Indagati Appendino (M5S), Fassino (PD) e Chiamparino (PD) per l'aria inquinata
Solidarietà del caporione leghista Salvini

 
Torino è la città più inquinata d'Italia. A certificarlo sono i nuovi dati di “Mal'aria”, il report annuale di Legambiente sull'inquinamento atmosferico nelle città italiane, che ha mostrato come nel corso del 2019 e nelle prime tre settimane del 2020, il capoluogo piemontese si conferma primo della classe in questa particolare e poco gradita classifica.
Le cose per Torino non vanno meglio nemmeno se si considera l'intero decennio 2010-2019 periodo nel quale la città è stata prima in classifica 7 volte su 10, con un totale di 1086 giorni di inquinamento. Il capoluogo piemontese è in compagnia di ben il 28% delle città monitorate da Legambiente, che hanno superato i limiti giornalieri di Pm10 tutti gli anni, 10 volte su 10.
 

La denuncia degli ambientalisti
Una situazione insostenibile, che ha portato al centro di una inchiesta della Procura di Torino per il reato di inquinamento ambientale tutti gli amministratori pubblici che dal 2015 a oggi hanno avuto a che fare con la gestione dell'elevata concentrazione di smog nell'aria.
La denuncia alla Procura è stata presentata dall’avvocato Marino Careglio per conto del Comitato “Torino Respira”, nella quale emergeva come i dati del Servizio epidemiologico dell’Arpa Piemonte confermassero che gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico nella Città di Torino, in particolare degli alti livelli di Pm10 e biossido di azoto, “provocano 900 morti all’anno e riducono la speranza di vita dei cittadini di 22,4 mesi”.
Oltre alla fondamentale questione dell'analisi dei dati dell'Arpa Piemonte che ha dato il via all'inchiesta, nel corso di questi anni essa stessa si è arricchita di alcune consulenze che hanno evidenziato come gli amministratori in questione non abbiano messo in pratica tutti i provvedimenti necessari a combattere l'incremento incessante dell'inquinamento dell'aria. Per il comitato infatti “le misure e gli atti intrapresi dalla Regione e dal Comune, enti preposti dalla legge alla gestione della qualità dell’aria nella città di Torino, sono e sono state del tutto inadeguate.”.
L'evidenza dei fatti è poi stata confermata prendendo in esame un raffronto tra l'inquinamento della città prima della pandemia e quello durante il lockdown totale della scorsa primavera, quando il traffico si era ridotto quasi a zero e le fabbriche continuavano a lavorare, e i valori di sostanze inquinanti nell'aria erano precipitati, a dimostrazione del ruolo che ha soprattutto la circolazione delle auto nella composizione dello smog.
 

