Maduro criticato da sinistra per la legge antiblocco

 
In una lettera aperta ai popoli del mondo, "ai miei fratelli e sorelle", il presidente venezuelano Nicolas Maduro Moros informava sulle iniziative del suo governo "per affrontare e superare il blocco illegale che il governo degli Stati uniti impone al paese da quasi vent'anni e in particolare negli ultimi cinque". Una denuncia, successivamente dettagliata, delle ingerenze economiche e politiche dell'imperialismo americano in Venezuela e le conseguenze negative per le condizioni di vita della masse popolari del blocco economico definito unilateralmente dai governi degli Usa, da quelle repubblicane di Bush Jr e Trump a quella democratica di Obama, senza nessuna legittimità internazionale.
Maduro informava dell'approvazione lo scorso 8 ottobre da parte dell’Assemblea nazionale costituente (Anc) di "uno strumento legislativo speciale", denominato Legge antiblocco per lo sviluppo nazionale e garanzia dei diritti del popolo venezuelano, per stimolare l'attività economica interna e favorire gli investimenti esteri, per superare la crisi economica aggravata dal blocco imperialista e con l'obiettivo politico di "approfondire e rafforzare la nostra democrazia". A fronte delle imminenti elezioni politiche per il rinnovo del parlamento, l'assise nazionale sostituita da Maduro con l'Anc e il cui presidente Juan Guaidò si autoproclamò il 23 gennaio 2019 presidente del Venezuela in un fallito golpe riconosciuto solo dai paesi imperialisti.
Uno dei capitoli della legge garantisce che le risorse aggiuntive generate dalla sua applicazione saranno dirette anche a "sviluppare sistemi di compensazione per salari o redditi reali di lavoratori e lavoratrici; finanziare il funzionamento del sistema di protezione sociale e la realizzazione dei diritti umani; recuperare la capacità di fornire servizi pubblici di qualità". Proventi che saranno gestiti direttamente dal presidente. Non c'è dubbio che la soffocante aggressione finanziaria, economica e politica dell'imperialismo americano sul governo di Caracas, rinforzata negli ultimi anni dall'amministrazione Trump, abbia colpito soprattutto le condizioni di vita delle masse popolari con il governo di Maduro che non ha modificato una economia ancora incentrata sull'estrazione e la vendita di greggio, il settore principale che dal diretto controllo nazionale è anzi passato a una gestione dove non secondaria è la presenza delle società russe.
L'aiuto di Putin al Venezuela, come anche quello della Cina di Xi, non è stato gratuito e Maduro ha rinunciato colpevolmente a un pezzo di quella sovranità nazionale che giura di difendere, anche nell'applicazione della Legge antiblocco. Suscitando perplessità e critiche da partiti e organizzazioni a sinistra del suo Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), compresi gli alleati di governo.
La legge è stata approvata dall'Anc quasi senza dibattito in aula, dopo la semplice lettura degli articoli da parte della presidente dell'assise Diosdado Cabello. Alcuni componenti dell'assemblea hanno denunciato di non aver avuto la possibilità di conoscere il testo prima della votazione. Ma le critiche, più che sul metodo, hanno riguardato i contenuti del documento e sostanzialmente gli articoli che concedono poteri straordinari al presidente che può firmare nuovi accordi con imprese private nazionali e straniere senza renderne noto il contenuto. Una misura che sarebbe necessaria per evitare alle imprese straniere di investire nel paese senza incorrere nelle sanzioni previste dal blocco Usa. Ma che toglie anche qualsiasi potere di controllo pubblico sull'operato di Maduro.
La sostanza delle critiche alla legge può essere riassunta nella denuncia della gruppo "Pensamiento Crítico" secondo il quale gli aspetti di riservatezza o di segretezza di questo provvedimento aprirebbero la strada alla liquidazione delle risorse del paese, alla privatizzazione delle imprese statali, alla cessione dell’industria petrolifera al capitale transnazionale e alla concentrazione del potere nelle mani dell’esecutivo.

23 dicembre 2020