Prima ordinanza 2021 del nuovo imperatore della Cina
Xi all'esercito: Dovete essere pronti ad “agire in qualsiasi momento senza paura della morte”

 
La propaganda dell'agenzia statale cinese Xinhua non si perde nemmeno un battito di ciglia del nuovo imperatore Xi Jinping e lo scorso 10 gennaio ha diffuso un servizio dal titolo "La Cina persegue costantemente i suoi sforzi per costruire una Cina pacifica e lo stato di diritto sotto la guida del pensiero di Xi Jinping" che esaltava un'istruzione appena emessa dal presidente per innalzare i livelli dell'iniziativa "Cina pacifica". Xi è anche segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese e presidente della Commissione militare centrale ed è proprio nella veste di comandante militare che pochi giorni prima, il 4 gennaio, rendeva noto la stessa agenzia, aveva indicato che "tutti gli ufficiali e i soldati dell'intero esercito devono portare a termine con decisione le missioni e i compiti affidati dal Comitato Centrale del Partito e dalla Commissione Militare Centrale (CMC) nella nuova era, rafforzare la loro forza di volontà per combattere senza paura delle difficoltà e della morte", prepararsi alla guerra e a vincere la guerra. Indicazioni più volte ripetute da Xi che nel corso degli ultimi cinque anni ha realizzato un consistente ammodernamento delle forze armate facendo emergere una Cina poco pacifica, anzi decisamente bellicista, conseguente alla politica "della nuova era" dei socialimperialisti di Pechino di conquistare nuove aree di influenza e nuovi mercati e decisa a difenderli dai concorrenti imperialisti, Usa in testa.
Il 2020 in Asia si è concluso tra le altre con le esercitazioni militari navali nell’Oceano Indiano denominate “Malabar”, iniziate più di una decina di anni fa da parte delle forze di Usa e India, cui nel tempo si sono aggiunte quelle di Giappone e Australia, e sono diventate la vetrina della collaborazione militare e politica dei quattro paesi, la Quadrilateral Security dialogue (QSD, Quad) che le ripete ogni anno dal 2017. Il Quad è un forum di cooperazione tra i quattro alleati imperialisti che hanno lo stesso interesse strategico, quello di contenere l'espansionismo cinese nel mar Cinese Meridionale e Indo-Pacifico da dove passa più del 60% del traffico marittimo mondiale. Con la recente costituzione della Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), il più grande accordo della storia del commercio mondiale, la Cina ha rilanciato sui legami col Giappone e l'Australia rimasta in passato ai margini del Quad proprio per non perdere gli affari con Pechino. Ma Xi senza attendere gli esiti dei nuovi legami economici ha voluto rispondere per le rime anche sul piano militare e il 2021 inizia in Asia tra la altre con l'Ordine n. 1 della Commissione militare centrale da lui firmato il 4 gennaio per dare il via alle esercitazioni annuali.
L'ordine ha esortato le forze armate a migliorare l'addestramento in condizioni di combattimento reali e con l'uso delle più avanzate tecnologie in loro possesso per garantire la possibilità di "agire in qualsiasi momento" e efficacemente nelle azioni "in prima linea", ossia nelle crisi che possono scoppiare a partire da quelle ai confini come nel caso degli scontri dello scorso anno con l'India o durante le esibizioni dei muscoli negli incontri ravvicinati con le pattuglie della marina statunitense nel Mar Cinese Meridionale.
Queste indicazioni sono anche le prime dopo l'entrata in vigore dall'1 gennaio delle revisioni alla legge sulla cosiddetta difesa nazionale che tra le altre hanno rafforzato i poteri della Commissione militare centrale e di Xi che la dirige nelle questioni militari, riducendo quelli di controllo del Consiglio di Stato, il governo. Queste revisioni hanno anche aggiunto come cause legali per la mobilitazione e il dispiegamento di truppe e forze di riserva la necessità di protezione degli "interessi di sviluppo".
Risulta chiaro il passaggio bellicista della politica del socialimperialismo cinese sotto la guida del nuovo imperatore Xi che parte dalla corretta guerra di difesa del territorio nazionale, manda in soffitta le formulazioni ingannevoli usate fino allo scorso anno sui compiti delle forze armate di "gestire le crisi e scoraggiare la guerra" e passa direttamente all'invito all'esercito a prepararsi a fare e a vincere le guerre contro i concorrenti imperialisti di Pechino.

20 gennaio 2021