Lettere

 

Vorrei sviluppare le mie relazioni col PMLI
Vorrei sapere come posso procedere per sviluppare ulteriormente le relazioni col PMLI come anche per promuovere la sua ideologia qui negli Stati Uniti, anche perché da noi non esiste un autentico movimento di comunisti.
Alex - California (Stati Uniti d’America)
 

Nutro un costante e continuato affetto per Stalin
Amati compagni del PMLI,
vi annuncio che adesso solamente sono riuscito ad eguagliare come PMLI 3.222 giorni il lungo periodo trascorso con Rifondazione Trotzkista (dal 1992 al 2002). Il Prc era stato fondato nel 1991 ma è solo nel 1992 che vi hanno aderito i trotzkisti Ferrando e Grisolia. Il PMLI invece è sempre stato stalinista.
Poi allo stesso tempo sono 3.422 giorni che sono uno stalinista convinto (e questo per me significa un costante e continuato affetto per Stalin) tanto quanto sono stato dentro tutto il PRC che però è sempre stato antistalinista.
Vi invierò una donazione.
Saluti marxisti-leninisti per la grande causa di Lenin-Stalin.
Giancarlo - Padova
 

Alla faccia di Regeni e dei diritti umani, l’Eni fa nuovi affari milionari con l’Egitto
Nessuna collaborazione da parte delle autorità politiche, militari e giudiziarie egiziane all’inchiesta per individuare i responsabili della tragica morte di Giulio Regeni? Una proroga di 45 giorni dell’ingiusta e ignobile detenzione nel carcere del Cairo dello studente dell’Università degli Studi di Bologna Patrick Zaky? Pazienza, poco importa in Italia. Meglio invece continuare a vendere armi al regime del generale al-Sisi e fare ottimi affari con il petrolio e il gas che si nascondono nelle acque e nei deserti del grande Paese nord-africano.
Il 1° dicembre 2020 al Cairo, l’ENI, il colosso degli idrocarburi controllato in parte dallo Stato italiano, ha firmato una serie di accordi con la Repubblica Araba d’Egitto e le due aziende pubbliche egiziane che operano nel settore petrolifero e dell’estrazione del gas naturale (l’Egyptian General Petroleum Corporation e l’Egyptian Natural Gas Holding Company) per riavviare la funzionalità dell’impianto di liquefazione della città portuale di Damietta, nel Delta del Nilo, a partire del primo trimestre del 2021. Gli accordi prevedono inoltre il rafforzamento dell’ENI nel controllo azionario dell’impianto di liquefazione di Damietta.
L’ENI è presente in Egitto sin dal lontano 1954 e attualmente opera nell’esplorazione e nella produzione petrolifera, nella raffinazione, nell’estrazione del gas e nella chimica. La produzione petrolifera annuale è valutata in 27 milioni di barili; quella di gas in 15,6 miliardi di m³, mentre la produzione di idrocarburi è di 129 milioni di barili.
Nell’ambito della concessione “Nour North Sinai” l’ENI opera con una quota del 40%. Nella concessione, che è in partecipazione con Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS), Eni è operatore con una quota del 40%, BP con il 25%, la Mubadala Petroleum (una controllata di Mubadala Investment Company, compagnia d’investimenti statale degli Emirati Arabi Uniti) con il 20%, mentre Tharwa Petroleum Company (compagnia statale egiziana) con il restante 15%. L’inedita partnership internazionale per la gestione delle risorse energetiche del Mediterraneo orientale dimostra come di fronte al dio profitto non ci sono ragioni geo-politiche e militari che tengano. Nella vicina Libia, infatti, Roma ed Abu Dhabi - con le rispettive holding petrolifere - si trovano su fronti contrapposti: la prima a fianco del regime di Tripoli guidato da Al-Sarray, gli emirati invece a fianco dell’Esercito Nazionale Libico del generale Haftar, congiuntamente con il neo-faraone d’Egitto al-Sisi.
In verità è stato proprio il gruppo italiano a favorire l’ingresso dei capitali emiratini nelle attività esplorative in Sinai: nel dicembre 2018 ENI aveva ceduto infatti una parte delle proprie quote della concessione esplorativa Nour alla Mubadala Petroleum con lo scopo dichiarato di “rafforzare ulteriormente” la propria collaborazione con la compagnia di Abu Dhabi.
Molte delle concessioni ENI sono state prorogate pochi mesi fa dalle autorità egiziane sino alla fine del 2030.
Antonio Mazzeo – Messina
 

16 dicembre 2020