Su iniziativa di Macron
Vertice a Ajaccio del Med-7 per il controllo del Mediterraneo

 
Di fronte a sempre più numerose crisi regionali e in particolare all'aumento delle tensioni nel Mediterraneo, “è più che mai essenziale” la costruzione di una Europa solidale capace di affrontare queste sfide e soprattutto “di difendere con forza e determinazione gli interessi, la sovranità e i diritti sovrani dell'Unione europea e dei suoi stati membri”, recita al primo punto il comunicato finale emesso dal vertice di Ajaccio del 10 settembre per il settimo Vertice dei paesi dell'Unione europea meridionale. Al Med-7, svolto sotto la direzione del padrone di casa, il francese Macron, hanno partecipato i capi di stato e di governo di Cipro, Spagna, Francia, Grecia, Italia, di Malta e del Portogallo.
Quale fosse il bersaglio della levata di scudi dei paesi mediterranei della potenza imperialista europea era scritto in un passo successivo quando solidarizzavano con Cipro e Grecia e condannavano “i ripetuti attacchi alla loro sovranità e ai loro diritti sovrani e altre iniziative aggressive della Turchia”. Iniziative promosse dal fascista turco Erdogan a sostegno delle sue ambizioni egemoni nell'area mediorientale e mediterranea e alimentate da Ankara con l'accordo economico e militare con il governo libico di Tripoli, con la disputa coi due paesi Ue sul limite dei confini marittimi e i conseguenti diritti di sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio scoperti nelle acque del Mediterraneo orientale. Il confronto che attorno a Cipro e nell'Egeo è iniziato con le navi militari turche che facevano sloggiare le navi di ricerca petrolifere francesi e italiane e proteggevano l'attività delle proprie arrivava fino allo speronamento fra la fregata greca Limnos e la turca Kemal Reis nelle acque a Est dell'isola di Rodi lo scorso 13 agosto.
Grecia e Turchia sono entrambi membri dell'alleanza militare imperialista della Nato ma le antenne della Casa Bianca e della flotta Usa sono puntate principalmente verso la Cina, la Russia di Putin resta alla finestra e la questione sembra al momento interessare soprattutto l'imperialismo europeo. Un interesse alimentato dalla spinta della Francia, la leader militare della Ue imperialista, che dalle voglie di intervento nelle ex colonie Siria e Libano, alla Libia e al Mediterraneo orientale sembra voler raccogliere la sfida lanciata dalla Turchia di Erdogan.
In un colloquio telefonico del 7 settembre col presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, Erdogan invitava l'Ue “ad agire in modo responsabile sulle questioni regionali, in particolare il Mediterraneo orientale”, dove la potenza egemone locale turca non vorrebbe concorrenti. E nello stesso momento Ankara dava il via alla annuale esercitazione militare durata alcuni giorni nella Repubblica turca di Cipro del Nord (TRNC), l'entità riconosciuta solo da Ankara; una esercitazione chiamata “Tempesta mediterranea”, che secondo il vicepresidente turco, Fuat Oktay, riaffermava che “le priorità di sicurezza del nostro Paese e della TRNC sono indispensabili”.
Allo squillar delle trombe di guerra dalle coste della Turchia rispondevano a tambur battente quelle altrettanto bellicose del ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, secondo il quale Parigi assieme ad altri paesi Ue aveva già valutato “l’intera gamma di sanzioni che potrebbe essere presa nei confronti della Turchia”. A seguire il presidente Michel ricordava di aver chiarito a Erdogan che “tutte le misure, sia il bastone sia la carota, saranno prese in considerazione” durante il vertice Ue di fine settembre.
Intanto il summit Med-7 di Ajaccio metteva nero su bianco che se la Turchia non cessava le iniziative aggressive e sceglieva la via del dialogo sarebbero partite le sanzioni Ue. E sotto la spinta di Macron i sette paesi si prendevano la delega anche per conto delle istituzioni europee e riaffermavano "la determinazione a usare tutti i mezzi adeguati di risposta dell'Ue a queste azioni aggressive". Una posizione cui si allineava senza problemi anche il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte che nel suo intervento ripeteva che se la Ue “vuole confermare sua leadership nel Mediterraneo deve assolutamente recitare un ruolo all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte deve contribuire anzi promuovere la definizione di un nuovo ordine regionale”, “un'Europa più forte che sappia recitare questo ruolo di leadership, di attore globale nel Mediterraneo, è una risorsa per tutti, per tutte le popolazioni e i cittadini che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo”; magari più per i capitalisti europei cui rispondono le mosse della Ue imperialista, che guarda non solo al Mediterraneo orientale ma “al bacino allargato del Mediterraneo”, ossia allargato anche all'Africa del Sahel, concludeva il suo intervento Conte, un'area verso il quale “noi sette paesi abbiamo il dovere storico e l'imperativo morale di offrire il nostro patrimonio di stabilità, sviluppo e capacità di mediazione”, ossia di controllo egemonico in concorrenza con i “nuovi” arrivati, la Russia di Putin e la sempre più arrogante Turchia di Erdogan.

28 ottobre 2020