Il bavaglio a chi disturba il manovratore
Nardella pretende 165mila euro da Montanari perché l'ha criticato
Il sindaco voluto da Renzi a Firenze ricorre alla querela civile per zittire un fiero oppositore cattolico democratico. Montanari: “Ce la metterò tutta perché questa improvvida causa diventi una grande questione civile, non solo fiorentina”. Solidarietà da numerose associazioni. Lanciato l'“appello per Firenze, del modello di sviluppo di Firenze discutiamone in piazza non nei tribunali”

Redazione di Firenze
“Il sindaco Dario Nardella e la giunta (Giachi, Bettini, Del Re, Funaro, Gianassi, Giorgetti, Guccione, Martini, Sacchi, Vannucci) della mia che città mi chiedono i danni in sede civile, per un totale di 165 mila euro. Lo fanno 'in proprio e quale sindaco' e 'quali assessori': se dovessero mai vincere, però, i miei soldi andrebbero a loro, non alla città. Lo fanno per una risposta di 34 parole data a Report l’8 giugno scorso. Eccola: 'Firenze è una città in svendita. È una città all’incanto, è una città che se la piglia chi offre di più, e gli amministratori di Firenze sono al servizio di questi capitali stranieri'”.
Così Tomaso Montanari apre il suo articolo su Il Fatto Quotidiano del 14 dicembre scorso in cui denuncia la persecuzione di cui è bersaglio da parte del sindaco PD Dario Nardella, solerte successore di Matteo Renzi nell'opera di privatizzazione, cementificazione e svendita di Firenze.
La frase incriminata è stata pronunciata durante un'intervista a corredo di un'approfondita inchiesta di Report sulla svendita di Firenze. Renzi e Nardella hanno puntato tutto sul turismo di lusso, mettendo la bellezza della città del Giglio al servizio di magnati di tutto il mondo; la pandemia di coronavirus ha oggi inceppato questo meccanismo rivelando tutta la sua debolezza e scelleratezza. La privatizzazione di importanti beni storici e culturali perseguita dalla giunta, il mercato privato di immobili di lusso hanno visto crollare le valutazioni almeno della metà, l'inchiesta del programma di RaiTre ha puntato i fari sulle compravendite a prezzi stracciati, spesso condotte da fondi di investimento esteri di cui non si conoscono i finanziatori.
Nel concreto Montanari con la frase incriminata chiudeva un lungo ragionamento sulla teleferica che dovrebbe esser costruita nel tutelatissimo Giardino di Boboli per portare i clienti nel “resort” a 5 stelle in cui sarà trasformato l’ex convento e ospedale militare di San Giorgio alla Costa, bene pubblico alienato a privati (la multinazionale Lionstone Development del magnate argentino Alfredo Lowenstein).
Nardella e la sua giunta hanno scelto di colpire Montanari non solo per la dichiarazione in sé ma soprattutto perché egli è da tempo una spina nel fianco di Renzi e dei suoi accoliti.
Per fargli pagare la sua opposizione Nardella ha scelto il modo più vigliacco, una citazione in sede civile per una cifra astronomica; in sede penale la pena pecuniaria per il reato di diffamazione è una multa tra i 258 e i 2.582 euro. Questo dimostra che Nardella e la sua giunta non vogliono tanto tutelare il loro operato quanto stroncare economicamente Montanari. Un atto neofascista e vigliacco per soffocare ogni critica, che valga come censura preventiva per tutti i giornalisti e oppositori, più poveri o free-lance privi della copertura di una forte proprietà, a stare attenti a non pestare i calli agli onnipotenti amministratori comunali. Mettere il bavaglio all'informazione è uno degli obiettivi del regime neofascista e il metodo delle denunce in sede civile con richieste di indennizzo da capogiro è una delle strade.
Montanari, a cui va tutta la nostra solidarietà, non si è lasciato intimidire e nel suo articolo dichiara: “Ce la metterò tutta perché questa improvvida causa diventi una grande questione civile, non solo fiorentina”.
Ha immediatamente raccolto la solidarietà di oltre 30 associazioni e comitati cittadini che il 16 dicembre hanno scritto al sindaco e alla giunta in cui dichiarano: “Con questa lettera siamo a dichiararvi che condividiamo appieno la dichiarazione di Montanari che ci pare di una evidenza lapalissiana; le azioni di codesta giunta ed anche di quelle precedenti sono state sempre caratterizzate da un progetto politico di svendita del patrimonio immobiliare fiorentino, spesso caratterizzato da beni di grande pregio artistico e storico”.
È stato inoltre lanciato un “appello per Firenze, del modello di sviluppo di Firenze discutiamone in piazza non nei tribunali” che trova fra i primi firmatari Daniele Calosi (segretario della Fiom-Cgil fiorentina) e Andrea Bigalli (referente per la Toscana di Libera) a testimonianza dell'ampiezza che ha raggiunto lo sdegno per l'operato di Nardella. Invitiamo a firmare l'appello raggiungibile al link https://firenzedemocratica.wordpress.com/.
 
