Denuncia della rete “Rivolti”
Migranti respinti sotto la neve dei Balcani
I respingimenti sono illegali, dichiarava una sentenza del tribunale di Roma che condanna il Viminale

 
Il 16 gennaio dalla nave Mare Jonio in collaborazione con Mediterranea Saving Humans è stata presentata la seconda edizione del dossier "La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa" curato dalla rete RiVolti ai Balcani, l'associazione costituita nel giugno 2020 da oltre 30 associazioni e realtà della società civile per denunciare e cancellare le violazioni dei diritti dei migranti lungo la Rotta Balcanica.
La questione principale denunciata dal dossier riguarda i respingimenti illegali che impediscono ai migranti di accedere alle tutele previste dalle leggi internazionali. Dall'Italia, alla Slovenia, alla Croazia, si snoda la sequenza dei respingimenti a catena che deportano decine di migliaia di migranti che erano riusciti a passare dalla Turchia alla Grecia fino al punto di partenza della rotta terrestre, in Bosnia, nel campo di Lipa. Il campo distrutto da un incendio lo scorso 23 dicembre, con le baracche ridotte a scheletri e i migranti senza alcuna protezione finiti sotto la neve nei boschi.
L'alto numero dei casi denunciati da diverse organizzazioni umanitarie dimostra che non si tratta di casi isolati ma di una vera e propria pratica illegale, parte della politica dei muri alzati contro i migranti dall'Unione europea imperialista.
"Le riammissioni dei migranti in Slovenia sono illegali", confermava una importante sentenza del 21 gennaio del Tribunale di Roma che condannava il ministero degli Interni a accogliere la richiesta di un 27 enne pakistano, respinto nel luglio scorso in Slovenia e riportato di nuvo al campo di Lipa. Accogliendo il ricorso presentato ad ottobre dagli avvocati dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), il giudice dichiarava che "i richiedenti asilo non si possono riportare indietro. Il ministero sta violando la Costituzione e la Carta europea dei diritti fondamentali". Sarebbero almeno 1.300 i migranti respinti illegalmente nel 2020 alla frontiera italiana, tanto che anche la ministra dell’interno Lamorgese in audizione parlamentare era stata costretta a riconoscere l'illegaliltà della procedure. Ma non aveva mosso un dito per modificarle. La sentenza di Roma la chiama direttamente in causa decretando che "lo Stato italiano non avrebbe dovuto dare corso ai respingimenti informali. Il ministero era in condizioni di sapere, alla luce dei report delle Ong, delle risoluzioni dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati e delle inchieste dei più importanti organi di stampa internazioanale, che la riammissione in Slovenia avrebbe comportato a sua volta il respingimento in Bosnia nonché che i migranti sarebbero stati soggetti a trattamenti inumani".
Trattamenti inumani, violenze e violazioni dei diritti dei migranti sono documentati tra gli altri nel report dell’Ong Border violence monitoring network (Bvmn) pubblicato il 19 gennaio che documenta oltre 12 mila casi negli ultimi tre anni, quasi la metà a danno di minori. Il muro della Ue imperialista contro i migranti inizia tra la Turchia e la Grecia e anche nel mare Egeo si sono registrati respingimenti illegali, come denunciava una recente inchiesta del quotidiano tedesco Der Spiegel, che registrava vari casi avvenuti nell'ottobre scorso di barconi pieni di migranti bloccati al largo delle isole greche e rimandati indietro dagli agenti di Frontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere terrestri e marittime.

3 febbraio 2021