Un riconoscimento importante di Angelo Ruggeri
“Condividiamo pienamente e rilanciamo il vostro preciso, incontestabile e giusto articolo, Paolo Mieli: uno storico borghese da strapazzo”
“Al di là di ciò che ci differenzia molto dal PMLI, riconosco la vostra correttezza nel fornirmi per primi una copia del Piano P2 e nel pubblicare un articolo contro le riforme costituzionali, all'opposto dei c.d. antistalinisti come il Manifesto

Al di là di ciò che ci differenzia molto dal PMLI, ci sembra che tale articolo meriti di essere trasmesso sia perché lo condividiamo pienamente sia perché é molto puntuale, preciso, puntuale, giusto.
Avevamo avuto modo di entrare in contatto con i redattori del Bolscevico , quando stavo alla CGIL regionale Lombardia e pur non avendo titolo per intervenire fuori dalla Lombardia (sì che fui messo sotto accusa da socialisti e comunisti della dirigenza nazionale e regionale della CGIL per essermi occupato di ciò che secondo loro non mi riguardava…), intervenni, anche come coordinatore di Carta 90-CGIL ed anche con S. d’Albergo, a difesa del segretario della funzione pubblica di Varallo Sesia. Che pur essendo stato regolarmente eletto nel suo congresso, venne subito boicottato e poi espulso dalla Cdl-CGIL solo perché era un iscritto del PMLI. Come Carta 90-CGIL convocammo anche una conferenza pubblica a Torino dove ci recammo io e d’Albergo, confrontandoci con l’allora segretario regionale della CGIL piemontese, Pietro Mercenaro (c.d. erede di Foa, iscrittosi al PCI nel 1989 e diventato segretario regionale dei DS) e mettendo sotto accusa la CGIL e Mercenaro stesso, per la mancanza di democrazia e la violazione della Costituzione, oltre che dello statuto CGIL e della sovranità democratica del Congresso, ed essere venuti meno al principio ed obbligo di difendere e garantire qualsiasi lavoratore e iscritto, anche ed anzi soprattutto se non iscritto al PCI o al PSI.
Furono loro, del Bolscevico , i primi a fornirmi una copia originale del Piano P2, e con ciò mi chiesero di scrivere un articolo contro le riforme costituzionali, sostenute sul piano occulto dalla P2 e sul piano parlamentare dai craxiani e dai filo socialisti della destra PCI. Un articolo che occupò diverse pagine e che, debbo dire, anche solo per aggiungere o togliere una virgola o un punto, arrivarono a chiedermi sempre il permesso di farlo. All’opposto di quanto facevano altri giornali c.d. antistalinisti e anche il Manifesto , che con le forbici entravano e tagliuzzavano il testo che poi, senza chiedere il permesso, usciva completamente alterato.
In questo articolo su Mieli, si nota come sia preciso e incontestabile il racconto e i fatti inerenti il Mieli, di cui mi ricordo di quando era alla Stampa , e mi raggiunse telefonicamente in Sardegna (dopo aver carpito a mia madre il numero di telefono del posto in cui ero), per chiedermi una intervista sugli autoconvocati del PCI e sulla “Lettera dei 99” che inviammo al Comitato Centrale del PCI.
Rifiutai l’intervista, ma riuscì ad ottenere alcune delucidazioni, che poi uscirono – come su quasi tutti i giornali – sul La Stampa , virgolettate e come fossero mie dichiarazioni ufficiali… Mieli che in questi giorni è impegnato a strumentalizzare quanti scrivono sulla fondazione del PCI. E a scriverne sono quasi tutti ex-post-anti-comunisti, fuoriusciti dal PCI, ad es.: il portaborse di Napolitano, Umberto Ranieri, o anche Paolo Franchi che stava con me nella Segreteria nazionale della Federazione giovanile comunista, passato alla carriera nel Corsera ; per tacere di Petruccioli, detto il Leone dell’Aquila perché si è fatto espugnare e occupare dai fascisti la sede del PCI dell’Aquila - di cui era segretario - mentre lui se ne stava in spiaggia e al mare; Petruccioli l’unico candidato indicato dal PCI di Milano come il primo da eleggere che invece fu scavalcato dalla eletta Laura Conte grande marxista ambientalista; ecc.).
Tornando a Mieli, ad esempio, se da un lato cita Canfora che sottolinea come Togliatti “non ripiegò mai sulla socialdemocrazia”, dall’altro fa sembrare nel sottotitolo che “condusse i comunisti italiani sull’orlo della socialdemocrazia”. E a proposito del dopo i fatti d’Ungheria e dei fuoriusciti dal PCI, dice: “come scrive sprezzantemente Canfora, datisi alla fuga e magari passati coi socialisti”, ma evita di aggiungere che suo padre fu tra questi e addirittura passò alla DC. Ma il peggio è nella parte finale del suo articolo sul Corsera , in cui fa sembrare che il disprezzo di Canfora verso i PDS-DS-PD attestati sul “lberismo-europeismo”, sia invece rivolto al PCI in quanto tale.
Al di là del fatto che può forse capitare di non condividere una qualche cosa di Canfora, a questi noi portiamo sempre rispetto sia per il suo rigore intellettuale, ma anche perché non possiamo dimenticare che quando il diritto di sciopero era sotto attacco (riuscito) di misure volte a limitarlo, come Comitato Nazionale per la difesa del diritto di sciopero, convocammo un incontro presso il Centro Riforma dello Stato, e ad ascoltare la mia Relazione, tra i tanti Consigli di Fabbrica, c’era uno, solo uno dei deputati del PCI, e questo “uno” era Luciano Canfora.
 
Angelo Ruggeri
 
 
 
Angelo Ruggeri, operaio meccanico, sindacalista, già segretario regionale del PCI in Lombardia e membro di numerosi movimenti e associazioni tra cui il Movimento nazionale antifascista per la difesa ed il rilancio della Costituzione .

27 gennaio 2021