Calabria
Conte nomina il discusso Zuccatelli nuovo commissario alla sanità al posto dell'inetto Cotticelli da lui stesso nominato

Dopo la tardiva uscita di scena dell'ex generale a Cinquestelle Saverio Cotticelli, nominato dallo stesso Conte il 7 dicembre 2018 commissario ad acta alla sanità calabrese e costretto alle dimissioni il 7 novembre 2020 in seguito al grottesco show televisivo inscenato davanti alle telecamere della trasmissione televisiva di Raitre “Titolo V” nel corso di un'intervista andata in onda venerdì 6 novembre, ci si aspettava la nomina di un nuovo commissario “competente, capace e meritevole”, con un “alto profilo professionale” e soprattutto lontano dalle logiche spartitorie dei partiti in grado di mettere mano alla disastrosa situazione della sanità in Calabria.
E invece niente. Perché con la nomina del chiacchieratissimo Giuseppe Zuccatelli, ex ferro vecchio del PCI revisionista, riciclato in Leu, proposto dal ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, sponsorizzato dal ministro bersaniano della Salute Roberto Speranza e imposto da Conte “per decreto... con effetto immediato”, il sistema sanitario calabrese rischia adesso di finire letteralmente dalla padella di Cotticelli nelle brace di Zuccatelli.
Basta dare un'occhiata alla sua “folgorante” carriera politica, professionale e personale, per capire che Zuccatelli non è certo “il commissario che i calabresi meritano... pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità”, come ha spiegato Conte al momento del conferimento dell'incarico.
76 anni, ex presidente Agenas (servizi sanitari regionali) Zuccatelli da quarant'anni gira in lungo e in largo tutta l'Italia collezionando incarichi in campo sanitario. Ex militante del PCI revisionista, consigliere comunale a Cesena e poi per tanti anni segretario di sezione; bersaniano come il suo sponsor politico il ministro della Salute Roberto Speranza, recentemente candidato e trombato alla Camera con Liberi e Uguali, Zuccatelli, già commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio e del Policlinico Materdomini di Catanzaro, aveva ottenuto il suo ultimo incarico sempre in Calabria dove, nel febbraio scorso, era stato nominato anche Commissario dell’ASP di Cosenza con risultati a dir poco discutibili. Su tutti la scandalosa vicenda scoppiata nel maggio scorso in piena emergenza Covid per le migliaia di tamponi chiusi in frigorifero e non processati e l'altrettanto scandalosa vicenda che ha coinvolto la Rsa di Villa Toranode dove gli agenti delle pompe funebri se ne stavano tutto il giorno sdraiati sui divani della hall senza far niente.
Per non parlare dei tanti video facilmente reperibili in rete in cui Zuccatelli esprime le sue convinzioni negazioniste e per giunta con un linguaggio a dir poco offensivo verso le vittime del Covid. Il 27 maggio scorso, mentre il Paese faceva ancora la conta dei morti e dei contagiati, Zuccatelli continuava ripetere che: “la mascherina non serve a un cazzo! Sapete cosa serve? La distanza. Per beccarti il virus, se io fossi positivo, tu devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca altrimenti non te lo becchi il virus. Il virus si becca solo se le gocce di saliva ti arrivano per 15/20 minuti addosso”. In un altro video, girato appena un mese prima, il 25 aprile, durante un confronto con un'associazione di femministe a Cosenza Zuccatelli esordiva: “Sapete quante cose molto più pericolose del Covid ci sono in giro? Io, ad esempio, ho paura quando vedo un camion con le bombole del gas” poi vestendo i panni dell'esperto e alle sue interlocutrici consigliava su come vincere la paura da coronavirus: “Scop...te adesso che ce la potete fare! Avete l’età giusta, e gli ormoni giusti. Datevi da fare, che io il mio ... ormai lo uso solo come un catetere”.
Insomma peggio del suo predecessore Cotticelli il quale nella suddetta intervista a Rai3 prima confessa candidamente di non sapere che la responsabilità di redigere il piano anti-Covid per la Calabria – da poco entrata nella zona rossa – era di sua esclusiva competenza; e poi dagli schermi de La7 cerca di giustificare la sua inettitudine impapocchiando addirittura il sospetto di essere stato drogato e di non essersi reso conto di parlare a un giornalista.
Sarebbero queste le persone “capaci, meritevoli e competenti” con cui il governo Conte vorrebbe fronteggiare l'emergenza sanitaria?
Affidando pieni poteri sulla sanità a gente come Zuccatelli che nei mesi scorsi ha bocciato la proposta, ampiamente condivisa a livello regionale, di realizzare un centro anticovid nel padiglione di Villa Bianca a Catanzaro?
La verità è che i commissariamenti della sanità pubblica nelle regioni del Sud decretati nel corso degli ultimi decenni sia dai governi di “centro-destra” che di “centro-sinistra” e dai Cinquestelle e Lega e affidati a generali in pensione (Carabinieri, Finanza) o a manager di dubbie competenze manageriali e nessun principio morale hanno ridotto sul lastrico e smantellato tutto il sistema sanitario del Sud Italia operando tagli lineari al personale e chiudendo ospedali, pronti soccorso, laboratori, Rsa e altre strutture sanitarie pubbliche.
Questo spiega perché in piena pandemia, la Calabria, pur essendo tra le regioni con il minor numero di contagi, è stata inserita in zona rossa proprio perché i servizi sanitari pubblici non sono in grado di affrontare nemmeno una emergenza influenzale, figurarsi l'epidemia da covid 19 che ora rischia provocare una ecatombe in tutto il Sud Italia.

11 novembre 2020