Anche durante le festività
Continua la lotta dei lavoratori Whirlpool di Napoli contro la chiusura
Il Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione, tra cui il PMLI, contribuisce alla cassa di resistenza dei lavoratori

Fino al 31 Dicembre 2020 sono stati garantiti gli stipendi ai lavoratori della Whirlpool di Napoli, protagonisti di una lunga lotta contro la chiusura avvenuta il 31 ottobre scorso. Dal 1° Gennaio, ai lavoratori tocca la CIG Covid in attesa dello sblocco dei licenziamenti da parte del governo per avviare la procedura di licenziamento collettivo. La linea sindacale collaborazionista e le promesse delle istituzioni nazionali e locali escono nuovamente sconfitte. Il governo del dittatore antivirus Conte ha fallito, hanno fallito le istituzioni che avrebbero dovuto salvare lo stabilimento e i 1400 posti di lavoro ad esso connessi, 355 diretti e circa un migliaio per quanto riguarda l’indotto. La sottomissione istituzionale ai ricatti della multinazionale è stata evidente nonostante si sia ammantata sotto la coltre di lacrime da coccodrillo, promesse e ancora promesse fatte ingoiare agli operai che hanno messo in campo decine di iniziative per salvare l’azienda e garantire la continuità della produzione. La direzione di Whirlpool EMEA ha annunciato che nessun altro stabilimento in Italia sarebbe stato toccato ma che l’unica produzione da smantellare doveva essere quella di Napoli: non poteva dire diversamente data la forza e il riconoscimento che la lotta degli operai napoletani ha assunto in tutta Italia con il rischio di essere da emulazione per gli altri stabilimenti del paese. Ma Whirlpool non vuole restare in Italia: l’obiettivo è quello di smantellare lentamente ma progressivamente tutti gli stabilimenti. D’altronde sono anni che utilizza la CIG per perseguire la sua strada a carico dello Stato e gli stabilimenti di Siena e Melano di Fabriano (AN) ne sono la dimostrazione.
La lotta dei lavoratori Whirlpool di Napoli è stata esempio e ha infuso coraggio ai tanti lavoratori italiani nella medesima situazione. Ha dimostrato che quando i lavoratori si organizzano, diventano punto di riferimento per tutti gli altri settori delle masse popolari. Tanta è stata la solidarietà raccolta dopo gli scioperi, i blocchi dell’autostrada, i picchetti, i cortei e le iniziative pubbliche in cui i lavoratori, sostenuti anche da una fitta rete di organismi solidali, hanno messo in campo negli ultimi mesi.
Gli operai Whirlpool di Napoli, nel frattempo, sono ancora in mobilitazione permanente, in attesa del nuovo incontro con azienda e Ministero dello Sviluppo economico e del lavoro. Anche durante le festività sono stati in presidio perché non vogliono che esca dalla fabbrica di lavatrici neanche un bullone. Hanno realizzato un calendario con lo slogan “Sulla nostra pelle” e il 30 dicembre hanno tenuto un evento per raccogliere fondi a sostegno della cassa di resistenza operaia e per rilanciare la lotta sul piano mediatico e comunicativo. Il Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione, che comprende oltre al PMLI, PCI, PCL, Fronte Popolare, La Città Futura e Comunisti in movimento (minoranza PRC), alla fine dell’anno ha fatto pervenire un contributo, ben apprezzato, di 600 euro alla cassa di resistenza dei lavoratori Whirlpool.

6 gennaio 2021