Conte indagato per peculato e abuso d'ufficio
Avrebbe utilizzato la scorta per proteggere la sua compagna

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine a carico del premier Giuseppe Conte con l'ipotesi di peculato e abuso d'ufficio.
Al vaglio del procuratore capo di Roma Michele Prestipino e dei Pubblici ministeri (Pm) di piazzale Clodio, Carlo Villani e dell'aggiunto Paolo Ielo, c’è l’intervento degli uomini di scorta del premier, il 26 ottobre scorso, per proteggere la sua compagna, Olivia Paladino, inseguita da una troupe de “Le Iene” che intendeva rivolgerle alcune domande in merito ai presunti favoritismi (patteggiamento e depenalizzazione del mancato versamento della tassa di soggiorno) di cui risulta beneficiario Cesare Paladino, padre di Olivia e suocero di Conte.
Cesare Paladino, infatti, è uno degli albergatori più noti e importanti di Roma, proprietario del prestigioso Grand Hotel Plaza, un albergo a cinque stelle situato nella centralissima via del Corso.
I magistrati, che hanno ascoltato l’inviato de “Le Iene” Filippo Roma, come persona informata sui fatti, a breve decideranno se inviare l’incartamento al tribunale dei ministri.
Sulla vicenda è stata presentata anche una relazione di servizio al ministero dell’Interno, in cui viene spiegato che la scorta si trovava in “osservazione e controllo al di sotto dell’abitazione della compagna del premier” perché Conte si trovava nell’appartamento e i poliziotti attendevano la sua uscita imminente.
Nella relazione il Viminale precisa inoltre che, appena uscita di casa la Paladino viene avvicinata dalla troupe televisiva e subito dopo, per sottrarsi alle domande di Roma, la compagna del premier si rifugia in un supermercato situato di fronte all’abitazione. A quel punto c’è stato un momento di concitazione che ha richiamato l’attenzione di un poliziotto della scorta che è stato chiamato in causa da un addetto del supermercato perché “una signora era in difficoltà”. Uno degli uomini della scorta del premier è quindi intervenuto per favorire l’uscita della Paladino, la quale, dopo aver consegnato una borsa a un terzo signore presente all'interno del supermercato, ha fatto rientro a casa a piedi senza utilizzare l’auto blu.
Conte, secondo la relazione del Viminale, non è stato informato in tempo reale, ma è venuto a conoscenza della vicenda soltanto in un secondo tempo, informato dalla stessa compagna e dagli uomini della scorta.
La stessa identica versione dei fatti l'ha fornita la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese la quale, durante il question time alla Camera, ha confermato che “La scorta era sul posto perché c'era il premier nell'abitazione”; Olivia Paladino "appariva turbata" e, dopo essere uscita dal supermercato, in seguito alla segnalazione dello stesso titolare che ha chiesto l'intervento di un operatore della scorta, è stata riaccompagnata da quest'ultimo a poche decine di metri verso la sua abitazione, dove in quel momento c'era il premier e, per questo, la scorta all'esterno.
"La persona alla quale la signora Paladino prima di lasciare il negozio ha consegnato una borsa - ha aggiunto la ministra - non era un operatore del servizio di tutela del presidente Conte bensì uno dei titolari dell'esercizio commerciale", dove quest'ultima era andata.
In realtà, dall'interrogatorio e dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla Iena Filippo Roma emergono grossi dubbi sulla versione fornita dal Viminale e dalla ministra Lamorgese.
Roma ha detto ai magistrati di essersi piazzato sotto casa di Paladino sin dalle 7 del mattino e di non aver mai visto né gli agenti della scorta appostati di fronte, né auto blu.
Roma ha rivelato di essersi appostato insieme al suo cameraman dalle 7 di mattina: "Lei è uscita di casa alle 11. Abbiamo tenuto sott'occhio il portone dell'abitazione della Paladino e non c'era nessun uomo della scorta, non c'era un'anima" e smentisce categoricamente anche quanto scritto nell’informativa inviata al ministero dell’Interno perché: "Sarebbe molto grave se, in piena pandemia, il premier stesse ancora a poltrire in casa... Inoltre la distanza era davvero minima dal portone di casa – spiega ancora Roma alla Stampa - . Se la scorta fosse stata lì sarebbero intervenuti subito, invece è passato qualche minuto. E poco prima ho visto Olivia mettersi al telefono".
Insomma, la tesi è che gli agenti si siano mossi da Palazzo Chigi dopo una chiamata. E lo stesso Roma ha detto di aver ricevuto nei minuti successivi una telefonata da Rocco Casalino, portavoce del premier.
Non solo. Roma ha aggiunto che, dalle informazioni in suo possesso, risulta che Conte quella stessa mattina stesse lavorando: "Alle 11:30 era in collegamento a Palazzo Chigi per la cerimonia in onore di Willy Monteiro Duarte. Quindi in realtà, probabilmente, non stava a casa".
La conferma arriva proprio dal sito del governo dove viene riportato che il premier il 26 ottobre è intervenuto in video-collegamento alla cerimonia in onore del 21enne ucciso a Colleferro che si è svolta presso l'Istituto Tecnico Industriale Statale "Michele Maria Milano" di Polistena.
Staremo a vedere: intanto la procura di Roma ha inviato gli atti relativi all'indagine al Tribunale dei ministri che, entro 90 giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il Pm, può decidere l'archiviazione (nel qual caso il decreto non è impugnabile) oppure trasmettere gli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica per chiedere l'autorizzazione a procedere.

9 dicembre 2020