Lo rivela il CIV, il Consiglio di indirizzo e di vigilanza dell'Inps
1,2 milioni di lavoratrici/ori aspettano l'assegno della Cig covid

Supera abbondantemente il milione il numero di lavoratrici e lavoratori che aspettano mesi arretrati di cassa integrazione. La notizia è apparsa con molto rilievo sulla prima pagina del giornale la Repubblica del 25 gennaio scorso e ha pure scatenato la reazione piccata dell'Inps, che in un comunicato accusava: “nessun fondamento per i numeri calcolati dal quotidiano”.
Ma, purtroppo per i lavoratori, non c'era niente d'inventato perché i dati erano stati rivelati dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dello stesso istituto. In pratica l'Inps non faceva altro che smentire se stesso perché il giornalista che ha redatto l'articolo non ha fatto altro che andare a spulciare nelle delibere di dominio pubblico emesse dal CIV, ovvero un organo interno di controllo e vigilanza.
Ebbene, è venuto alla luce che ci sono pratiche che riguardano 200mila aziende per un coinvolgimento di 1milione e 200mila lavoratori in attesa dei soldi della cig che in molti casi sono l'unico sostentamento per sopravvivere. Incredibilmente questi ritardi sono spalmati nel periodo che va da marzo a ottobre del 2020. In sostanza ci sono delle mensilità di Cig ancora ferme che risalgono all'inizio della pandemia, oramai a quasi un anno di distanza.
L'Inps dichiara che le stime del giornale sono sballate e di aver coperto oltre il 98% delle richieste pervenute. Affermazioni inverosimili di fronte alle centinaia di migliaia di domande ancora bloccate. Del resto la Repubblica ha ricordato che l'Inps non fornisce il numero delle domande per singolo lavoratore, ma per azienda. E' poi la stessa Direzione Centrale Pianificazione e Controllo di gestione dell'Inps ad applicare una media di lavoratori per domanda, e su questa base si fa il calcolo per stabilire quanti lavoratori, all'incirca, corrispondono a un certo numero di pratiche.
Si distingue per i tre tipi di Cig Covid. Ogni domanda Fis (Fondo integrazione salariale per il terziario) può avere in media 14 lavoratori. Ogni domanda di CigO (Cassa ordinaria per la manifattura) circa 4 lavoratori. Ogni domanda di CigD (Cassa in deroga per le aziende sotto i 5 dipendenti) circa 3 lavoratori. Se pure il dato di 1,2 milioni di lavoratori fosse sbagliato, lo sarebbe per difetto. E questi numeri sono destinati a gonfiarsi ancora. Le cifre per novembre-dicembre 2020 sono paurose: 365 mila pratiche per 2 milioni di lavoratori.
E meno male che dalla dirigenza dell'Inps dichiarano che, dopo i primi momenti di difficoltà, adesso le erogazioni della cig stanno andando avanti in maniera regolare e senza intoppi! La realtà è ben diversa, e alle intollerabili lentezze dell'Istituto vanno aggiunti i criminali ritardi delle Regioni e delle stesse aziende, tutti uniti nel disinteressarsi di quelle centinaia di miglia di lavoratrici e di lavoratori che aspettano le mensilità arretrate per pagare le bollette, il mutuo, l'affitto, le rate, mandare i figli a scuola e mangiare.
Invece di arrampicarsi sugli specchi e fornire cifre che si contraddicono da sole, che l'Inps pensi a sveltire immediatamente le pratiche ferme da mesi per far arrivare la cassa integrazione che anche quando arriva copre solo il 60% del salario, applicando penali agli enti e alle aziende colpevoli di ritardi nella comunicazione delle richieste.


10 febbraio 2021