In quasi 200 partecipanti sulla piattaforma “Zoom”
L’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi conferma lo sciopero generale del 29 gennaio
Adesione di un pezzo del movimento studentesco. Milani: lo sciopero rientra nella lotta anticapitalista generale
Gli interventi di cammilli e panzarella, molto apprezzati, esaltano la lotta di classe e il socialismo. Cammilli invita l'opposizione CGIL ad aderire ufficialmente allo sciopero

 
Sabato 16 gennaio sulla piattaforma digitale “Zoom” si è tenuta la terza Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi che ha confermato all’unanimità lo sciopero generale del 29 gennaio. Rimandata al 17 aprile prossimo invece, causa ultimo DPCM governativo, la manifestazione nazionale di Roma (Covid permettendo) che si doveva svolgere il 30 gennaio.
In 190 hanno partecipato all’Assemblea divisa in due sessioni, mattutina e pomeridiana, per poter permettere a tutti i richiedenti di poter intervenire. Interventi che hanno dimostrato che questa iniziativa è indubbiamente oggi la punta di lancia della lotta di classe a livello sindacale nel nostro Paese.
Forte è stata la presenza di operai delegati sindacali dell’ex FCA, ora Stellantis, a partire da quelli di Pomigliano e Melfi, che hanno annunciato il presidio dei cancelli dei rispettivi stabilimenti il 29 gennaio per lo sciopero generale. L’ingresso in forze dei metalmeccanici nell’Assemblea di fatto la irrobustisce e la rende in prospettiva un soggetto antagonista al sistema capitalistico molto importante, con cui padronato e governo dovranno fare i conti.
I vari delegati del SI Cobas, anima principale dell’Assemblea, hanno riportato il grande successo avuto dallo sciopero nazionale della logistica e dei trasporti avvenuto lo scorso 18 dicembre, invitando a “Gettare il cuore oltre l’ostacolo” e dare il massimo per la riuscita dello sciopero generale del 29. Dopo che dall’inizio della pandemia, definita “Una strage di Stato”, si è già assistito ad oltre 800mila licenziamenti fra i precari e il padronato non vede l’ora che arrivi il 1° di aprile per aver le mani libere nel falcidiare decine di migliaia di posti di lavoro per far pagare la crisi alle lavoratrici e ai lavoratori, non possiamo più indugiare: “Se non ora, quando?”. In più interventi è stata addirittura espressa la necessità di una rivoluzione, mentre un delegato della Dalmine, dello Slai Cobas s.c. di Bergamo, con un quadro di Mao alle spalle, ha auspicato una identità d’azione col Patto d’azione anticapitalista per il fronte unico di classe per ricercare un’unità su basi combattive più alte e organizzate per alzare il livello dello scontro. Diversi interventi hanno riproposto la necessità di rompere con la CGIL, altri quella di convincere almeno la direzione della sua opposizione interna ad aderire ufficialmente allo sciopero. Su questo terreno, prima e durante l’assemblea, i compagni sindacalisti del PMLI, diretti dal compagno Erne Guidi e quelli del PCL, diretti dal Segretario nazionale Marco Ferrando e dal suo responsabile sindacale Francesco Doro, hanno lavorato di concerto e lo faranno anche nei prossimi giorni.
All’assemblea, nei giorni immediatamente precedenti, era giunta l’adesione allo sciopero generale del 29 gennaio da parte di un pezzo importante del movimento studentesco, quello diretto dal Fronte della gioventù comunista, sono intervenuti anche diversi studenti che hanno confermato tramite il loro operato di fare il possibile per convogliare anche la protesta studentesca per l’importante data.
Nel suo intervento il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani ha inquadrato lo sciopero del 29 gennaio nell’ambito di una lotta anticapitalista generale. Non bisogna nascondersi dietro la pandemia, ha affermato, per non fare niente. Non abbiamo alternativa alla battaglia per l’abbattimento del capitalismo e questa Assemblea e il Patto d’Azione devono diventare punti di riferimento. Ha proposto l’8 Marzo e il 1° Maggio come giornate di lotta nazionali con manifestazioni nazionali e il 2 maggio un’altra Assemblea nazionale contro l’attacco alla libertà di movimento, di sciopero e di lotta, parlando di come convivere e agire sotto pandemia e del vaccino, come appoggiare le lotte che inevitabilmente ci saranno dei lavoratori dell’ex FCA.
Dopo Milani, a chiusura della sessione mattutina, è stata la volta del compagno Andrea Cammilli, che, con un forte intervento, pubblicato integralmente a parte, ha appoggiato lo sciopero generale e messo alle strette il gruppo dirigente dell’opposizione CGIL affinché rompa gli indugi e vi aderisca ufficialmente. “Perché è inaccettabile – ha detto il compagno Cammilli, elogiato da altri delegati – che a quasi un anno dalla comparsa del Covid-19 ci si ritrovi ad affrontare le nuove ondate nelle stesse drammatiche condizioni” e “non possiamo accettare che mentre si attua il coprifuoco i lavoratori siano obbligati ad andare al lavoro sempre e comunque, non possiamo accettare rinnovi contrattuali dove gli aumenti sono bloccati o legati alla produttività, che siano licenziati i precari, che si chiedano sacrifici a lavoratori e pensionati… Solo con la lotta di classe si possono difendere l’occupazione, i salari, i diritti dei lavoratori e delle masse popolari”.
Ad aprire la sessione pomeridiana è stata la compagna Francesca Perri che oltre a portare la sua esperienza di medico emergenziale e la repressione a cui è stata sottoposta dalla regione Lazio ha riproposto all’Assemblea la nostra campagna unitaria “Riconquistiamo il diritto alla salute”.
In chiusura è intervenuto il compagno Franco Panzarella, il suo intervento integrale è pubblicato a parte, anch’egli molto apprezzato dai delegati, un ricercatore disoccupato ha chattato durante il suo intervento “Viva la lotta di classe!” e dalla presidenza che lo ha ringraziato per le tematiche toccate. Il compagno, dopo aver trattato del contratto del personale Ata della scuola, ha rivolto “un caloroso appello alla mobilitazione nazionale studentesca al fianco dei lavoratori nello sciopero generale del 29 gennaio” e attaccato “gli squallidi giochi di potere nel pollaio del capitalismo a cui stiamo assistendo in questi giorni” che “confermano che solo la lotta di classe è la via maestra per il proletariato e tutte le masse lavoratrici e popolari per difendere giorno per giorno i propri diritti e i propri interessi di classe e strappare migliori condizioni di vita, di lavoro e di salute. Mentre sul piano strategico solo il socialismo e il potere politico del proletariato possono salvare l’Italia da un futuro di maggior sfruttamento, miseria e fascismo a cui il capitalismo cercherà di portarla per sopravvivere alla crisi”.

20 gennaio 2021