Guatemala
Le masse in piazza costringono il governo a ritirare la legge di bilancio

 
In piena crisi economica e sociale, cui si sono aggiunte la crisi sanitaria per la pandemia da Covid 19 e le distruzioni degli uragani Eta e Iota, il governo guatemalteco del presidente di destra Alejandro Giammattei ha varato una legge di bilancio per il 2021 caratterizzata da pesanti tagli alle già insufficienti risorse per le spese sociali a fronte dei bisogni di quasi il 60% delle masse popolari che sopravvive con un reddito sotto la soglia ufficiale di povertà e con oltre due terzi dei bambini fino a 5 anni che soffrono di denutrizione. L'approvazione della legge da parte del parlamento di Città del Guatemala lo scorso 18 novembre ha fatto da detonatore allo scoppio della rabbia popolare, già alimentata dall'inefficienza e dalla corruzione del governo nella gestione della pandemia e per l'abbandono delle comunità colpite dagli uragani, che ha avuto il culmine nella grande manifestazione del 21 novembre nella capitale che costringeva il governo a sospendere la legge di bilancio.
Più di 500mila manifestanti riempivano il centro di Città del Guatemala e assediavano la sede del parlamento in piazza del Congresso gridando slogan contro la corruzione che dilaga nelle istituzioni borghesi guatemalteche e chiedendo le dimissioni del presidente Giammattei e del suo esecutivo. Un gruppo di manifestanti riusciva a sfonda la porta d’ingresso e le finestre della sede del Congresso e a entrare nell'edificio.
Le opposizioni denunciavano fra l'altro le responsabilità criminali del governo nell’affrontare la pandemia, la corruzione che si è mangiata i fondi stanziati mentre non ci sono più soldi per pagare il personale sanitario, per l’acquisto dei medicinali e dei dispositivi di protezione. Uno scandalo che ha già costretto alle dimissioni il ministro della Sanità nel paese che ha avuto finora il maggior numero di morti Covid 19, oltre 4 mila, e uno dei tassi di mortalità più alti nella regione dell’America centrale e dei Caraibi. Anche il vicepresidente Guillermo Castillo chiedeva al presidente di dimettersi ma Giammattei rispondeva affrontando le manifestazioni con la pesante repressione della polizia, con gli arresti e la minaccia di chiedere l'aiuto militare dell'Osa, l’Organizzazione degli Stati americani controllata dall'imperialismo Usa, contro "la grave minaccia costituzionale" rappresentata dalla protesta popolare.
Una protesta delle opposizioni che continuava con la richiesta del rilascio dei manifestanti arrestati e le dimissioni del ministro dell’Interno e del capo della polizia. E intanto incassava l'importante risultato della bocciatura della legge di bilancio, prima ritirata con una procedura non corretta dalla giunta direttiva del Congresso in accordo con alcuni capigruppo parlamentari dei partiti di maggioranza e poi cancellata formalmente dal parlamento nella seduta del 25 novembre.

9 dicembre 2020