“Basta soldi alla sanità privata”
In piazza per riattivare l'ospedale Vittorio Emanuele di Catania
Difendere, rafforzare e rifinanziare la sanità pubblica. Attiva partecipazione del PMLI

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Nel tardo pomeriggio di martedì 1° dicembre si è svolto davanti i cancelli dell'ex ospedale Vittorio Emanuele (OVE), ormai chiuso da qualche anno, un presidio fiaccolata, indetto dalla rete "Sanità al collasso riattiviamo l'ospedale Vittorio Emanuele di Catania" composta da medici, infermieri, operatori sanitari, addetti alle pulizie, associazioni, gruppi, organizzazioni e sindacati. Una serata di lotta e unità che ha visto in piazza, insieme a tanti catanesi l'USB, il PCL, la FGC, il PMLI e tante altre realtà dell'associazionismo.
“A Catania si aprono i centri commerciali e si chiudono gli ospedali” – tuonano i manifestanti. Nell'OVE “ci sono addirittura dei padiglioni integri mentre si cercano di creare centri Covid nelle strutture private. È il momento di schierarci al fianco di tutti gli operatori e operatrici sanitari che da tempo ormai denunciano una pessima gestione del Sistema Sanitario e che chiedono interventi senza essere ascoltati. Per rinforzare la sanità pubblica, renderla sempre più accessibile e vicina alle persone. Contro lo smantellamento del sistema sanitario e le continue privatizzazioni. Per riattivare gli ospedali in disuso”.
Nei loro interventi durante l'assemblea mentre da una parte si denuncia che "con la decurtazione di 37 miliardi di euro alla sanità pubblica, si deve non finanziare più la sanità privata”, dall'altra sale il grido di allarme che “l'emergenza del covid19 e la mancanza di strutture e personale sanitario sta colpendo la medicina preventiva con nove milioni di test in meno che mettono a rischio la salute e la vita di molti cittadini. “Non abbiamo più tempo da perdere è arrivato il momento" denuncia durante il presidio una lavoratrice della sanità.
Sotto accusa il governatore della regione siciliana, il fascista Nello Musumeci, per come ha gestito e sta gestendo l'emergenza sanitaria: "andavano aumentati i posti letto, tamponi e tracciamento, invece cosa è arrivato? L'aumento delle pensioni e dell'assegno di fine mandato dei deputati dell'ARS".
Il PMLI ha partecipato al presidio fiaccolata con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania condividendo le motivazioni e unendosi con gli organizzatori per chiedere la riapertura del presidio sanitario strategico per il quartiere e per tutta la città di Catania. I compagni portavano i manifesti "Il lavoro prima di tutto" e lo storico "Non siamo sulla stessa barca". Distribuito il volantino "Il PMLI appoggia le manifestazioni contro il DPCM". Il compagno Sesto Schembri è intervenuto a nome del Partito sostenendo che la sanità nel sistema capitalistico, non è vista come servizio essenziale e universale ma è oggetto di profitto e mercificazione. E che per liberarci dall'oppressione e dalle logiche di mercato e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo serve il socialismo.


9 dicembre 2020