea Nazionale delle Lavoratrici e dei Lavoratori Combattivi, sabato 24 ottobre, a Milano, si sono svolti due presidi, uno alle 14:30 in via Gonzaga sotto la sede dell’INPS e l’altro alle 15:30 in via Pantano davanti alla sede del padronato regionale Assolombarda.
Presenti i sindacati Si Cobas e Slai Cobas, mentre tra i partiti, c'era il PMLI con la sua rossa bandiera portata da militanti della Cellula “Mao” di Milano, che tenevano ben alto il cartello con il manifesto del Partito “Il lavoro prima di tutto”, riprodotto anche nei “corpetti”, che ha attirato l'attenzione tanto di molti manifestanti quanto dei fotografi e degli operatori televisivi. Tra gli altri partiti e organizzazioni con la falce e il martello vi erano il PCL, SA, CARC e FGC.
I vari interventi che si sono susseguiti, avevano una rivendicazione comune, ossia la sicurezza nei luoghi di lavoro, per dire basta alle continue morti, ai molteplici infortuni invalidanti e ai troppi contagi da coronavirus che ogni giorno colpiscono chi lavora. Tante le testimonianze dei lavoratori della sanità, della Grande distribuzione, del facchinaggio (tra i quali molti migranti), degli alberghi che hanno denunciato super sfruttamento, licenziamenti ingiustificati a causa del Covid come accaduto all’Hotel Gallia, che ha chiuso nel periodo del lockdown , lasciando a casa ben 80 lavoratrici e riaprirà a fine mese con nuovo personale. Forte la testimonianza di un lavoratore della GDO che ha smascherato la grande catena di supermercati Esselunga che impone ai lavoratori di disossare le carni in soli tre minuti, causando in tal modo gravi infortuni, come nel caso di un operaio che si è reciso i tendini di un braccio, perdendone l’utilizzo. Un operatore sanitario ha dichiarato che è stato riaperto l’ospedale di Rho alle porte di Milano senza il personale sanitario necessario al suo funzionamento e che lo stesso viene recuperato dagli altri ospedali.
Solo con l’unione e la lotta dei lavoratori si potrà contrastare il tentativo dei padroni di aumentare sfruttamento e disuguaglianze, rivendicando lavoro stabile e tutelato, sanità pubblica, diritto all’istruzione e servizi sociali.

28 ottobre 2020