Lettere


 

Sono interessato all'opuscolo di Scuderi “Da Marx a Mao”
Care/i compagne/i,
sarebbe di mio interesse disporre dell'opuscolo n. 17 del compagno Giovanni Scuderi: "Da Marx a Mao".
Abitando in Svizzera vi prego di indicarmi gli estremi bancari per i pagamenti dall'estero.
Saluti comunisti.
Massimiliano Ay, Segretario generale del Partito comunista (Svizzera)
 

Non cedere ma lottare contro la dittatura antivirus
Giustamente "Il Bolscevico" n. 37 dedica ben 5 pagine alle lotte di piazza contro il nuovo Dpcm del dittatore antivirus.
"Il Bolscevico" accentua la necessità di difendere strenuamente i diritti costituzionali intangibili, a cominciare dal diritto di sciopero e di manifestazione; nonché il diritto al lavoro, alla sanità, alla scuola e, nel rispetto delle norme basilari di sicurezza, anche il diritto alla mobilità (importante anche il resto, ovviamente, sul necessario contrasto alle proposte fasciste relative agli anziani). Si tratta, come il nostro giornale sottolinea in altra pagina, della più grave crisi del capitalismo da molto tempo (ormai possiamo dire che persino la crisi del 2008 ha avuto conseguenze complessivamente minori). Che tale crisi sia "teleguidata" o meno, forse non lo sapremo mai con certezza o forse tra molto tempo, anche se il sospetto è legittimo: come si può pensare che il capitalismo non voglia far morire pensionati che "gravano sull'erario" (questa la concezione capitalistica, che il governatore della Liguria Toti ha espresso più spudoratamente ma in qualche modo più "onestamente" di altri, che si limitano a pensarlo), che non voglia far precipitare nella miseria lavoratori che comunque, anche in condizioni "normali" mantiene solo a livello di sussistenza?
Spesso si crede che i Maestri non si siano confrontati con queste problematiche, essendo le condizioni storiche, dunque economiche e politiche diverse. Ciò non è vero, perché, al di là del "gap" storico che ci divide di circa un secolo, proprio nei Maestri troviamo indicazioni preziose. Prendiamo ad esempio Lenin: "Ecco in che cosa consiste tutta la guerra attuale (egli scrive nel 1921, non si riferisce qui alla Prima guerra mondiale, ma a quella tra capitalismo e socialismo): chi vincerà? chi saprà approfittare prima della situazione? Il capitalista, al quale noi stessi apriamo la porta e perfino alcune porte, oppure il potere statale proletario (noi dovremmo dire, nella nostra condizione attuale: l'opposizione proletaria o la resistenza proletaria)... È indiscutibile, e chiunque lo può vedere, che nonostante un flagello spaventoso come la carestia, un miglioramento della situazione della popolazione, a prescindere dal flagello di cui sopra, si è avuto proprio in seguito al mutamento della nostra politica economica " (Rapporto al II Congresso dei Centri di Educazione Politica per la Nuova Politica Economica, 17 ottobre 1921 in Opere Complete, Vol. 33, p.50). Qui il lettore marxista-leninista capisce benissimo la differenza assoluta tra l'URSS del 1921 e l'Italia-Europa di oggi.
Come si vede, pur da questa breve citazione, dove però bisogna aggiungere che Lenin insiste, contro il revisionismo trotzkista, sulla necessità di coinvolgere attivamente i contadini e di non fare "salti in avanti" improvvidi quanto disorganicamente improvvisi (su ciò "Il Bolscevico" insiste peraltro sempre, ossia sui pericoli di "fughe in avanti" ribellistiche e non rivoluzionarie, di tipo anarcoide), la possibilità, anche in presenza di una crisi così grave, di vincere o almeno di non cedere alle richieste del padronato e del governo ma anche dell'opposizione che lo esprimono-rappresentano, c'è, come la carestia, che purtroppo è già nei fatti, con una situazione spaventosa in termini di disoccupazione e di fame (non metaforicamente intesa, ma del tutto reale) per ampi settori del proletariato.
Eugen Galasso - Firenze
 

