Lo rileva il Rapporto Oxfam
Il Covid arricchisce le multinazionali
Le 32 aziende più grandi hanno guadagnato nel 2020 oltre 100 miliardi
La pandemia produrrà mezzo miliardo di nuovi poveri

 
Nel suo rapporto intitolato “Potere, profitti e pandemia”, pubblicato il 10 settembre scorso a distanza di circa sei mesi dall'inizio della pandemia di coronavirus, l'Oxfam rileva, dall'elaborazione dei dati economici di quest'anno rapportati con quelli dell'anno scorso, che nel 2020 nel mondo ci sono già mezzo miliardo di nuovi poveri in più a causa della pandemia, e che d'altra parte le 32 aziende più grandi del mondo hanno guadagnato finora 109 miliardi di dollari in più, di cui l’88% andrà a remunerare gli azionisti.
Dal rapporto si evince che a livello globale alcune grandi multinazionali - in modo particolare i colossi tecnologici, farmaceutici e del commercio online - stanno registrando, senza particolari meriti produttivi, livelli di utili mai raggiunti in precedenza, approfittando della domanda eccezionale dei loro beni e servizi causata dalla pandemia, e applicando incrementi ingiustificati dei prezzi.
Dall’inizio della pandemia 100 grandi multinazionali quotate in Borsa hanno visto una crescita del proprio valore azionario di oltre 3mila miliardi di dollari, e i patrimoni finanziari dei 25 più facoltosi miliardari al mondo hanno registrato un incremento di ben 255 miliardi di dollari tra la metà di marzo e la fine di maggio.
Il rapporto evidenzia il fatto che alcune multinazionali, oltre che speculare sulla pandemia, hanno di fatto contribuito ad aggravarne l’impatto economico sulle collettività dei Paesi colpiti, perché hanno destinato utili stratosferici agli azionisti anziché investirli in prevenzione e profilassi sanitaria, in attività di ricerca e sviluppo, in tecnologie che vadano a vantaggio del clima, in riconversione dei processi produttivi, nonché, e questo vale soprattutto per i colossi legati al mondo del web, nel pagamento di una adeguata quota di imposte, tale da generare risorse pubbliche necessarie alla ripresa.
Oxfam ha infatti calcolato che quattro tra le più grandi aziende tecnologiche del mondo - Google, Apple, Facebook e Amazon - sono in procinto di realizzare complessivamente quest’anno quasi 27 miliardi di dollari di profitti in più rispetto all'anno scorso, e che la sola Microsoft sia destinata a realizzare 19 miliardi di dollari di utili in più quest’anno rispetto alla media del quadriennio precedente. Gran parte di questi profitti maggiori viene utilizzata da questi colossi per remunerare gli azionisti, tanto che, per fare soltanto un esempio, da gennaio, in base ai dati forniti dalle stesse aziende, Microsoft e Google hanno elargito ai propri azionisti rispettivamente 21 e 15 miliardi di dollari.
Dal rapporto si evince che anche le multinazionali farmaceutiche hanno visto incrementare in modo macroscopico i propri profitti: le 7 società farmaceutiche analizzate da Oxfam stanno già realizzando in media un margine di profitto del 21% e 6 di esse guadagneranno 12 miliardi di dollari in più durante la pandemia rispetto alla media degli ultimi 4 anni: ad esempio, Merck quest'anno guadagnerà 4,9 miliardi in più rispetto allo scorso anno, mentre Johnson & Johnson e Roche conseguiranno profitti maggiori per oltre 3 miliardi di dollari ciascuna.
Restando nel settore farmaceutico, tre delle più importanti aziende statunitensi che stanno lavorando allo sviluppo di vaccini per il Covid19, avvantaggiate anche da ingenti investimenti pubblici - Johnson & Johnson, Merck e Pfizer - hanno già distribuito dal mese di gennaio fino agli inizi di settembre ben 16 miliardi di dollari ai propri azionisti.
L'aumento vertiginoso dei profitti, peraltro, non significa creazione di ulteriore occupazione, perché la multinazionale petrolifera Chevron ha annunciato licenziamenti fino al 15% del proprio personale in tutto il mondo, nonostante nel primo trimestre dell’anno abbia distribuito dividendi per un ammontare superiore agli utili del periodo, e la più grande industria del cemento della Nigeria, la Dangote Cement, ha già licenziato dall'inizio dell'anno oltre 3.000 lavoratori, pur prevedendo di corrispondere nel 2020 agli azionisti il 136% di profitti in più rispetto allo scorso anno.
Se chi era già ricco lo diventa ancora di più, al contrario Oxfam stima che nel mondo quest'anno ci saranno 500 milioni di poveri in più rispetto allo scorso anno, perché la pandemia ha provocato un drastico impoverimento di larghi strati della società che già si trovavano in crisi: si pensi, solo per fare un esempio, alle tante imprese, soprattutto nel settore terziario, che hanno già chiuso o che dovranno chiudere l'attività licenziando i dipendenti, si pensi ai tanti lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che già sopravvivevano prima dell'inizio della crisi sanitaria.
È chiaro che tutto ciò mette sotto accusa, come se ce ne fosse ancora bisogno, il sistema capitalista globale, il quale non si ferma neppure di fronte alla più grave crisi sanitaria degli ultimi cento anni pur di generare profitti a favore di una ristrettissima cerchia di privilegiati, incurante delle condizioni di miliardi di esseri umani nel mondo, e mette in discussione il ruolo degli Stati borghesi, i quali ormai altro non sono che burattini nelle mani di multinazionali che, da un punto di vista economico, dettano legge ai singoli Stati nazionali, i quali si dimostrano sempre più incapaci a risolvere i problemi sociali che ovunque nel mondo stanno drammaticamente esplodendo, accelerati dalla pandemia.
L'antidoto al virus capitalista lo si può trovare solo ed esclusivamente nel socialismo.

9 dicembre 2020