Intervento di Franco Panzarella all’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi
“Solo il socialismo e il potere politico del proletariato possono salvare l’Italia”

Sono Franco Panzarella delegato Rsu e membro del direttivo della Camera del Lavoro di Prato opposizione Flc-CGIL.
Care compagne e cari compagni prima di tutto voglio esprimere il mio totale appoggio e solidarietà agli studenti, agli insegnanti, ai genitori e a tutto il personale Ata che da quasi un anno si battono risolutamente contro il governo centrale e le ordinanze di governatori, sindaci e prefetti per rivendicare il sacrosanto diritto allo studio e l'immediata riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza.
Un incoraggiamento particolare lo rivolgo agli studenti che a partire dall'inizio del nuovo anno hanno alzato il livello della protesta dando il via alle occupazioni di alcuni licei e istituti superiori in diverse città.
A loro e a tutto il movimento No Dad voglio rivolgere un caloroso appello alla mobilitazione nazionale studentesca al fianco dei lavoratori nello sciopero generale del 29 gennaio e alla mobilitazione del 30 secondo le modalità che questa Assemblea deciderà.
Voglio invece esprimere il mio più totale dissenso nei confronti dei vertici della Flc-CGIL che il 9 novembre insieme a Cisl-Scuola e ANIEF ha pugnalano alle spalle 835 mila docenti di ogni ordine e grado firmando il contratto integrativo nazionale per la didattica a distanza.
Un contratto capestro che certifica la completa capitolazione dei vertici sindacali che di fatto hanno dato validità contrattuale al decreto ministeriale del 7 agosto 2020 n. 89 contenente le linee guida sulla Did (Didattica digitale integrata) senza ottenere nulla in cambio in termini di diritti e di miglioramenti stipendiali.
Un contratto filogovernativo firmato non sulla base di un mandato ricevuto dai propri iscritti, ma sulla base di un preciso ordine politico impartito dai partiti che compongono la maggioranza e in particolare dal Pd che ha esercitato una forte pressione sui vertici della Flc-CGIL col chiaro intento di assolvere il governo dalle gravissime responsabilità per non aver fatto niente nei mesi scorsi per garantire la “riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza”.
Un contratto “pirata” che rende obbligatorio il ricorso a tale “metodologia di insegnamento” classista e discriminatoria ogni qualvolta si renda necessaria la chiusura emergenziale delle scuole; aumenta i carichi di lavoro, concentra nelle mani dei presidi manager tutti i poteri decisionali, esautora ulteriormente le prerogative del collegio dei docenti, soffoca la libertà di insegnamento, nega il diritto allo studio a oltre 8 milioni di studenti, esercita un ferreo controllo sull'orario di servizio e inchioda tutto il corpo docente e il personale Ata davanti a uno schermo: senza tutele, con orari e ritmi di lavoro massacranti e totalmente in balia dei presidi manager ai quali le nuove norme contrattuali demandano tutta l'organizzazione della Did.
Sul fronte della lotta sindacale dobbiamo respingere con forza l'offensiva padronale lanciata dal caporione di Confindustria Bonomi e la scellerata proposta di un nuovo patto per l’Italia collaborazionista cogestionario e neocorporativo tra imprese e governo da una parte e vertici sindacali dall'altra. Un Patto che Landini si è già detto pronto a sottoscrivere col sangue dei lavoratori legandoli ancora di più mani e piedi al carro del capitalismo.
Un patto dove il sindacato sostanzialmente rinuncia a fare il rappresentante degli interessi dei lavoratori e si pone come interlocutore istituzionale e garante delle esigenze e degli interessi del capitalismo italiano.
A livello politico invece stiamo assistendo a una crisi di governo innescata dai due galli che si becchettano per la supremazia nel pollaio del capitalismo, Conte e Renzi.
Al momento gli esiti di questa crisi non sono prevedibili.
Ma non è il caso di farsi illusioni perché anche un eventuale governo Conte 3 sarebbe altrettanto e ancor più trasformista, liberale e al servizio del capitalismo dei precedenti.
Gli squallidi giochi di potere nel pollaio del capitalismo a cui stiamo assistendo in questi giorni confermano che solo la lotta di classe è la via maestra per il proletariato e tutte le masse lavoratrici e popolari per difendere giorno per giorno i propri diritti e i propri interessi di classe e strappare migliori condizioni di vita, di lavoro e di salute.
Mentre sul piano strategico solo il socialismo e il potere politico del proletariato possono salvare l’Italia da un futuro di maggior sfruttamento, miseria e fascismo a cui il capitalismo cercherà di portarla per sopravvivere alla crisi. 
Di fronte a tutto ciò io credo che noi dobbiamo unirci e batterci ancora di più per far fronte a questa sciagurata offensiva padronale e governativa avallata dai vertici sindacati confederali.
Dobbiamo scendere in piazza in modo compatto e marciare su Palazzo Chigi con scioperi generali e di categoria e smetterla di procedere in ordine sparso. Occorre unire tutte le forze politiche e sindacali e mettere al centro delle nostre rivendicazioni una parola d'ordine unificante: il lavoro.
Il lavoro prima di tutto! sicuro e in sicurezza, tutelato, garantito, a salario pieno, senza flessibilità e senza aumento dei ritmi di produzione.
Riguardo alla proposta avanzata all'inizio dell'Assemblea sono d'accordo con l'idea di rafforzare lo sciopero del 29 con iniziative locali e di rimandare a marzo/aprile la manifestazione nazionale a Roma.
Viva la lotta di classe.
Viva l'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi.
 

20 gennaio 2021