Note biografiche su Tomaso Montanari
Tomaso Montanari è un coraggioso e apprezzato storico dell'arte, impegnato sul piano politico e sociale. Si è rivelato un fiero oppositore cattolico democratico al referendum costituzionale renziano del 2016, fondatore e animatore del Comitato per il No, non ha mancato di bollare Renzi per la sua politica sui beni culturali, le sue iniziative antisindacali, si è schierato contro i decreti “sicurezza” di Salvini e per il boicottaggio del salone del libro di Torino del 2019 perché aveva deciso di ospitare i fascisti di CasaPound.
Residente nell'Oltrarno, una delle zone di Firenze più snaturate e violentate dalla mercificazione della città, nel novembre 2019 è stato fra i promotori di una mobilitazione per risolvere i problemi degli abitanti. Dal 2017 al 2019 è stato presidente di Libertà e Giustizia.
Montanari si distingue per la rara capacità, tra gli intellettuali, di indagare la storia dell'arte anche di epoche lontane con tutti e due i piedi, e anche la testa, piantati nel presente, sempre attento a schierarsi dalla parte della collettività e degli indifesi contro i soprusi e l'arroganza dei potenti, siano essi alla testa di amministrazioni pubbliche o di grandi gruppi privati. Professore ordinario di Storia dell'Arte moderna all'Università per stranieri di Siena, dopo aver insegnato alla Federico II di Napoli e alla Tor Vergata di Roma, è considerato uno dei massimi esperti europei dell'arte europea dell'età barocca, cui ha dedicato oltre cento saggi in riviste scientifiche e sedi editoriali prestigiose, presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle Arti del Ministero per i Beni Culturali, membro del Comitato scientifico degli Uffizi, membro del Consiglio nazionale di Italia Nostra.
Montanari scrive su Il Fatto Quotidiano e altri quotidiani e fino al 2013 ha scritto anche per il Corriere Fiorentino , supplemento del Corriere della Sera, col quale ha interrotto la collaborazione per incompatibilità con “la linea del giornale”, la rottura fu causata dalla pubblicazione di un capitolo assai critico nei confronti dell'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi nel libro “Le pietre e il popolo” (2013).
È stato in vario modo corteggiato da partiti e istituzioni. Nel 2013 riceve dall'allora presidente della Repubblica l'onorificenza di Commendatore, nel giugno 2016 diventa consigliere speciale di Lorenzo Falchi (Sinistra Italiana), eletto sindaco del comune di Sesto Fiorentino dopo la caduta della fedelissima renziana Sara Biagiotti appena a un anno dall'elezione. Nello stesso mese non accetta la proposta di Virginia Raggi di far parte della giunta comunale di Roma Capitale, nel ruolo di assessore alla cultura. Nel febbraio del 2018 non accetta la proposta di Luigi Di Maio di far parte della lista dei ministri presentata dal Movimento 5 Stelle, con la responsabilità dei Beni Culturali. Il 19 ottobre 2020 il ministro Dario Franceschini (che pure era stato aspramente criticato da Montanari per la sciagurata “riforma” del Ministero per i Beni Culturali) lo nomina presidente, a titolo gratuito, del consiglio di amministrazione e presidente della Fondazione Archivio Museo Richard Ginori della manifattura di Doccia, alle porte di Firenze.
 
 

23 dicembre 2020