Agguato all'ambasciatore Attanasio in Congo
Altre due vittime della politica imperialista dell'Italia
Draghi ritiri tutti i militari italiani all'estero

 
Lunedì 22 Febbraio l'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, il carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, l'autista, sono stati uccisi in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale. Viaggiavano in un convoglio formato da due veicoli del World Food Programme che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue. A bordo c'erano in tutto 7 persone.
La strada su cui è avvenuto l'attacco era stata ritenuta "sicura", quindi il Wfp ha fatto sapere che "il convoglio era stato autorizzato senza scorta di sicurezza".
L'agguato è avvenuto intorno alle 10.15 presso Kibumba. Un commando di 6 uomini armati ha esploso dei colpi di avvertimento verso la macchina sulla quale viaggiavano l'ambasciatore Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l'autista Milambo, uccidendo quest'ultimo.
Attanasio e Iacovacci, probabilmente feriti, vengono invece portati nella foresta. A poche centinaia di metri si trovava una pattuglia dell'Istituto congolese per la conservazione della natura e un’unità dell'esercito congolese, giunti in soccorso dei rapiti. Durante lo scontro a fuoco con i ranger del Virunga, Attanasio è rimasto colpito e i ribelli hanno iniziato a scappare portando con loro Iacovacci, che hanno ucciso poco dopo lasciando lì il corpo, poi raggiunto da esercito e ranger.
Il ducetto ministro degli esteri Luigi Di Maio, riferendo alla Camera il 23 febbraio ha dichiarato sulla vicenda: “L’imboscata di lunedì, è avvenuta in una regione dal contesto securitario assai fragile” il Congo “incarna alcune delle contraddizioni del continente africano, enormi ricchezze naturali, povertà e violenza” avendo “la seconda riserva di rame al mondo, un quarto dell’oro globale, un terzo dei diamanti, l’80% di cobalto e coltan, minerali sempre più ricercati per cellulari e batterie, ma è uno dei fanalini di coda per indice di sviluppo umano”. Infatti sono “oltre 13 su 99 i milioni di congolesi in situazione di grave precarietà” e nel paese “si contano oltre 120 gruppi armati, proliferano autorità paramilitari e forze ribelli, che da decenni si contendono il controllo del territorio, alimentando un’economia informale di guerra che vive dello sfruttamento illegale delle risorse minerarie, di contrabbando ed estorsioni”.
Dato l'alto numero di gruppi armati nel paese è difficile ancora oggi stabilire esattamente chi abbia compiuto l'agguato,quanto alla responsabilità politica è chiara come il sole a mezzogiorno: Attanasio e Iacovacci sono le ultime due vittime della politica imperialista e interventista italiana al servizio dei monopoli nostrani che vede il nostro Paese impegnato anche nel Congo a esportare capitale, spartirsi con gli altri paesi imperialisti (fra i quali la Cina, presente massicciamente in Congo fin dal 2009) l'enorme riserva di materie prime e il controllo delle terre dei contadini, alimentando quindi l'odio della popolazione locale e dei combattenti antimperialisti, i quali non possono certo usare i fiori per liberarsi dei loro oppressori, nell'ambito della lotta per l'indipendenza nazionale e contro l'imperialismo.
È dunque necessario che le truppe dei paesi imperialisti si ritirino dal Congo e da tutti i paesi occupati, anche perché è l'unica soluzione per impedire che vi siano nuove vittime come Attanasio e Iacovazzi.
In particolare per quanto riguarda l'Italia chiediamo al governo del banchiere massone Draghi di ritirare le truppe italiane da ogni paese in cui sono presenti, in rispetto fra l'altro della (ormai defunta) Costituzione borghese del 1948 e invitiamo tutti i sinceri antimperialisti ad appoggiare le guerre di liberazione nazionale dei popoli e delle nazioni oppresse, a lottare contro l'Ue imperialista, la quale non si può riformare e va distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia e per la distruzione e il ritiro del nostro Paese da tutte le organizzazioni economiche, politiche e militari al servizio dell'imperialismo, dall'Onu alla Nato al FMI, lottando nel contempo per l'abolizione dell'esercito professionale e la reintroduzione della leva obbligatoria, tagliando decisamente le spese militari e riconvertendo l'industria bellica italiana alla produzione di materiale sanitario di prevenzione, cura e diagnosi contro il micidiale coronavirus, oltre che per finanziare il Reddito di Emergenza di 1200 euro al mese per tutti i disoccupati, i senza reddito e i migranti per tutta la durata della pandemia.
Per liquidare definitivamente l'imperialismo e le sue guerre dalla faccia della terra e quindi impedire per sempre che mieta vittime innocenti e devasti il pianeta occorre lottare per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è poi la madre di tutte le questioni.


3 marzo 2021