Contributi
Lo studio di "Stato e Rivoluzione" di Lenin mi ha chiarito come diventare degni marxisti-leninisti e non cadere nell'opportunismo, nel revisionismo e nell'anarchismo

 
Al termine dello studio dell'opera "Stato e Rivoluzione" del Maestro Lenin, svolto in modo congiunto con l'Organizzazione del PMLI di riferimento per me, vorrei esprimere alcune considerazioni.
In questa opera Lenin analizza, sviscera e poi sviluppa attualizzandole al suo tempo le idee dei Maestri Marx ed Engels affinando la loro analisi storica sullo sviluppo politico ed economico del mondo.
Con la nascita della proprietà privata (i beni di tutti a vantaggio solo di alcuni) diventa una necessità creare un'entità per poter difendere i privilegi. Nasce così quella struttura chiamata "Stato" che serve a mantenere il controllo sulle masse popolari e a gestire quello stato di cose. Il tema dello Stato è di estrema attualità essendo oggi lo strumento con cui si governa in Italia, e non solo. Da molti è ancora visto come una presenza necessaria che supporta "i cittadini" nel momento del bisogno, ma da molti altri già da tempo è visto e vissuto come una presenza coercitiva e impositiva. È per questo che ci dobbiamo impegnare e lavorare affinché, partendo da questi ultimi, sia la nostra idea che abbia a prevalere.
Molti, negli anni passati, sono stati gli esempi in Italia di come lo Stato non sia andato in aiuto di chi aveva bisogno: un esempio su tutti il terremoto dell'Irpinia nel 1980 dove il soccorso statale arrivò in fortissimo ritardo (scontando anni di negligenze e di disinteresse sui piani di protezione civile) e ci fu bisogno così dell'impegno di associazioni di volontariato e di gruppi di persone che si organizzarono per prestare i soccorsi. Da questo esempio, io credo, si trae una forte analogia con l'oggi: un virus letale (presente già da tempo sul territorio italiano) non viene frenato in tempo da chi di dovere anche perché i piani per le emergenze sanitarie non sono stati aggiornati. Così gran parte della situazione pandemica è ricaduta gravemente sulle strutture sanitarie e sociali e i propri operatori e più in generale su tutta la popolazione italiana.
Da ciò si capisce bene che chi oggi detiene il potere abbia la necessità di "affermare la presenza dello Stato" ma solo per difendere i propri interessi e quelli del capitalismo. Non è un caso che molte delle risorse stanziate per far fronte alla pandemia siano state destinate alle imprese piuttosto che alle lavoratrici e ai lavoratori.
Continua l'inganno: per molti, anche se si dicono di sinistra e progressisti, l'esistente va mantenuto. Ma la repubblica democratica (come ci insegnano i Maestri) è davvero lo strumento più funzionale al capitalismo e non la liberazione del proletariato oppresso! Lo Stato non è super partes (al di sopra delle parti). Lo Stato è di quella classe che lo rappresenta, in questo caso il capitalismo. E il suffragio universale, le "libere elezioni" sono un ulteriore inganno ammantato di democrazia, esse non rappresentano il proletariato. La borghesia al potere dice che "lo Stato serve a tutti!" e lo fa apparire come una cosa naturale, ma ciò dà ancora più forza al capitalismo.
È chiaro che ci muoviamo in un contesto difficile con retaggi di una cultura primitiva che ci portiamo dietro da secoli. Abitando in una piccola cittadina di provincia posso dire che questo è reale. Questa mentalità si tramanda spesso tramite la famiglia di origine e non è un caso che alla comparsa della proprietà privata si sia aggiunto lo sviluppo di un ben definito tipo di famiglia, del quale la religione ha sempre fatto uso e consumo.
Proseguendo nello studio ho imparato che non tutti gli esseri umani sono uguali: infatti esistono sia l'uomo borghese sia l'uomo proletario ognuno con aspirazioni e aspettative diversi. Questa è una delle differenze fondamentali che ho colto, il pensare che "tutti gli esseri umani sono uguali" è estremamente deleterio e fuorviante. Ciò può portare a credere che le differenze di classe non esistono. Ma noi non possiamo perseguire "l'umanesimo" bensì il socialismo e quindi dobbiamo liberarci dalle influenze piccolo-borghesi; stando sempre attenti al significato delle frasi che sentiamo tutti i giorni. Le parole non vengono a caso, le parole sono importanti!
Soprattutto nel terzo capitolo dell'opera, vengono altri insegnamenti preziosi da parte del Maestro Lenin ossia quando egli analizza, anche sulla scorta degli scritti di Marx ed Engels, l'esperienza della Comune di Parigi. Qui si capisce bene quali sono gli strumenti a disposizione del proletariato per organizzare la rivoluzione: in primis l'appropriazione e conseguente utilizzo della macchina statale per i nostri scopi e la successiva soppressione della stessa per poi creare le istituzioni popolari rappresentative cioè i Comitati popolari.
L'esperienza della Comune di Parigi traccia, secondo me, altri due importanti punti per la formazione politica. Il primo è la spiegazione della differenza fra i fautori del socialismo e gli anarchici (che ho ben compreso); il secondo l'uso dell'astensionismo elettorale tattico (ho ben compreso anche questo) tanto avversato e osteggiato dai revisionisti.
In ultimo vorrei porre l'accento sulla questione dell'opportunismo, ben resa comprensibile in questo libro. Un tema che va affrontato con coscienza di classe e attenzione, anche perché l'opportunismo può essere espresso sotto molteplici forme. Una è quella di usarlo nella pratica sindacale e mi spiego meglio. Nel corso della trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore dove lavoro (lavanderie industriali) che è quasi giunta al termine con la presentazione dell'ipotesi di accordo, alcuni importanti punti (posti dai lavoratori come fondamentali) sono stati rimandati alla prossima contrattazione, tra qualche anno. Un atto di opportunismo da parte dei sindacati confederali che si sono assunti la responsabilità di non aver rappresentato le istanze dei propri rappresentati.
Tutto questo per sottolineare la bontà e la validità degli insegnamenti dei nostri Maestri. Per non cadere nell'opportunismo, nel revisionismo e nell'anarchismo è quindi necessario tenere sempre bene a mente che è solo lo studio delle nostre opere unito alla pratica che ci potrà consentire di essere degni marxisti-leninisti.
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
Andrea Bartoli, operaio del Mugello (Firenze)

6 gennaio 2021