Interrogativo del Comitato 'Noi denunceremo'
“Le 35mila morti sono dovute, almeno in parte, all'assenza di un piano nazionale anti-pandemia”?

Il comitato dei parenti delle vittime della pandemia di coronavirus “Noi denunceremo” - dopo avere esaminato un rapporto del generale dell'esercito italiano in pensione Pier Paolo Lunelli, già comandante della Scuola per la difesa nucleare, batteriologica e chimica - si pone il serio e fondato dubbio che le oltre 35mila vittime italiane siano in gran parte dovute all’assenza di un piano nazionale aggiornato volto a contrastare emergenze epidemiologiche, e chiama in causa il governo.
Infatti sia lo studio di 65 pagine del generale Lunelli sia un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono fondatamente che - nonostante in aprile il direttore generale del ministero della salute avesse menzionato in un'intervista al Corriere della Sera un piano di emergenza redatto a gennaio 2020 e poi secretato - l’ultimo aggiornamento del piano sanitario governativo risalga realisticamente al 2006, ossia a quattordici anni fa, e sia stato assolutamente obsoleto per affrontare la pandemia di coronavirus del 2020.
Il comitato ora pretende trasparenza al governo, anche alla luce delle decine di migliaia di morti: “Ci chiediamo - si legge in una nota del presidente del comitato, Stefano Fusco - quale fosse l’esigenza di redigere un nuovo piano di emergenza se non a dimostrazione dell’inaffidabilità di quelli precedenti, o della vera e propria mancanza di un piano operativo di emergenza che fosse attendibile e testato” . “A nome dei familiari delle vittime – continua Fusco, evidentemente scettico sulla necessità di secretazione del piano del 2020 - chiediamo alle autorità che questo piano segreto sia declassificato e reso pubblico” .
Verità e chiarezza sono indispensabili alla luce del fatto che dal rapporto del generale Lunelli, presentato alla stampa il 10 settembre scorso, emerge che si sarebbero potute salvare 10mila persone qualora l'Italia fosse stata in possesso di un piano sanitario contro le epidemie costantemente aggiornato secondo le linee guida dettate, e costantemente aggiornate, sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sia dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie.
L’Italia, sostiene Lunelli, non ha aggiornato il proprio piano contro le epidemie nel 2017, quando Organizzazione Mondiale della Sanità a livello mondiale e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie a livello europeo indicarono nuove linee guida. È vero che esiste un piano per la pandemia da influenza pubblicato sul sito del ministero della Salute che indica l’ultimo aggiornamento al 15 dicembre 2016, ma secondo l'esperto l’aggiornamento non sarebbe altro che una riproposizione delle linee guida del 2006, del tutto obsolete e inefficaci per far fronte all'attuale pandemia di coronavirus.
Il rapporto del generale Lunelli è stato acquisito dalla procura della Repubblica di Bergamo che sta indagando, per ora contro ignoti, sull'ipotesi di reato di epidemia colposa in relazione alla mancata istituzione della zona rossa nell'area dei comuni di Nembro e Alzano Lombardo.

9 dicembre 2020