Nonostante che le denunce di Legambiente siano cadute nel vuoto
La megadiscarica di rifiuti “La Zingara” a Reggio Calabria non va completata e messa in funzione

Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
“La Zingara” è una megadiscarica in costruzione sita nell’omonima località del comune di Melicuccà (città metropolitana di Reggio Calabria) a pochissimi chilometri dal centro abitato di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Un’opera simbolo della corruzione, del malaffare e delle politiche fallimentari, in tema di gestione rifiuti, delle amministrazioni locali borghesi al servizio del regime capitalista e neofascista.
Il “cavallo di battaglia” preferito in campagna elettorale dall’imbroglione sindaco PD Giuseppe Falcomatà: “Finalmente a fine ottobre, la Città Metropolitana di Reggio Calabria avrà a disposizione la propria discarica di servizio che ci consentirà di essere indipendenti dalla Regione”. Niente di più falso e lontano dalla realtà.
Alta 500 metri e con una vasca di 90 mila metri cubi, “La Zingara”, il cui scopo è quello di accogliere gli scarti di lavorazione provenienti dagli impianti di Sambatello, Siderno e Gioia Tauro, sorge su un territorio a prevalente vocazione agricola in prossimità di una vecchia discarica e di una falda acquifera. L’invaso dell’acquedotto Vina, la più grande sorgente potabile dell’intera area metropolitana, rifornisce i comuni di Palmi, Seminara e Melicuccà.
Nel 2011 Legambiente denunciò con forza e con tutti i mezzi possibili quello che fu giustamente definito un “sito impossibile e ad alto rischio” presentando un esposto alla procura della Repubblica di Palmi dove venivano evidenziati i possibili danni ambientali, economici e sociali qualora quel progetto scellerato avesse trovato attuazione. Due anni dopo il sito fu posto sotto sequestro e i lavori, già avviati frettolosamente, furono bloccati.
In definitiva, il provvedimento del Gip del tribunale di Catanzaro, faceva preciso riferimento alla “mancata bonifica della discarica ivi esistente, alla realizzazione del nuovo impianto in maniera difforme dai progetti e dalle prescrizioni del V.I.A., alla presenza di falde acquifere contaminate, ed altro”.
La consulenza tecnica redatta dal geologo Carmine Nigro su richiesta del Pubblico ministero e le indagini condotte dal Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri, che riscontrarono una lunga serie di ipotesi di reato, confermarono i dubbi sollevati da Legambiente. Nel 2015, l’associazione chiedeva alla Regione Calabria la chiusura immediata della discarica e la messa in sicurezza dell’area interessata, ormai inquinata dallo stoccaggio illegale dei rifiuti e dalla contaminazione delle falde acquifere, i cui valori andavano ben oltre i limiti consentiti.
La richiesta ovviamente cadde nel vuoto fino a quando nel 2018 il primo governo presieduto dal trasformista liberale Giuseppe Conte, stanziò un finanziamento di 15 milioni di euro per gli interventi di bonifica e il completamento dei lotti funzionali della discarica. Il procedimento penale si concluse nel 2019 per la prescrizione dei capi d’accusa, il cantiere fu dissequestrato e i lavori ripresero senza la presentazione del progetto di bonifica, tornado punto e d’accapo.
Ad oggi si continua a procedere a singhiozzo anche perché la città metropolitana di Reggio Calabria ha deciso di avviare la risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice prolungando ulteriormente i tempi di consegna dell’opera.
Insomma, siamo di fronte all’ennesimo sperpero di denaro pubblico che ingrassa i privati e favorisce gli affari criminali.
Noi marxisti-leninisti ci opponiamo fermamente al completamento e alla messa in funzione della megadiscarica “La Zingara” perché in meno di tre anni sarà strapiena di rifiuti che contamineranno il suolo, l’acqua e l’aria con gravi ricadute sulla salute della popolazione e sull’ambiente.
Occorre invece adottare politiche moderne e intelligenti iniziando a eliminare la plastica, gli imballaggi, a ridurre, differenziare e riutilizzare i rifiuti che devono essere considerati una risorsa, non un problema.

23 dicembre 2020