Adesso preferisco di gran lunga la Terza Internazionale
Compagni,
solo adesso mi rendo conto dell'enormità che ho fatto: su 43,8 anni che sono stato comunista sono stato per ben 24,8 anni o eurocomunista o antistalinista o trotzkista e solo per 19 anni un comunista serio.
In pratica antistalinismo e trotskismo sono sinonimo di corruzione. In pratica ho sposato le tesi della Quarta Internazionale che ha 82 anni e ha come ideologie il trotzkismo e l'antistalinismo! Io adesso preferisco di gran lunga la Terza Internazionale.
Giancarlo - Padova
 

Nella scuola italiana, in tempi d’emergenza, c’è chi esalta la sanguinosa prima guerra mondiale imperialista
“In questo giorno il nostro reverente pensiero va a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là vi rimase. Una gioventù lontana dai prudenti, dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte per dire: io c’ero. Giovani che vollero essere altro, non con le declamazioni, ma con le opere, con l’esempio consapevoli che un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee. Non solo le confessa e le professa, ma le attesta, le prova e le realizza. Combatterono per dare un senso alla vita, alla vita di tutti, comunque essi la pensino. Per questo quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all’appello serale del comandante: Presente!”.
È il testo integrale della nota inviata il 4 novembre 2020 a tutti gli studenti delle scuole marchigiane dal dottor Marco Ugo Filisetti, direttore scolastico regionale (ministero dell’Istruzione) in occasione della ricorrenza della fine della Prima guerra mondiale (4 novembre 1918), e giorno in cui si festeggiano in Italia le forze armate. Certamente una delle pagine più nere della scuola italiana repubblicana, folle esaltazione della guerra e del più bieco militarismo, con più di un riflesso nostalgico per la manipolazione storica e i disvalori del ventennio fascista. Un comunicato, quello del dirigente, che fortunatamente ha scatenato critiche e polemiche in ampi settori del mondo politico, sindacale ed educativo e che, speriamo, venga prontamente censurato dal MIUR e dalla ministra Lucia Azzolina magari con una pesante sanzione per il proprio funzionario in mimetica, fez e moschetto.
I Comitati di base della Scuola delle Marche scrivono: “Con toni da Istituto Luce, come armato di libro e moschetto, citando Giovanni Gentile e addirittura parafrasando il Benito Mussolini del Discorso sulla fondazione dei fasci di combattimento del 1919, ecco Marco Ugo Filisetti lanciarsi in una cialtronesca esaltazione della Prima Guerra Mondiale, condita con il classico armamentario di corbellerie fascistoidi: i motti tipici, l’esaltazione del coraggioso maschio italico e, naturalmente, il disprezzo per quei pavidi che si sono opposti - spesso a costo della vita, aggiungiamo noi -, a un conflitto che nulla ha avuto di eroico e che ha causato milioni di morti, infierendo soprattutto sulle classi più deboli”.
Il pensiero bellico-fascista del funzionario MIUR non è una detestabile anomalia nel panorama scolastico-educativo nazionale. Gli ultimi anni sono stati segnati infatti dal proliferare nelle scuole di ogni ordine e grado di convegni, incontri e testimonianze con la particolarità che i narratori e interpreti unici della Prima guerra mondiale, chiamati a fare da formatori, sono stati generali e ammiragli, ufficiali e sottufficiali. Nei loro racconti agli studenti di ogni età, quella guerra è tornata ad essere “grande”; “grandi” anche la “vittoria” e il “Paese” risorto dalla sconfitta di Caporetto; e sono stati pure sdoganati nelle aule i “valori” del primo dopoguerra e del fascismo: la Patria, la Nazione, il Dovere, il Sacrificio, l’Unità e l’Identità degli italiani, ecc. Un frasario ideologico che è stato riprodotto anche nei documenti ufficiali del ministero dell’Istruzione. Se ci fosse stato pure il riferimento alla vittoria mutilata, le differenze con i proclami letti da podestà e arditi davanti ai figli della lupa del Ventennio sarebbero state impercettibili.
Antonio Mazzeo - Messina

11 novembre 2020