Firenze, importante manifestazione unitaria cui ha partecipato il PMLI
In piazza i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello contro il governo e il Dpcm
1.500 manifestanti in corteo sotto la Prefettura, Regione e Confindustria per reclamare libertà, lavoro, scuola, sanità, reddito, ristoro. Solidarietà e richiesta di scarcerazione immediata per i manifestanti arrestati e denunciati durante la manifestazione spontanea della sera precedente
Inneggiato alla dittatura del proletariato e a Marx, Lenin, Stalin e Mao

Redazione di Firenze
Nonostante gli arresti e le denunce della sera precedente (vedi articolo a parte), a Firenze non si fermano le manifestazioni e i cortei di protesta contro i provvedimenti di emergenza imposti a suon di decreti legge dal governo del dittatore antivirus Conte con la complicità delle istituzioni locali che in molti casi emanano ordinanze e delibere interpretative ancora più stringenti e repressive che limitano ulteriormente le libertà costituzionali e realizzano di fatto l'“autonomia differenziata”.
Il 31 ottobre al grido di “Facciamoci sentire: Ora Basta!”, circa mille e cinquecento manifestanti, in gran parte giovani e giovanissimi delle periferie urbane, studentesse e studenti medi e universitari, non si sono lasciati intimorire e coraggiosamente sono scesi di nuovo in piazza per protestare contro le nuove restrizioni imposte dal governo del dittatore antivirus Conte con il DPCM del 24 ottobre, che fra l'altro incrementa la spesa in armamenti di altri 12 miliardi che si aggiungono ai 26 miliardi precedenti, e le ordinanze e le delibere emanate a livello locale dai renziani Eugenio Giani e Dario Nardella, rispettivamente governatore della Toscana e neopodestà di Firenze.
“È inutile fare DPCM, protocolli, ordinanze, tracciamenti e coprifuoco se nel frattempo non si è investito un euro sulla sanità, la scuola e i trasporti” hanno denunciato a più riprese i manifestanti durante il partecipato e combattivo corteo che è partito da via Cavour (davanti alla prefettura e alla Regione) e si è concluso in via Valfonda- Piazza Adua a pochi passi dalla sede di Confindustria.
Alla protesta lanciata dal Centro Popolare Autogestito (CPA Firenze Sud) hanno aderito varie Associazioni, Collettivi, Coordinamenti, Comitati, sindacati di base, Organizzazioni e partiti politici con la bandiera rossa e la falce e martello fra cui il PMLI.
Il corteo è stato caratterizzato da tantissimi striscioni fra cui “Fuori i soldi sanità, scuola, trasporti, casa, sostegno al reddito” e “facciamo pagare la crisi ai padroni”; cartelli contro il governo e le istituzioni locali per i mancati investimenti su sanità, scuola e trasporti, la cassaintegrazione e i rimborsi da fame per lavoratori, artigiani, commercianti e partite Iva; tanti gli slogan contro la repressione poliziesca, i padroni, l'associazione degli industriali locale e il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, rappresentato da un fantoccio, e bersagliato dallo slogan “Confindustria assassina” urlato a più riprese da tutto il corteo.
Lungo il percorso diversi spezzoni del corteo hanno intonato a più riprese “Bandiera rossa” e inneggiato alla dittatura del proletariato, al socialismo, al comunismo e ai maestri del proletariato internazionale Marx, Lenin, Stalin e Mao.
“Le cose non funzionano e andranno sempre peggio perché senza personale, senza assunzioni, senza investimenti strutturali sul settore pubblico non saranno i discorsi alla nazione a tirarci fuori da una situazione sociale e sanitaria che diventa sempre più grave giorno dopo giorno”, hanno aggiunto gli organizzatori che si sono alternati al microfono durante i comizi volanti improvvisati lungo il percorso del corteo esprimendo fra l'altro piena solidarietà e richiesta di scarcerazione immediata per i manifestanti arrestati e denunciati durante la manifestazione spontanea della sera precedente.
“Serve un vero sostegno economico per le migliaia di famiglie ridotte sul lastrico dalla crisi economica... L’unica ricetta che i governi nazionale e locali sanno proporre è la paura e la repressione, la criminalizzazione dei comportamenti individuali, colpevolizzando i giovani, chiamando coprifuochi, chiudendo i parchi e i giardini e forse tra poco anche le scuole. Mentre migliaia di lavoratori restano senza occupazione e senza tutele oppure sono costretti a rischiare la vita sul posto di lavoro, a partire dai lavoratori della sanità, tanto incensati quanto dimenticati”.
Al corteo ha preso parte anche il PMLI sfilato in corteo con le bandiere del Partito e un cartello, superfotografato dai media e da diversi manifestanti, con le parole d'ordine “Il lavoro prima di tutto. Blocco permanente dei licenziamenti. Cassaintegrazione per Covid a salario pieno. 1.200 euro al mese ai senza reddito e ammortizzatori sociali”.
Al concentramento in via Cavour sono state diffuse anche alcune decine di copie del volantino del Partito dal titolo “Il PMLI appoggia le manifestazioni contro il DPCM”.
In contemporanea si è svolto anche un flash mob organizzato da un centinaio di esercenti in Piazza San Lorenzo, organizzato dai commercianti di via Faenza e San Lorenzo per denunciare che, anche noi: "Siamo arrabbiati perché le istituzioni non sono state in grado in sette mesi di organizzare sanità e trasporti e adesso danno di nuovo la colpa a noi. Anche al mercato centrale abbiamo avuto un notevole calo degli acquisti".

4 novembre 2020