Valzer di poltrone mentre la situazione sanitaria rimane drammatica
Il governatore leghista Fontana costretto a un rimpasto della giunta regionale lombarda
Letizia Moratti nominata vicepresidente e assessore a sanità e Welfare

Dal corrispondente della Lombardia
Travolto dalla gravità della situazione sanitaria in Lombardia, il governatore leghista Attilio Fontana, nel tentativo di tenere a galla la sua nera giunta e salvare la sua poltrona, si è visto costretto a un rimpasto di governo della Regione.
Dopo il colpevole caos del primo drammatico periodo dell'emergenza pandemica che ha portato al collasso tutte le strutture ospedaliere lombarde, gli scandali giudiziari che hanno coinvolto la stessa famiglia Fontana, il fallimento della campagna antinfluenzale e i gravi ritardi in quella per il vaccino contro il coronavirus, appare ormai evidente a tutti come la giunta sia sempre stata inadeguata e assolutamente incapace di far fronte alla pandemia da Covid-19. Non a caso la Lombardia è la regione che detiene il triste primato per numero dei morti e quello dei contagi continua a restare alto al punto da far finire nuovamente tutta la regione in “zona rossa” dal 17 gennaio.
A sostituire l'ormai impresentabile assessore alla Sanità e al Welfare Giulio Gallera (Forza Italia) ufficialmente perché, ha dichiarato Fontana, “era particolarmente stanco”, è stata imposta con un diktat dello stesso Silvio Berlusconi l'ex ministro dell'Istruzione Letizia Moratti per la quale ha anche preteso il ruolo di vicepresidente al posto del suo collega di partito Fabrizio Sala, ricompensato con le deleghe a Istruzione e semplificazione. Proprio nel momento in cui occorre con urgenza rafforzare il servizio sanitario nazionale pubblico riducendo il ruolo del privato si è invece scelto per questo importante incarico uno dei massimi esponenti dell'imprenditoria privata, priva di qualunque esperienza in ambito sanitario e non certo “volto nuovo” in quanto appunto già ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca durante i governi Berlusconi dal 2001 al 2006 nonché alla guida di Milano come sindaco di un'impopolare amministrazione confindustrial-fascista dal 2006 al 2011.
Dalla giunta di Palazzo Lombardia sono poi usciti le assessore leghiste Silvia Piani e Martina Cambiaghi, rimpiazzate da altrettanti fedelissimi di Salvini: l'ex ministro per la Famiglia e le disabilità del primo governo Conte, Alessandra Locatelli, con delega a Famiglia, solidarietà sociale e disabilità e il deputato Guido Guidesi con delega allo Sviluppo economico. L'ex canoista Antonio Rossi (lista civica Fontana presidente) è stato nominato sottosegretario alla presidenza assumendo la delega allo Sport. Sottosegretari sono stati nominati anche il leghista Fabrizio Turba e i forzisti Alan Rizzi e Marco Alparone.
Questo valzer di poltrone non è avvenuto a caso perché oltre a un riequilibrio degli assetti interni al Carroccio in favore di Salvini, nella coalizione di “centro-destra” era necessario ridefinire i ruoli di potere tra i due maggiori partiti in vista delle elezioni comunali a Milano che si svolgeranno quest'anno e per le quali stanno cercando di convergere su un nome che al momento sembrerebbe essere l'imprenditore giornalista Roberto Rasia Dal Polo.
Le masse lavoratrici e popolari lombarde non possono accettare che in questo momento così drammatico prevalgano i giochi di potere borghese con lo scambio di poltrone; quello che serve nell'immediato è assumere a tempo indeterminato medici e infermieri per rafforzare le strutture ospedaliere garantendo gratuitamente tamponi molecolari, test sierologici e vaccini per tutti.
I rimpasti non servono a nulla, Fontana non può restare alla guida della Regione e assieme a tutta la sua giunta deve immediatamente rassegnare le dimissioni.

20 gennaio 2021