Comunicato della neonata Cellula “F. Engels” della Valdisieve (Firenze)
Il PMLI dice No al centro commerciale a San Francesco a Pelago
Bonificare il sito dell'ex-Italcementi e costruire strutture d'interesse pubblico al servizio della popolazione

Anni fa abbiamo seguito da vicino l'epilogo del cementifico di San Francesco a Pelago, dopo oltre un secolo di attività produttiva. Prima l'Italcementi, poi la Colacem che l'ha condotto a chiusura non disinteressata, hanno contribuito in maniera pesante all'inquinamento dell'aria e dell'ambiente con gravi ricadute sulla salute pubblica degli abitanti di San Francesco e Pontassieve, ma più in generale di tutti coloro che abitano i centri grandi e piccoli della nostra bella Valdisieve.
Al tempo (2012/2013) ci battemmo riaffermando quel principio per noi universale del diritto, contemporaneo, al lavoro e alla salute, per una riconversione ecologica dell'impianto che invece fu chiuso lasciando a casa gli ultimi 50 lavoratori, quasi 100 se consideriamo coloro che vi erano occupati solo pochi anni prima, nonostante le rassicurazioni dei politicanti borghesi che non fecero nulla in concreto per mantenere i posti di lavoro.
Recentemente ciò che era nell'aria è stato anche scritto su carta, e allora ha preso forma la proposta dall'amministrazione comunale di Pelago sulla possibile costruzione di un nuovo grande centro commerciale sul sito dell'ex-Italcementi.
Una prospettiva speculativa e inutile, che si abbina perfettamente in quest'ottica irresponsabile con la già realizzata costruzione del capannone di un'azienda di logistica e trasporti in località “Massolina”, che già da solo complica e non poco la situazione del traffico automobilistico in una zona morfologicamente complicata e nella quale sono praticamente assenti i trasporti pubblici.
Com'è stato evidenziato anche dal testo della petizione lanciata da “Valdisieve in Transizione” oltre alle problematiche di carattere economico derivanti dal grande commercio su larga scala che darebbe probabilmente il colpo di grazia alle piccole attività commerciali locali, il flusso di fornitori e di “clienti” aggraverebbe ancor di più le problematiche di traffico descritte, con il conseguente aumento di rischi connessi al trasporto su gomma e dell'inquinamento.
Prima di parlare di prospettive, va detto che il sito dev'essere immediatamente bonificato poiché luogo di una delle attività più inquinanti in assoluto come appunto la produzione del cemento; in seguito pensiamo che sulle “ceneri” dell'ex-Italcementi debbano essere costruite strutture che ospitino servizi di interesse pubblico che, come dice Valdisieve in Transizione, “possano rilanciare l'economia invece che distruggerla”. Giusto quindi chiedere biblioteche, cinema e teatro, il centro di riuso che è nella mente degli ambientalisti locali fin dai tempi della vittoriosa lotta contro l'inceneritore e quant'altro serva soprattutto ai giovani; queste strutture dovranno però essere realmente a disposizione della popolazione, gestiti dalla popolazione stessa, gratuiti e accessibili a tutti.
Potremmo aggiungere spazi polifunzionali che a Pelago e Pontassieve mancano, ma anche strutture sanitarie che possano ripristinare ciò che in quest'area negli ultimi decenni è stato tolto, in primis un Pronto Soccorso e un ambulatorio diabetologico, che possa contemporaneamente rinforzare buone pratiche di visite e cure domiciliari ai pazienti, a partire da quelli piccoli e da quelli anziani, che sono scomparse e che stanno dimostrando tutta la loro insostituibile importanza nell'emergenza Covid-19. E poi ancora centri per anziani e asili nido pubblici.
In sintesi, appoggiamo la petizione di Valdisieve in Transizione, ma non possiamo non rilevare come le petizioni in generale siano un buon mezzo di partenza, utili per condividere un tema, dargli una lettura e sensibilizzare la popolazione, ma non sono un fine che possa respingere da solo certi progetti, soprattutto se sono già stati decisi dalle amministrazioni.
È la pratica che lo ha dimostrato anche in Valdisieve; teniamo sempre ad esempio la decennale battaglia contro l'inceneritore di Selvapiana e l'eterogeneo fronte unito che si creò, con tante associazioni e partiti che avevano ciascuno la propria peculiarità e il proprio modo di agire e che, con il massimo rispetto reciproco, si misero tutti al lavoro nella battaglia comune, per l'interesse comune, coinvolgendo migliaia di persone che furono disposte a scendere in piazza mostrando alle prepotenti amministrazioni che stavano sbagliando direzione.
Quella battaglia è stata in larga parte vinta; se ce ne saranno altre - a partire da quella sul destino dell'area ex-Italcementi - dovremmo essere tutti ancora una volta pronti a combatterle non solo sul web, ma anche in piazza, uniti per un unico obiettivo comune.

 

Partito marxista-leninista italiano - Cellula “F. Engels” della Valdisieve
Pontassieve, 31 dicembre 2020

 


 

Questo comunicato il 4 gennaio è stato pubblicato integralmente dal quotidiano online OK!Valdisieve col titolo “Ex Italcementi, PMLI sostiene la petizione per bloccare il parco commerciale: 'Scendere in piazza'", mentre un brano è stato incluso nell'articolo, postato il 3 gennaio e titolato “La trasformazione dell'Area ex Italcementi fa discutere a Pelago” ,curato dalla Redazione Nove da Firenze (nove.firenze.it).


6 gennaio 2021