Gli shopper bocciano il contratto firmato da Fisascat Cisl

Il 2021 si è chiuso con la firma dell'ennesimo contratto pirata. Una pratica che c'è sempre stata, aumentata a dismisura negli ultimi anni, favorita dalla liberalizzazione del mercato del lavoro, dallo svuotamento dei contratti nazionali e dalla precarietà. Per contratto pirata s'intende un accordo solitamente firmato da un sindacato che in quel determinato settore ha poca rappresentatività, spesso in lavori non ancora ben regolarizzati da contratti, contratto che offre una sorta di foglia di fico, una copertura, alle associazioni padronali e alle aziende per sfruttare “legalmente” i lavoratori.
In questo caso stiamo parlando di un contratto che riguarda gli shopper , ennesimo termine inglese che sta a indicare quei lavoratori che portano la spesa a casa dei clienti che l'hanno precedentemente ordinata nei supermercati attraverso un applicazione scaricabile dal cellulare. In parole povere svolgono lavoro di facchinaggio e consegna, per certi versi somigliante a quello dei riders.
Le aziende che gestiscono il tutto si sono ritrovate tra le mani un affare che durante la pandemia e il coprifuoco è cresciuto in modo esponenziale, mentre i lavoratori sono costretti a ritmi sempre più serrati e a spaccarsi la schiena. Spesso gli shopper si ritrovano a portare pesanti casse d'acqua e altri carichi pesanti ai piani alti di edifici senza ascensore; non a caso i clienti che ordinano lo fanno perché sono impossibilitati a fare la spesa ma una buona parte proprio perché vivono in appartamenti difficili da raggiungere.
E come per i ciclofattorini il sindacato fascista Ugl si prestò ad assecondare gli interessi delle associazioni padronali in questo caso a farlo è stato un sindacato assai più grande e importante come la Cisl attraverso la Fisascat (terziario, turismo e servizi). Dall'altra parte la firma è stata messa da Assogrocery, che rappresenta poche aziende, ma tra queste la Everli (ex Supermercato24), principale piattaforma per la spesa online.
Nonostante l'operato filo padronale dell'Ugl, i rider hanno comunque fatto passi avanti per il riconoscimento dei loro diritti (come la recente sentenza a scapito di Deliveroo che riconosce le discriminazioni verso i lavoratori che si ammalano o scioperano) e per prevenire simili contestazioni Everli, attraverso Assogrocery, aveva cercato un'intesa con i sindacati.
La conferma è arrivata da un altro sindacato confederale. In un comunicato la Cgil ha ricordato che “Nel corso del 2020 l’azienda aveva convocato le categorie NIdiL CGIL, Felsa CISL e UILTemp per proporre un accordo che cristallizzasse e “autorizzasse” con accordo la condizione di precarietà degli Shopper, tutti “assunti” con contratto di collaborazione occasionale o con partita Iva. La proposta fatta al tavolo non fu considerata accettabile dalle categorie di Cgil, Cisl, Uil e il confronto naufragò nel tentativo dell’impresa di far recepire ai sindacati un lavoro che si può definire a cottimo.
Ma come denuncia la Nidil-Cgil, evidentemente si è “trovato un'altra strada” tanto che il 30 dicembre 2020 la Fisascat CISL ha concluso l'accordo di cui si è tenuto nascosto il testo per alcuni giorni. Il motivo era presto svelato: con questo contratto gli shopper rinunciano ai diritti che spettano ai lavoratori dipendenti, come malattia, infortunio, maternità.
Neppure i diretti interessati hanno avuto il testo completo, ma hanno ricevuto una mail inviata da Everli dove s'invitava a firmare entro le ore 23:59 del 6 gennaio 2021 un mandato alla Fisascat per sottoscrivere l’accordo collettivo. Una palese e stomachevole sinergia tra padroni e sindacati collaborazionisti rispedita al mittente dagli shopper .
I lavoratori hanno bocciato sonoramente l'accordo perché non soddisfa i loro requisiti, visto che anche nella nuova proposta si mantiene il sistema dei pagamenti a cottimo, non è prevista l’assunzione e concede tutele solo a certe condizioni. Più che diritti sembrano essere i premi di una gara a punti a chi è più disponibile verso l'azienda, a cui le lavoratrici ed i lavoratori dovrebbero partecipare nella speranza di raggiungere un minimo di dignità.

20 gennaio 2021