Intervento di Cammilli all'Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi del 20 febbraio
Rilanciare la lotta di classe come unica e irrinunciabile opposizione al governo Draghi

Tutti i governi nel capitalismo sono chiamati a gestire gli interessi della borghesia, ma con l'esecutivo presieduto dal banchiere e massone Mario Draghi, la Confindustria, la grande finanza e l'Ue imperialista si impadroniscono direttamente del potere politico.
Un insediamento avvenuto tramite un golpe bianco, dove Mattarella ha investito direttamente Draghi che ha commissariato il parlamento, saltando il consueto percorso che prevede la consultazione dei partiti, travalicando le stesse regole democratico borghesi e la Costituzione italiana, trasformando di fatto la forma di governo da parlamentare a presidenziale.
Senza alcuna vergogna sono caduti tutti i veti incrociati dei partiti. Una stomachevole ammucchiata da LeU alla Lega, con la sola finta opposizione “patriottica e responsabile” della Meloni che, schiacciata dall'appoggio incondizionato a Draghi di Lega e Forza Italia ha pensato fosse più conveniente starne fuori.
Sappiamo tutti chi è Draghi e quello che ha fatto per servire il capitalismo e l'imperialismo, avvallando la politica di lacrime e sangue verso i Paesi con alto debito come la Grecia e la stessa Italia. Basti ricordare quando era governatore della BCE e firmò la famosa lettera che chiedeva al governo Monti il taglio dei servizi pubblici, delle pensioni, il contenimento dei salari e dei diritti dei lavoratori, lo smantellamento del pubblico impiego, l'introduzione del pareggio in bilancio in Costituzione.
Adesso è chiamato a gestire i soldi del Ricovery Fund tutelando gli interessi dei capitalisti e a portare a fondo le controriforme della pubblica amministrazione, delle pensioni e del lavoro, del fisco e della giustizia. Il tutto mantenendo l'Italia saldamente europeista e atlantista, cioè vincolata all'Unione Europea e alla Nato, che hanno brindato al suo insediamento.
Ma per i lavoratori e le masse popolari c'è poco da stare allegri. Non sono d'accordo su chi ha detto che questo governo non spingerà forte sulla macelleria sociale. Sull'altare del rientro dal debito pubblico, che ha raggiunto livelli stratosferici, è facile immaginare che ancora una volta saranno sacrificate le pensioni, lo stato sociale, il blocco dei licenziamenti, il Sud, la cassa integrazione e l'avvio dei licenziamenti di massa. Tutto senza opposizione e con la piena complicità di Cgil, Cisl e Uil e con Landini in prima fila.
Noi invece invitiamo le masse lavoratrici e popolari a stare decisamente all'opposizione di questo governo e continuare a praticare la lotta di classe come unica e irrinunciabile arma per difendere i propri diritti, lottare per l'occupazione, i contratti, gli aumenti salariali e la tutela della salute. In sostanza per difendere gli interessi del popolo contro gli interessi della classe dominante borghese rappresentata dal governo del banchiere massone Draghi.
L'esperienza dell'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi va in questa direzione e il successo dello sciopero del 29 gennaio ha lanciato segnali incoraggianti. Certo vi hanno partecipato in massa solo alcuni settori, ma come abbiamo detto più volte, questo era solo la prima tappa di un percorso che prevede ulteriori sviluppi e un maggiore radicamento delle Assemblee combattive su tutto il territorio nazionale. Da sottolineare anche l'importante, combattiva e tempestiva manifestazione a Roma di giovedì scorso, nel giorno della fiducia a Draghi, che ha dimostrato che se manteniamo l'iniziativa, agiamo uniti e in maniera risoluta si può occupare la piazza e fare manifestazioni anche nazionali ben riuscite, anche con la pandemia. La polizia e la questura hanno cercato d'impedire e boicottare la manifestazione negando l'accesso a Montecitorio, tanto per far capire fin da subito il carattere autoritario, antioperaio, antipopolare del Governo Draghi.
Ma non basta. Occorre costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali e culturali che non siano ingabbiate nel riformismo, il parlamentarismo, il costituzionalismo per un opposizione netta, intransigente, senza esclusione di colpi, sconti e soste al governo Draghi, inquadrata in un ottica anticapitalista.
Nell'immediato sono d'accordo nel lavorare per ampliare e moltiplicare le mobilitazioni su tutto il territorio, a partire dallo sciopero dell'8 Marzo ridando a questa data il suo carattere di classe e proletario al posto delle teorizzazioni femministe piccolo-borghesi, tanto più in una fase in cui le donne sono licenziate e ricacciate tra le mura domestiche come dimostrano i dati Istat. Bene anche una manifestazione per il Primo Maggio, molto meglio se nazionale.
E fin da adesso dovremo lavorare per organizzare, appena ce ne saranno le condizioni, la manifestazione nazionale a Roma contro il governo già in programma, affinché sia la più ampia possibile e raggruppi e compatti tutta l'opposizione di classe, anticapitalista e di sinistra del nostro Paese. Un passo fondamentale, come ha dichiarato il compagno dello Slai Cobas, per rilanciare la lotta contro il padronato e il governo Draghi.
 
 

24 febbraio 2021