Per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso
Arrestato il presidente del Consiglio regionale della Calabria Tallini (FI)

 
Giovedì 19 novembre nell'ambito dell'operazione ''Farmabusiness'' dei carabinieri dei Comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, riguardanti l'operatività della cosca di 'ndrangheta Grande Aracri di Cutro (Crotone), sono state coinvolte complessivamente 19 persone, destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Dda.
Le accuse vanno dall'associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
"Le emergenze investigate hanno riguardato l'operatività della cosca di 'ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell'area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest'ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca. In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri. Sono state inoltre documentate la realizzazione e l'operatività da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità. È stato accertato anche il ruolo di professionisti ed imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell'iniziativa imprenditoriale della cosca, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi” viene precisato in una nota dei carabinieri.
Dalla Procura di Catanzaro in una nota si specifica: “È emerso come articolazioni della ‘ndrangheta su due distinti binari: controllo del territorio e infiltrazioni di carattere imprenditoriale. E di questo ci siamo occupati approfondenti su una vicenda per l’avvio di una società base a Catanzaro finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali, farmaci da banco e prodotti parafarmaceutici con la realizzazione di una fitta rete in franchising di farmacie e parafarmacie. Dal 2016 abbiamo documentato una ventina di farmacie in Calabria, alcune in Puglia e una in Emilia Romagna”.
Il riferimento è al “caso Farmaeko srl”, la società che gestisce un marchio di parafarmacie che, dietro lauti pagamenti da parte di disoccupati e aspiranti piccoli imprenditori, ha in realtà frodato migliaia di persone.
Tra gli arrestati considerati al servizio della cosca anche Domenico “Mimmo” Tallini, presidente del consiglio regionale di FI, originario di Catanzaro.
Per gli inquirenti, in cambio di voti alle ultime regionali e a quelle del 2014 avrebbe assicurato alla 'ndrina il supporto per accelerare l’iter burocratico per l’ottenimento di autorizzazioni per l’avvio delle attività ottenendo in cambio persino l'assunzione del figlio Giuseppe Tallini nella società Farmaeko.
Per lui si ipotizza anche il 416 bis dato il ruolo apicale nel rapporto con la cosca e con i colletti bianchi legati ai mafiosi, secondo gli inquirenti infatti: concorreva nella partecipazione all’associazione di ‘ndrangheta dei Grande Aracri di Cutro in quanto, in qualità di assessore regionale fino al 2014, e quindi candidato alle elezioni regionali del 2014, e successivamente quale consigliere regionale, forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa, promettendo e assicurando in cambio del sostegno elettorale – promesso ed attuato da parte del sodalizio – la sua disponibilità nei confronti dell’organizzazione ‘ndranghetistica, al fine di garantire ai referenti del sodalizio medesimo, le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi, dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici, onde realizzare lo scopo del sodalizio del controllo della specifica attività economica.
In particolare, intervenendo presso gli uffici pubblici, al fine di agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio delle necessarie autorizzazioni nella realizzazione del “Consorzio Farma Italia” e della società Farmaeko Srl, che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti “medicinali da banco” sul territorio nazionale, promuoveva la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale e concorreva ad indurre i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione. Ancora, pur consapevole dei reimpiego dei capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo ‘ndranghetistico, concorreva nei progetti commerciali inerenti la distribuzione dei farmaci, ed imponeva, nella struttura societaria Farmaeko Srl, l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Giuseppe Tallini, così da contribuire all’evoluzione imprenditoriale del Consorzio Farmaceutico, fornendo il suo contributo nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare”.
Che Tallini fosse un mafioso lo si sapeva da tempo, tanto che fu considerato “impresentabile” anche dalla (inutile) commissione parlamentare antimafia presieduta dall'oscuro senatore cosentino Nicola Morra del M5S alla vigilia delle regionali di quest'anno.
