Francia
“Marce della Libertà” contro Macron, la sicurezza globale e i pestaggi della polizia
Il governo promette di riscrivere l'articolo 24 ma gli antifascisti ne chiedono la cancellazione, insieme agli articoli 21 e 22

 
Sabato 28 novembre grande successo delle marce per la libertà e contro la legge sulla sicurezza globale e la violenza della polizia a cui hanno partecipato 500.000 manifestanti in tutta la Francia.
La manifestazioni sono state indette contro l'articolo 24 della legge sulla “sicurezza globale” che prevede la limitazione nella diffusione di foto e video di poliziotti con pene fino a un anno di carcere e multe di 45mila euro per i trasgressori.
Presi di mira in particolare il prefetto di polizia di Parigi, Didier Lallement, accusato del violento sgombero di un accampamento di migranti in place de la Republique e il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, considerato la mente, insieme al presidente Macron, della restrizione degli spazi di democrazia borghese, per reprimere la lotta di classe e contro i migranti.
La protesta sull'articolo 24,21 e 22 della suddetta legge, è stata amplificata anche per il filmato che documenta il pestaggio di Michel Zecler, un produttore musicale che ha raccontato anche di aver subito pesanti insulti razzisti da parte degli agenti, come mostra inequivocabilmente un video circolante in rete, che ha portato al fermo dei quattro poliziotti coinvolti nel pestaggio.
Più in generale i manifestanti, espressione dei sindacati, degli antifascisti, dei migranti, di partiti e movimenti di sinistra, hanno posto sotto accusa la politica economica antipopolare di Macron e del governo, la quale in piena pandemia continua a produrre miseria e limitare le libertà costituzionali a tutto vantaggio della classe dominante borghese, basti pensare all'interventismo all'estero, particolarmente infame perché i soldi delle criminali e costosissime operazioni militari avrebbero potuto essere usati per contrastare la pandemia, per la sanità e contro la povertà dilagante.
Il coordinamento “StopLoiS Sécurité Globale”, che riunisce in particolare i sindacati dei giornalisti e le associazioni per i diritti umani in un comunicato ha affermato:
“È il popolo della libertà che ha marciato in tutta la Francia per dire al governo che non vuole la sua legge sulla sicurezza globale, che rifiuta la sorveglianza generalizzata e i droni, che vuole essere in grado di filmare e Diffondere gli interventi delle forze dell'ordine. Non possiamo accettare che una manciata di persone imponga con la forza la loro strategia di protesta a centinaia di migliaia di altri manifestanti pacifici, questo movimento è solo agli inizi, il giubilo popolare e la folla che canta slogan felici e pieni di speranza ci impongono di continuare questa lotta nei prossimi giorni per lo Stato di diritto, per la democrazia, per la Repubblica”.
Il forte e partecipato movimento di protesta di queste settimane in tutto il paese ha ottenuto uno stop all'approvazione definitiva della legge ma, aldilà delle chiacchiere di Macron e del premier Jean Castex, l'impressione è che si vada solo verso una riscrittura, non verso la cancellazione, a dimostrazione del fatto che i governanti francesi temono le proteste e l'acuirsi della lotta di classe e sembrano voler andare dritti sulla strada della repressione violenta di ogni dissenso, come dimostrano gli arresti di 22 manifestanti parigini durante la manifestazione del 5 dicembre scorso a Parigi.
La protesta si allarga di giorno in giorno, segno che le masse popolari francesi non ne possono davvero più della politica lacrime, sangue e manganello di Macron e compari al servizio della borghesia francese e della Ue imperialista.

9 dicembre 2020