Lettere


 

Con Engels e con Marx si chiuse definitivamente la preistoria del proletariato
Con Engels e con Marx si chiude definitivamente la preistoria del proletariato e si schiude la nuova fase storica contraddistinta dalla lotta del proletariato per l'emancipazione e per il socialismo. Ma il proletariato non potrà mai prendere il posto che la storia gli ha assegnato se non si trasformerà da classe in sé, a classe per sé, cosciente che senza il potere politico non ha niente e che con il potere politico ha tutto.
Giovanni - provincia di Sassari
 

Importante la ripubblicazione dei documenti del PMLI. Si evince che la pratica dà ragione alla politica del PMLI
Importante questa ripubblicazione da parte de "Il Bolscevico" n. 38 di un brano tratto dal Discorso conclusivo del Segretario generale del PMLI al Congresso di Fondazione dell'11 aprile 1977. Il compagno Giovanni Scuderi vi ribadisce che il Partito "ha un corpo unico e solidale, un solo cuore e una sola volontà", che esso "è estremamente sensibile in tutte le sue parti; guai a chi osasse fare del male al nostro Partito, guai a chi osasse toccare un solo compagno, guai a chi osasse tentare di cambiare la linea politica proletaria rivoluzionaria del nostro amato Partito".
Contro i revisionisti e gli scissionisti il PMLI (basta guardare con attenzione la storia del Partito per rendersene conto) ha sempre saputo non solo difendersi, ma anche ribadire la linea che il Comitato Centrale aveva tracciato fin dall'inizio; credo sia necessario studiare e ristudiare i fondamentali testi "Il socialismo è l'avvenire della classe operaia e dei lavoratori italiani", 1986, che comprende gli Atti del Terzo Congresso del PMLI del dicembre 1985, unitamente a molti documenti storici, come anche "Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita rossa e socialista", 2009, con gli atti del 5° Congresso del PMLI e moltissimi documenti storici, dove la ricostruzione storica si lega sempre con la riflessione sull'attualità ma anche tutti gli opuscoli contenenti gli scritti e i discorsi di Scuderi.
Come dimostrano i recenti interventi (nel citato n. 38, rispettivamente a p. 3 e a p. 15) che sono acutissime analisi e veri manifesti programmatici di politica interna, il primo "Basta con la dittatura dei DPCM", e di politica estera il secondo "Biden batte Trump", dove vediamo da un lato la necessità di difendere le libertà costituzionali, palesemente lese dai vari DPCM, che ledono in primis la lotta di classe e, dall'altro come la "democrazia Usa" tanto esaltata dalla borghesia sia mera finzione e mera illusione per addormentare le masse, dove siamo ben lontani dalla constatazione del teorico della "sinistra libertaria" Usa Noam Chomsky, che si limita a dire che i due fondamentali partiti degli States sono "due facce della stessa medaglia" e dunque anche i candidati della presidenza, in quanto a Chomsky manca la conoscenza marxista-leninista, che demistifica la democrazia borghese tout court.
Come giustamente rileva ancora il Segretario generale in questo storico, fondamentale documento di ormai quasi 43 anni fa, "c'è ancora una lunga strada, difficile e irta, ma entusiasmante... da percorrere, non da soli, ma con una moltitudine di altri compagni, che dovremo strappare dalle grinfie putride e infette del revisionismo moderno". E qui vediamo ancora una volta come il PMLI sia l'unica forza politica in Italia, ma anche una delle pochissime nel mondo a ribadire quanto afferma Mao, ossia che "La politica d'un partito rivoluzionario è il punto di partenza di tutta la sua azione pratica e si manifesta nello sviluppo e nel compimento delle attività di questo partito. Ogni azione d'un partito rivoluzionario è l'applicazione della sua politica... Soltanto attraverso la pratica del popolo, cioè attraverso l'esperienza popolare, possiamo verificare se una politica è giusta o errata e determinare in quale misura essa è giusta o errata " (Mao, "Sulla politica relativa all'industria e al commercio", 27 febbraio 1948).
Ebbene: la pratica del popolo dà ragione alla politica del PMLI. Che esso abbia ancora da divenire un Gigante Rosso è da addebitare alla continua, insidiosa azione dei mass-media, dove per es. a "Dritto e rovescio" di Paolo Del Debbio non molto tempo fa un compagno del PMLI è stato interrotto e zittito in malo modo. Ma gli esempi potrebbero essere enumerati quasi all'infinito.
Eugen Galasso - Firenze
 

È giusto contestare la burocrazia cartacea e digitale della scuola
Negli ultimi tempi, ho notato in alcune colleghe e colleghi un eccesso di zelo e di fiscalismo burocratico. In un periodo di grave crisi sociale ed economica, di emergenza di tipo sanitario, nonché di sofferenza, disagio e inquietudine esistenziale dei ragazzi, visto che la DaD è quello che è, mi permetto di osservare che un po' di empatia e di comprensione in più da parte degli insegnanti, forse non guasterebbe. Anzi, servirebbe a non far detestare oltremodo la DaD ai nostri allievi.
A dispetto di altre/i colleghe/i che la pensano in modo diverso, io non mi riparo dietro veli di ipocrisia, né mi dissimulo dietro maschere di circostanza. Ogni volta tiro un mezzo sospiro di sollievo per aver concluso una riunione inutile, oppure un corso di formazione che non mi trasmette assolutamente nulla, tranne una ulteriore, ennesima conferma che la scuola odierna è (vi piaccia o meno, e così) alla mercé dei burocrati ottusi e dei loro tirapiedi. E chiunque osasse mettere in dubbio o in discussione tale "regime" vigente, rischierebbe di incappare nelle maglie della censura, ovvero nel biasimo morale da parte del capo, se non addirittura nell'iscrizione in una sorta indice o di categoria etica infamante, quella dei "fannulloni".
Ma contestare un tale "sistema" non equivale a sottrarsi al proprio dovere, a costo di far fronte ad un lavoraccio di tipo burocratico. Al contrario, provare a contestare un siffatto modello di istruzione, ovvero una visione della scuola che pone in cima all'agenda le scartoffie, le circolari, i format, i verbali, la "muffa" della burocrazia cartacea e digitale, rispetto agli allievi in carne e ossa e alle loro esigenze culturali, affettive, psicologiche e formative, per me è un diritto-dovere sacrosanto, poiché sono un docente, e cioè un intellettuale che ha una mente pensante e una coscienza civica, etica e critica. Una scuola che si regge su cumuli di inutili circolari, scartoffie ammuffite, è solo la tomba di ogni sapere, di ogni conoscenza e cognizione, ma altresì di ogni autentica, preziosa ed effettiva competenza tecnica derivante dallo studio e dallo scibile umano.
Lucio Garofalo - Lioni (Avellino)

25 novembre 2020