Nella Puglia “zona rossa”
Essere la voce e gli occhi dei braccianti supersfruttati, specie in tempi di pandemia

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Putignano del PMLI
Purtroppo stiamo combattendo contro una epidemia e il governo ne approfitta di parlare solo di quello e nasconde gli altri problemi che sono il cancro di questa società come le mafie, il lavoro in nero e i salari bassi.
Noi abbiamo il compito e il dovere di continuare a denunciare chi sfrutta le masse e tra le masse ci sono i braccianti agricoli che sono stati dimenticati. Nessuno ne parla. Invece bisogna essere la loro voce e i loro occhi così insieme possiamo comprendere cosa succede.
Proviamo a metterci nei panni di un bracciante agricolo che in questo periodo va alla raccolta delle olive che è abbastanza pesante. Deve alzarsi presto e spostarsi di paese in paese. E con la zona rossa come fa? Poi fa una giornata di lavoro sotto gli alberi o raccogliendo e spostando le reti, che è una grande fatica, dalle 7 alle 17 con una sola pausa se va bene, con i padroni che ti urlano pure se cade una sola oliva per terra. E non devi permetterti di lamentarti perché quell'oliva vale più di te.
Quando tutto finisce rimetti a posto e torni con le ultime forze a casa sempre sperando di non venir fermato e rischiare di prendere una multa, se non sei un lavoratore regolare.
E cosa ci guadagna un bracciante agricolo a parte i dolori di schiena? Un salario basso di 35 euro a giornata, se va bene, perché altrimenti potrebbe essere anche di 30 euro. Vuoi denunciare gli sfruttatori? Non puoi se lavori in nero. Se ti fai male sono fatti tuoi e rimani senza lavoro e senza paga. Casomai arriva un controllo tu sei costretto a dire che è il primo giorno. Se invece sei assicurato e provi a denunciare l'infortunio rischi di non trovare più lavoro e comunque il salario rimane un salario da fame.

25 novembre 2020