Ma il suo potere criminale è tale da riuscire non solo a farsi rieleggere ma ad imporre alla defunta presidente della giunta regionale, Jole Santelli di FI, addirittura la presidenza del consiglio regionale.
Riguardo alla Santelli va detto che la sua scomparsa per cancro non cancella i gravi crimini contro il popolo italiano, calabrese e cosentino dei quali si è macchiata al servizio di Berlusconi e della 'ndrangheta, basti pensare che era la stessa vicepresidente di Morra in commissione antimafia, si veda “Il Bolscevico” N 2/2020. (e mo basta pare la vogliano fare santa e dedicarle una strada a cosenza! per quali meriti? per avere distrutto il comune con quel delinquente di Occhiuto?)
Oltre che mafioso Tallini è anche fascista, razzista e ignorante, come fascista, razzista e ignorante è il vicepresidente facente funzioni della regione Nino Spirlì della Lega (ebbene si abbiamo un presidente leghista:il mondo alla rovescia!) e come lo fu la stessa Santelli.
Mimmo Tallini, ex dipendente Enel, classe 1952, da oltre 40 anni in politica, inizia la sua parabola politico-mafiosa nelle fogne del Movimento Sociale Italiano di Catanzaro, in città sono ancora note le sue “prodezze” come picchiatore, poi il passaggio, insieme ad alcuni ex ordinovisti e piduisti alla fallimentare esperienza delle leghe meridionali secessioniste dei primi anni '90, tra le quali ''Calabria Libera'', quindi l'approdo alla corte di Berlusconi, con una breve passaggio nell'Udeur di Mastella, più volte consigliere comunale e regionale, assessore regionale con il fascista malripulito e condannato Giuseppe Scopelliti, è il principale sponsor politico del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, eletto con ottomila preferenze alle ultime regionali, fra le sue ''perle'' da presidente del consiglio regionale alcune dichiarazioni: “il fascismo non era razzista ma è stato accusato 'volgarmente' di essere tale” beatificando la ''cultura'' del regime che avrebbe fra l'altro civilizzato l'Africa, tanto che “i Negus erano riconoscenti e facevano il saluto fascista”...”questo è il nostro concetto di civiltà”, che hanno fatto il paio con quelle gravissime dello stesso Spirlì di qualche mese fa che ha rivendicato il diritto di chiamare le persone di colore e gli omosessuali “negri e froci”.
Il suo arresto era nell'aria da tempo, come vengono ipotizzati altri arresti data la compenetrazione totale tra i politicanti borghesi locali di destra e di “sinistra” e la 'ndrangheta, cosa peraltro palesemente ammessa da parte della stessa Santelli pochi mesi fa (vedi Il Bolscevico n. 18/2020).
Ennesimo spaccato del marciume delle forze politiche borghesi nella regione più povera d'Italia, dichiarata zona rossa dal governo non tanto per l'indice di contagio del virus, ma per la mancanza delle strutture sanitarie pubbliche, progressivamente smantellate dalle scellerate e criminali politiche sanitarie neofasciste, federaliste e filomafiose di questi decenni.
Da questo punto di vista noi marxisti-leninisti non tifiamo affatto per la venuta di Gino Strada in Calabria come commissario straordinario per l'emergenza Covid, urge lottare per la sanità pubblica, gratuita, senza ticket e per riconquistare il diritto alla salute, espropriando senza indennizzo i pescecani della sanità privata, lottando nell'immediato per il pieno ripristino dei diritti costituzionali sospesi dal dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista neofascista e per il reddito di emergenza di 1200 euro a tutti i disoccupati e i senza reddito, salvaguardando l'occupazione e la cassa integrazione.
La Questione meridionale, le mafie, la corruzione, il fascismo, il razzismo, l'omofobia, lo sfascio sanitario, le devastazioni ambientali (si veda la città di Crotone) e tutte le infinite “delizie” del capitalismo potranno essere liquidate e distrutte solo con il socialismo e con la conquista del potere politico da parte del proletariato.

25 novembre 2020