Engels mi ha insegnato che il marxismo è una scienza che va studiata e praticata con coscienza critica adattandola alla realtà esistente

di Andrea Bartoli, operaio del Mugello (Firenze)
Innanzitutto ringrazio il PMLI per avermi dato la possibilità di conoscere in maniera più approfondita la vita e l'opera di questo nostro grande Maestro, attraverso un mirabile numero monografico ricco di citazioni e immagini che rende onore ad un uomo che ha donato la propria vita per l'emancipazione del proletariato.
Gli insegnamenti di Engels sono oggi di estrema attualità nella società capitalista in cui viviamo, dove il fideismo, il soggettivismo, l'idealismo e la metafisica purtroppo ancora oggi permeano ampi strati del popolo, anche in coloro che si dicono essere di sinistra. Sono pensieri e pratiche deleterie che non portano e non porteranno mai a nessun cambiamento dell'ordine esistente; anzi ne favoriscono ancor di più la durata e l'esistenza. Invece, così come ci insegnano Engels e lo stesso Marx, la via per arrivare alla pace non può che essere quella dell'instaurazione del socialismo e poi del comunismo. Ovviamente tramite la violenza rivoluzionaria: alla violenza dei capitalisti si risponde con la violenza dei proletari.
È di attualità anche un altro degli insegnamenti di Engels, ossia che lo Stato è diventato necessità per assoggettare il proletariato: lo si vede bene oggi che il governo Conte, per fronteggiare la pandemia, usa tutte le strutture statali a sua disposizione per tenere ancora di più sotto controllo il popolo italiano mediante imposizioni, coercizioni e pugno di ferro che sanno tanto di mussoliniana memoria.
Tutto ciò in nome di una legalità assoluta, di una legalità in ogni circostanza anche per chi ha fatto le leggi e poi le infrange: una prassi, quest'ultima, della quale fanno uso a piene mani i politicanti borghesi ormai da anni.
Altro preciso insegnamento di Engels è quello relativo al pericolo rappresentato dai revisionisti che usano i principi del marxismo per loro tornaconto, estrapolandone singole frasi, con l'intento di "addolcire" il pensiero marxista. Di ciò se ne lamentava giustamente Engels che vedeva scardinare "dall'interno" l'idea socialista. Il marxismo è una scienza e può piacere come non può piacere: se però si decide di studiarlo e praticarlo lo si deve fare in toto; certo con coscienza critica e adattandolo alla realtà esistente (così come ci viene insegnato) ma non certo snaturandolo per usarlo a proprio piacere.
C'è poi un altro insegnamento, relativo alla famiglia, che reputo importante. Ed è quello scritto in "Origine della famiglia..." che mi riporta appunto alle mie origini familiari e che mi ha aperto la mente, rendendomi consapevole del mio passato. Scrive Engels: "Al giorno d'oggi l'uomo, nella grande maggioranza dei casi, deve essere colui che guadagna, che alimenta la famiglia, per lo meno nelle classi abbienti; il che gli dà una posizione di comando che non ha bisogno di alcun privilegio giuridico straordinario ". Ecco, io tutto ciò l'ho visto e vissuto, prima da bambino e poi da ragazzo. Pur non provenendo da famiglia abbiente ma piuttosto da famiglia piccolo-borghese ho potuto constatare che, dal punto di vista economico, esisteva ed esiste ancora anche la legge non scritta a favore di chi, nella famiglia, deve detenere il potere e il comando.
Engels e Marx sono stati davvero una fucina di insegnamenti quali l'analisi e la critica del cretinismo parlamentare, l'analisi e la critica dei cosiddetti partiti democratici oppure il mettere in guardia da chi propone (oggi in " salsa guevarista") l'importazione o esportazione della rivoluzione. Tutti temi che ho affrontato durante la mia precedente esperienza in un partito trotzkista e parlamentarista. Tranelli in cui ero caduto proprio perché non avevo curato a dovere lo studio delle opere dei Maestri.
In ultimo, secondo me, Engels ci dà un altro grande insegnamento. Egli, pur di portare a compimento la propria opera insieme a Marx, fece un notevole passo indietro tornando a lavorare in una delle fabbriche paterne (a costo di grande sacrificio) per dare a tutti e due la possibilità di potersi sostenere economicamente. Un passo indietro notevole che però ha poi permesso al proletariato tutto importanti passi in avanti. Questa è storia, questa è realtà.
E col supporto di quella frase fondamentale coniata dallo stesso Engels "Proletari di tutti i paesi, unitevi! " che ha ben sostituito l'antesignana e religiosa frase "Tutti gli uomini sono fratelli". Quest'ultima oggi è declinata in "Siamo tutti sulla stessa barca".
Vorrei concludere con le parole che Engels, poco prima della sia morte, rivolse al socialista italiano Giuseppe Canepa (che gli chiedeva di formulare con due parole l'idea principale della nuova era): "Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e contrapposizione di classe si avrà una associazione in cui il libero sviluppo di ognuno sarà condizione del libero sviluppo di tutti ".
W Engels e i nostri Maestri!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

23 dicembre 2020