Tutti in piazza con lo slogan “È ora di riprendere a lottare”
Riuscita giornata di mobilitazione a Torino
Curiosità e interesse dei presenti verso il PMLI. Foto comuni tra giovani FGC e militanti del PMLI

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
Successo della manifestazione organizzata a Torino dai lavoratori e dalle lavoratrici combattivi del Piemonte che, il giorno seguente l'importante sciopero della logistica, hanno dato vita a una fondamentale manifestazione nazionale che, a livello piemontese, si è svolta da Largo Giulio Cesare a Torino.
Il Sindacato Intercategoriale Cobas (S.I.Cobas) ha di fatto portato in piazza oltre 300 lavoratrici e lavoratori determinati a urlare tutta la propria rabbia nei confronti del padronato, rappresentato da Confindustria, diretta da Carlo Bonomi, che richiede a gran voce di poter licenziare a proprio piacimento, intende restaurare un clima fascista all'interno delle aziende e non vuole assolutamente procedere col rinnovo dei contratti.
Durante il presidio hanno preso la parola molti lavoratori migranti che hanno descritto chiaramente cos'è lo sfruttamento padronale nei luoghi di lavoro e, nel loro caso, è doppio sfruttamento in quanto il permesso di soggiorno è vincolato alla condizione lavorativa. Se perdi il lavoro perdi il permesso di soggiorno e diventi clandestino. Questa è la vergognosa legge Bossi-Fini mai abrogata da nessun governo di “centro-sinistra” né, tantomeno, dall'attuale governo Conte a maggioranza PD-M5S.
Ha preso la parola una giovane insegnante precaria della scuola che ha spiegato come la ministra pentastellata Lucia Azzolina non abbia saputo riorganizzare le scuole in modo sicuro ed efficace per contenere l'epidemia di Covid19. La docente ha affermato che gli insegnanti di sostegno non sono presenti in misura anche solo lontanamente sufficiente per aiutare gli studenti con più difficoltà a raggiungere validi obiettivi scolastici e adeguato benessere personale.
Presenti, con slogan mirati e striscioni, gli studenti universitari organizzati dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC). Non poteva certamente mancare l’importante appuntamento l'Organizzazione biellese del PMLI che col proprio cartello “Il lavoro prima di tutto” e la rossa bandiera con falce, martello ed effige di Mao ha catalizzato l'attenzione e curiosità dei presenti tanto che una coppia di napoletani, recentemente trasferiti a Torino per lavoro, hanno assolutamente voluto farsi fotografare davanti al manifesto. Presente anche la sezione di Vercelli del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), diretta dal compagno Lorenzo Mortara, con cui il PMLI.Biella collabora attivamente come nel caso della recente campagna referendaria contro il taglio dei parlamentari. Militanti e simpatizzanti dei due partiti si sono scambiati saluti e informazioni e rinnovata la proposta di realizzare banchini unitari in favore della campagna unitaria “Riconquistiamo il diritto alla salute”.
Al termine del presidio i compagni del PMLI, notando che i ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista indossavano belle t-shirts di Lenin, hanno chiesto loro se gradivano fare una foto tutti insieme per “Il Bolscevico”. I giovani comunisti si sono detti favorevoli e si sono fatti fotografare a pugno chiuso con la bandiera del PMLI. Prontamente un capetto dell'Organizzazione giovanile di Alessandro Mustillo ha impedito che si facessero altre fotografie trattando, a nostro parere, i suoi compagni come oggetti senza volontà e non come coscienti militanti politici. Il capetto ha detto di non conoscere i militanti del PMLI contraddicendosi un istante dopo affermando di essere contro le posizioni politiche del PMLI nei confronti dello Stato Islamico (IS). Il compagno Gabriele Urban, Responsabile dell'Organizzazione di Biella del PMLI, gli ha chiesto di non comportarsi in modo arrogante ricordandogli che la gestione della piazza non era di sua esclusiva competenza.
L’importante manifestazione torinese ha così ribadito l’urgenza di rinnovare tutti i CCNL scaduti apportando notevoli aumenti salariali, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il calo dei ritmi e carichi di lavoro, la salvaguardia della salute sui luoghi di lavoro con nuovi e stringenti protocolli per la prevenzione del contagio da Covid19, l’abolizione definitiva della figura del socio-lavoratore all’interno del mondo delle cooperative sociali ed il permesso di soggiorno per le lavoratrici e lavoratori migranti slegato dalla condizione lavorativa.

28 ottobre 2020