Inchiesta della Corte dei Conti della Toscana
Renzi indagato per l'impiego indebito dei dipendenti del Comune di Firenze
La nuova ipotesi di reato nasce dalle carte della maxi-inchiesta sulla Fondazione Open dove l'ex premier e tutto il suo “Giglio magico” sono indagati per finanziamento illecito ai partiti

Dalle carte della maxi-inchiesta sulla Fondazione Open, dove Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti insieme agli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi, perché “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso" hanno intascato attraverso la Fondazione 7 milioni di euro, spunta un nuovo filone d'inchiesta aperto dalla Corte dei Conti della Toscana per accertare l'impiego dei dipendenti del Comune di Firenze indebitamente utilizzati per le attività della Fondazione Open.
Secondo quanto riportato da Il Secolo XIX nell'edizione del 9 dicembre, l’inchiesta tende ad accertare l’ipotesi del “doppio lavoro” che alcuni dipendenti comunali avrebbero svolto quando Renzi era sindaco di Firenze. Secondo i finanzieri, a gestire tra il 2012 e il 2013 la Fondazione Open (già Fondazione Big Bang) sarebbe stata “un’unica cabina di regia”. Che, per gli inquirenti, “era estesa anche all’ufficio di gabinetto e alla segreteria del sindaco”. Secondo le Fiamme Gialle, il personale di Palazzo Vecchio si sarebbe occupato di aspetti relativi alla Fondazione “del tutto estranei all’amministrazione comunale”. Tra la segreteria dell'avvocato degli affari sporchi di Renzi nonché ex presidente di Open, Alberto Bianchi, e lo staff di Renzi ci sarebbe stato infatti “un costante flusso comunicativo”.
Nelle carte si fa anche riferimento a una dipendente della segreteria del sindaco. Questa persona avrebbe avuto in uso una carta di credito intestata alla Fondazione. La carta veniva usata per pagamenti e acquisti di titoli di viaggio. Tra i beneficiari, lo stesso Renzi e Lotti. Un ultimo aspetto arriva dal materiale dell’archivio sequestrato nel novembre del 2019 a Bianchi. Vi emergerebbe infatti che l’attività di Open si svolgeva in varie sedi e uffici di Roma e Firenze, tra cui anche Palazzo Vecchio. Da qui, secondo gli inquirenti, dove venivano impartite indicazioni sia sulle strategie della Fondazione sia “sull’impiego di risorse e di spese”.

6 gennaio 2021