Sindaci, Assessori e Presidenti di Regione indagati per “inquinamento Ambientale”
Sono in tutto nove gli avvisi di garanzia a sindaci, presidenti di Regione e assessori all'ambiente degli ultimi cinque anni, che riaprono una procedura stoppata per anni, quando il fascicolo era arrivato sulla scrivania dell'allora procuratore capo Armando Spataro ed era rimasto fermo senza che fossero presi dei provvedimenti.
Oggi gli indagati sono Piero Fassino e Chiara Appendino, Sergio Chiamparino e anche Alberto Cirio, fino a arrivare a Stefania Giannuzzi, e ancora Alberto Unia, Enzo Lavolta, Alberto Valmaggia e Matteo Marnati; tutti si dicono indispettiti e sorpresi da un provvedimento del genere, continuando a ripetere alla stessa stregua di un nastro rotto la solita solfa, e cioè che avrebbero operato nel pieno rispetto della normativa italiana e europea, non solo per dovere di legge ma anche perché la qualità dell’aria e il rispetto dell’ambiente rappresenterebbero per loro una priorità assoluta.
L'attuale sindaca di Torino a esempio, la pentastellata Chiara Appendino già condannata per il caso Ream a 6 mesi per falso in atto pubblico e a un anno e mezzo per la tragedia di Piazza San Carlo, respinge le accuse ribadendo che il lavoro di questa amministrazione a difesa della qualità dell'aria, dell'ambiente e della sostenibilità è sotto gli occhi di tutti, e gli sforzi e le iniziative messe in campo in questi anni ci sono stati riconosciuti anche a livello europeo".
Le fanno eco l'ex sindaco Piero Fassino che si definisce addirittura “Sconcertato e stupito”, l'ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, e anche
Enzo Lavolta, vicepresidente del consiglio comunale di Torino e aspirante candidato sindaco per il “centro-sinistra” che dichiara di provare “un senso di stupore nel vedermi indagato insieme a altri amministratori (…) E' una materia complessa che abbiamo affrontato sempre con attenzione, determinazione e impegno. Con risultati concreti. Evidenze che mostrerò agli organi competenti e che tuttora rappresentano un pallino irrinunciabile della mia azione politica”.
L’assessore all’ambiente della giunta Cirio, Matteo Marnati, parla invece di situazione “ereditata” e, rilanciando una serie di misure che stanno per essere messe in pratica, non si risparmia una stoccata al governo nel tentativo di rimpallare la responsabilità, affermando che renderà note “tutte le misure che abbiamo messo in campo, come i bandi per la sostituzione dei veicoli aperti lo scorso anno per 7milioni di euro, mentre stiamo ancora aspettando i 10 promessi per il 2020 dal governo”.
 

Tante parole e un nulla di fatto
In realtà i prodigi delle amministrazioni comunali torinesi e delle giunte regionali del Piemonte, negli anni si sono fermate ad alcune insufficienti Ztl e semafori per il blocco del traffico, ma con tantissime deroghe come ad esempio orari troppo limitati, che alla fine per compiacere alcune categorie di trasporti avevano praticamente azzerato l'effetto.
Inesistenti poi i controlli che secondo il Comitato promotore della denuncia, avevano prodotto solo 39 rilevamenti di effrazioni nel 2015 e 137 nel 2016 a coloro che non rispettavano neppure i seppur miti divieti alla circolazione. Praticamente nulla in confronto a una situazione sempre caotica e di evidente non rispetto delle regole.
Lo zero assoluto, ovviamente in termini pratici e al di là dei proclami sempre molto vivaci e coloriti anche su questo argomento, sulla gestione del riscaldamento domestico da fonte fossile nei periodi nei quali le restrizioni riguardavano anche il non superamento delle temperature interne imposte.
 

Salvini solidarizza per il “bene di tutti”
I benefici effetti dell'appoggio bipartisan al governo del banchiere massone Draghi sta dando i suoi frutti, compattando destra e “sinistra” del parlamento nero; ecco infatti che il caporione della Lega Matteo Salvini è corso immediatamente in soccorso degli indagati piemontesi, schierandosi apertamente contro la denuncia degli ambientalisti e solidarizzando con gli amministratori: “La mia solidarietà agli 'indagati' e alle migliaia di amministratori pubblici che ogni giorno svolgono con impegno e passione il loro lavoro. 'Indagati' per inquinamento? Mah...”.
Ma d'altronde, ognuno ha i suoi amministratori da qualche parte e quindi l'interesse è comune nel difenderli, e Salvini non dimentica certo che situazioni simili a Torino sono ad esempio nell'area Padana a trazione leghista, che da sempre rappresenta una zona fra le più inquinate non solo d'Italia, ma anche d'Europa per concentrazione di smog e estensione del rischio.
Si sa che il pesce marcio puzza dalla testa e infatti le inefficienze delle amministrazioni locali dipendono anche dagli indirizzi dei Ministeri e dei Governi che si sono succeduti che su questo tema non hanno saputo far altro che allargare le braccia di fronte ai dati in costante peggioramento, proclamando però di aver sempre fatto quanto era nelle loro corde.
Ma intanto i contributi per la cosiddetta “transizione energetica” sono insufficienti, a partire da quelli per l'abbandono delle fonti fossili che sono ridotti a briciole se paragonati all'entità del problema.


3 marzo 2021