Intervento di Andrea Cammilli all’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori
“Solo con la lotta di classe si possono difendere l’occupazione, i salari e i diritti dei lavoratori”
l'opposizione CGIL aderisca ufficialmente allo sciopero

Sono un operaio chimico della Toscana e saluto tutte le compagne e i compagni. Nonostante le difficoltà che ci sono nell'organizzare uno sciopero generale in un momento in cui la classe operaia e i lavoratori sono arrabbiati ma disorientati e senza una forte coscienza di classe, il tutto aggravato dalla pandemia che in molte regioni italiane limiterà perfino l'agibilità delle piazze, rimango convinto che abbiamo fatto più che bene a indirlo questo sciopero, anche se dovremo apportare alcune modifiche.
Sono d'accordo nel rafforzare lo sciopero del 29, in questa situazione non ha molto senso diluire in due giorni la mobilitazione. Rimane però opportuno rilanciare una manifestazione nazionale a Roma contro governo e padronato appena sarà possibile.
Detto questo, non potevamo rimanere a guardare senza contrastare l'offensiva del capitale e della borghesia che cercano in tutti i modi di scaricare gli effetti della crisi economica capitalistica sui lavoratori e le masse popolari, mentre permangono e si aggravano le conseguenze della pandemia.
Perché è inaccettabile che a quasi un anno dalla comparsa del Covid-19 ci si ritrovi ad affrontare le nuove ondate nelle stesse drammatiche condizioni, a partire dalla sanità, scuola e trasporti nonostante il governo Conte abbia fatto ricorso a una miriade di DPCM e alla limitazione dei diritti democratico borghesi.
Non possiamo accettare che mentre si attua il coprifuoco i lavoratori siano obbligati ad andare al lavoro sempre e comunque, non possiamo accettare rinnovi contrattuali dove gli aumenti sono bloccati o legati alla produttività, che siano licenziati i precari, che si chiedano sacrifici a lavoratori e pensionati.
I soldi e la gestione del ricovery fund sono diventati terreno di scontro tra le varie fazioni borghesi, fino al punto di far cadere l'esecutivo. In ogni caso, a prescindere dal governo, è sempre più chiaro che i fondi stanziati sono già stati ipotecati dai padroni per salvaguardare i loro profitti, ai lavoratori saranno riservate solo le briciole.
Di fronte a questa situazione il governo Conte, i partiti di governo e di “opposizione”, Cgil, Cisl e Uil, Mattarella, papa Bergoglio, la Confindustria e i padroni ci hanno proposto un’ unica ricetta, l'”unità nazionale” perché “siamo tutti sulla stessa barca”, che nel concreto si traduce nel subordinare gli interessi dei proletari a quelli della borghesia e del capitalismo.
L'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi fin da subito ha respinto questo patto sociale, questo è uno dei suoi principali tratti distintivi. Solo con la lotta di classe si possono difendere l'occupazione, i salari, i diritti dei lavoratori e delle masse popolari. Da qui è partito questo percorso, attorno alla difesa dei nostri interessi, a partire da quella dei posti di lavoro, ma in un’ ottica antigovernativa e anticapitalista, perché nel capitalismo non c'è alcuna prospettiva per i lavoratori, ma solo nel socialismo.
Lo sciopero del 29 deve partire da questi presupposti, ricercando la più ampia unità d'azione dei lavoratori combattivi ovunque collocati sindacalmente, iscritti e non iscritti a partire dai sindacati conflittuali e dalla Cgil, cercando di unificare le varie lotte che ci sono nel nostro Paese. Questo spirito unitario va portato avanti e fortificato, al di la delle sigle, offrendo una prospettiva a quei lavoratori che non ne possono più del collaborazionismo, corporativismo e atteggiamento filogovernativo della Cgil, e a chi si sente ingabbiato nella frammentazione dei sindacati di base.
Adesso ognuno di noi è chiamato a lavorare nel proprio posto di lavoro, nel suo territorio, nella sua sigla sindacale, per dare il proprio contributo alla riuscita di questo sciopero. Per quanto riguarda quelli come me, che fanno parte dell'opposizione CGIL, credo dovremo fare tutto il possibile e mettere alle strette il gruppo dirigente affinché si rompano gli indugi e ci sia un’ adesione ufficiale della nostra area alla mobilitazione del 29 gennaio.
 

20 gennaio 2021