Chiamati da Si Cobas, ancora in piazza autisti e facchini per il contratto e contro lo sfruttamento
Sciopero nazionale logistica per il contratto e misure antiCovid

Rinnovo del contratto nazionale, applicazione di un protocollo sulla sicurezza per la prevenzione del Covid veramente efficace, misure a sostegno della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Sono questi i punti principali reclamati dal Si Cobas per lo sciopero nazionale della logistica che si è svolto venerdì 18 dicembre coinvolgendo tutta la variegata filiera del settore.
Presidi con slogan e striscioni, generalmente davanti le prefetture, si sono svolti ad Alessandria, Milano, Brescia, Modena, Napoli, Messina, Palermo, Mestre, Viterbo e Taranto. A Genova presidio davanti ai magazzini Bartolini, a Piacenza alla Nippon Express, a Bologna corteo per la città. Si è trattato del secondo sciopero organizzato in pochi mesi dal Si Cobas, e anche questo, come quello del 23 ottobre, ha raccolto molte adesioni.
Il contratto collettivo della Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni è molto diffuso e comprende un'ampia gamma di settori: dalla spedizione merci all'autotrasporto di merce su strada per conto terzi, dai servizi logistici alle imprese che svolgono commercio elettronico, dai magazzini generali ai terminal, dai centri di distribuzione e centri intermodali per conto terzi alle aziende di energia refrigerante, dalle aziende di servizi logistici integrati ai depositi.
Nel comunicato sindacale si rivendica il ruolo della logistica all’interno dell’emergenza da Coronavirus: “uno dei comparti che si è rivelato fondamentale, assieme ovviamente ad altri considerati essenziali, per la tenuta del tessuto sociale è il settore del trasporto merci-logistica. Ma nonostante l’assoluta centralità di questo settore non si sta dando seguito ad alcuna trattativa per rinnovare un contratto nazionale scaduto da un anno”.
Le trattative, avviate a inizio 2020 sono state interrotte alla prima comparsa del Covid-19 e non sono state più riprese. A tal proposito il Si Cobas rivendica il proprio ingresso nella contrattazione vista l'assenza delle organizzazioni non confederali e della rappresentanza sempre più autorevole che questo sindacato ha conquistato, mettendo in discussione la precarietà e lo sfruttamento che contraddistinguono questo settore lavorativo.
Tra le richieste anche la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e l’erogazione piena dei premi di risultato per il 2020 in tutte le aziende in cui sono stati stipulati accordi al riguardo. Nella piattaforma si chiede anche il superamento definitivo della figura del socio lavoratore che, attraverso cooperative in appalto, nega a facchini e autisti molti dei diritti che normalmente spettano ai dipendenti.
Un altra importante rivendicazione è la clausola di salvaguardia affinché il tempo di impiego diventi tempo di lavoro, perché l’autista lavora anche quando non guida il camion durante il tragitto. Richiesta anche la cassa integrazione al 100% e il ripristino dell'articolo 18. Infine, ma non per importanza, la concessione del permesso di soggiorno slegato dalla condizione lavorativa e l'abolizione dei decreti sicurezza, temi particolarmente sentiti in un settore con alta presenza di lavoratori immigrati.

23 dicembre 2020