In mancanza di un piano vaccinale anti-Covid
L’ex “super”poliziotto Longo, commissario alla sanità in Calabria, scarica le proprie responsabilità sul personale medico
Respingere la militarizzazione della sanità calabrese voluta dal dittatore antivirus Conte e rivendicare la sanità pubblica, universale, laica e gratuita

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Il 5 gennaio scorso Guido Longo, commissario ad acta della sanità calabrese, dopo oltre un mese di silenzio ha rilasciato un’intervista a Radio Capital sui ritardi nella campagna di vaccinazione anti-Covid che relegano la Calabria agli ultimi posti nella percentuale di dosi somministrate. "A me non risulta che le vaccinazioni vadano a rilento", ha dichiarato subito l’ex “super”poliziotto facendo finta di non conoscere i dati reali pubblicati sul sito del ministero della Salute e scaricando sulla scarsa adesione del personale medico: “c’è da dire che il vaccino è facoltativo, non obbligatorio, volontario per chi se lo vuole fare”.
Uno scivolone clamoroso che non ha nulla da invidiare a quelli commessi dai suoi predecessori, Cotticelli prima e Zuccatelli poi. Affermazioni infondate e offensive nei confronti proprio di una categoria che dall’inizio della pandemia, con grande spirito di abnegazione e coraggio, non si è mai risparmiata per curare gli ammalati Covid, (in alcuni casi senza dispositivi di protezione adeguati), mettendo a rischio la propria salute tutti i giorni in prima linea.
Dura e immediata la reazione di Francesco Esposito, segretario nazionale della FISMU (Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti): “Il commissario forse ignora, il che è una aggravante, che ancora numerosi medici non sono stati neppure invitati ad aderire, che non esistono neppure i calendari. Il commissario non ha sentito neanche l’esigenza di coinvolgere i sindacati medici nel processo di vaccinazione, grottesca la mancanza di un serio piano vaccinale”.
A prendere inaspettatamente le difese di Longo ci ha pensato il fascio-leghista Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria: “Incontro il commissario ogni giorno e posso dire che, fin dal suo insediamento, ha messo in atto un’accanita difesa dei medici e di tutto il personale sanitario calabrese”.
In realtà, gli incontri ci sono stati ma per discutere le nomine dei nuovi commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria. L’intesa è stata firmata venerdì 8 gennaio, Spirlì ha condiviso tutte le scelte confermando senza batter ciglio (neanche l’ex Oliverio era arrivato a tanto) i neo responsabili designati da Longo e augurando loro buon lavoro con “la speranza di un totale cambiamento dell'organizzazione sanitaria nelle sue parti ancora deboli o indebolite, al fine di consegnare alla gente di Calabria un apparato pubblico nobile e dignitoso, capace di garantire la fine della migrazione sanitaria e il massimo incremento dei Livelli essenziali di assistenza".
Trova così piena attuazione il cosiddetto “Decreto Calabria” approvato dal governo del dittatore antivirus Conte, grazie ai voti del PD e Italia Viva, che mortifica e affossa definitivamente il sistema sanitario calabrese.
Ormai è sotto gli occhi di tutti: i commissariamenti decretati negli ultimi undici anni dai governi di “centro-destra” e “centro-sinistra” al servizio del regime capitalista e neofascista hanno portato solo a tagli del personale, alla chiusura di ospedali, di pronti soccorsi e di altre strutture pubbliche favorendo la privatizzazione selvaggia della sanità e l’infiltrazione mafiosa. Tutti ciò ha inevitabilmente moltiplicato i costi e le inefficienze del servizio che ricadono sulle spalle delle masse calabresi costrette a ricorrere frequentemente a cure a pagamento o dal “privato accreditato”. D’altronde nel sistema economico capitalista, ogni cosa, compresa la salute si trasforma in profitto.
Altro che apparato pubblico nobile e dignitoso! Altro che incremento dei Livelli essenziali di assistenza! Occorre unire subito le forze e battersi tenacemente sul terreno della lotta di classe e di piazza per respingere con forza la militarizzazione della sanità calabrese voluta dal dittatore antivirus Conte, rivendicando allo stesso tempo la sanità pubblica, universale, laica e gratuita che si avvalga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e che sia finanziata tramite la fiscalità generale.

13 gennaio 2021