G8 di Genova
Promossi due poliziotti condannati per la mattanza alla Diaz
Gravissima decisione della ministra Lamorgese e del capo della polizia Gabrielli
Il governo deve cancellare le promozioni di Troiani e Gava

 
I funzionari di polizia Pietro Troiani e Salvatore Gava che parteciparono all’irruzione nella scuola Diaz di Genova la sera del 21 luglio 2001 sono stati promossi entrambi a vicequestori, il 28 ottobre scorso, dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal capo della polizia Franco Gabrielli.
Troiani introdusse due molotov nell’edificio mentre Gava ne accertò il "ritrovamento", volto poi a giustificare la bestiale violenza alla quale furono sottoposti i manifestanti che dormivano nella scuola, legati al Genoa Social Forum, 93 dei quali furono poi arrestati, di questi ben 63 dovettero però prima essere ricoverati in ospedale, mentre il giornalista inglese Mark Covell a causa delle violenze subite finì addirittura in coma.
In seguito alla vicenda la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia in due diverse occasioni, nel 2015 e 2017, riconoscendo che le "forze dell’ordine" avevano commesso dei veri e propri atti di tortura.
Per questa vicenda i due aguzzini sono stati condannati in via definitiva a 3 anni e 8 mesi di carcere e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia ha dichiarato: "Desta sconcerto il fatto che funzionari di polizia condannati per violazioni dei diritti umani restino in servizio e, anzi, vengano promossi a ulteriori incarichi. In un periodo di grande tensione, nel quale sono bersaglio di azioni violente nelle strade italiane, le forze di polizia dovrebbero impegnarsi nel gestire le operazioni di ordine pubblico nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. I loro dirigenti dovrebbero fare di tutto perché, proprio in momenti come questi, si rafforzi il rapporto di fiducia tra cittadini e forze di polizia. Decisioni come quelle del 28 ottobre rischiano al contrario di indebolirlo. Alla vigilia del ventesimo anniversario dei gravissimi fatti di Genova e nella costante assenza di rimedi legislativi a una delle cause che li favorirono, ossia la mancanza di codici identificativi per le forze di polizia, provvedimento che Amnesty International Italia chiede da anni, queste promozioni suonano come un’offesa alle centinaia di persone che vennero arrestate, detenute arbitrariamente e torturate in quella pagina nera della storia italiana".
Il caso dei due funzionari non è certo isolato, basti pensare a Gianni De Gennaro, all'epoca dei fatti capo della polizia, processato e assolto in una sentenza assai controversa appunto per l’irruzione alla Diaz, che ha poi scalato i vertici degli apparati statali diventando addirittura sottosegretario durante il governo Monti e fu poi designato alla presidenza di Finmeccanica durante il governo Letta. Eppure fu lo stesso Gabrielli a dichiarare pubblicamente che a Genova nel 2001 “ci fu tortura” e che lui al posto di De Gennaro si sarebbe dimesso.
Vi è poi il caso di Gilberto Caldarozzi, condannato a tre anni e otto mesi perché firmò i verbali che attestavano l'esistenza di prove fasulle usate appunto contro i manifestanti all'interno della Diaz, fu promosso alla vicepresidenza della Direzione Investigativa Antimafia dall'allora ministro dell'interno del Pd Marco Minniti.
Quindi Francesco Gratteri, diventato responsabile della Direzione anticrimine centrale, e Vincenzo Canterini, entrambi condannati in via definitiva sempre per i fatti della Diaz, il primo è diventato responsabile della Direzione anticrimine centrale, il secondo è diventato Questore.
Non ci sono solo funzionari in carriera collegati ai fatti di Genova, ricordiamo anche il caso di Francesco Zerilli, autore di una serie di cariche ‘a freddo’, nel 2012 in pieno centro a Livorno nei confronti di alcuni manifestanti e contro gli operai della ThyssenKrupp a rischio licenziamento nei pressi della Stazione Termini a Roma nel 2014. Anche lui ha ottenuto una promozione, come Fabio Ciccimarra condannato a 2 anni e 8 mesi (poi prescritti) per il sequestro dei manifestanti nella caserma Rainero durante il G7 di Napoli promosso, sempre da Gabrielli, come Resident espert in Montenegro.
Potremmo continuare a lungo con la lista dei promossi coinvolti in fatti di sangue e repressione citando i casi di Renato Cortese, oggi Questore a Palermo, i fratelli Massimo e Maurizio Improta, figli del Prefetto Umberto Improta, vicinissmo al Viminale negli anni '70 e così via.
Il regime neofascista e il governo Conte che ne fa le veci rivendicano quasi come merito professionale la loro condotta e i loro sporchi e violenti servigi, invece di espellerli e allontanarli per sempre , in barba poi alla separazione dei poteri dello stato e all'indipendenza della (marcia) magistratura borghese che pure li ha condannati, sia pure anni dopo le vicende, per la brutalità delle violenze e le menzogne propinate alle vittime e ai manifestanti, a dimostrazione del fatto che la condotta ignobile di costoro inerente innanzitutto ai fatti di Genova del 2001, fu voluta e protetta dalle massime cariche del regime neofascista e dal governo del delinquente Berlusconi allora in carica, rispetto al quale l'attuale governo si muove in perfetta e inquietante continuità, ennesima riprova che siamo in un regime neofascista che, oggi più di ieri, è intenzionato a reprimere con la forza la lotta di classe, il dissenso e la libertà d'informazione, in piena pandemia e mentre il popolo italiano, a differenza dei padroni vive la più tragica crisi economica, sociale e sanitaria dal dopoguerra ad oggi.
Anche queste "promozioni sul campo" dimostrano che è necessario che la lotta di classe continui e che è indispensabile abbattere da sinistra e dalla piazza il governo del dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista neofascista.

11 novembre 2020