Contro gli ignobili e oscurantisti manifesti affissi da “Pro vita & famiglia”
Riuscito presidio per fermare la reazionaria campagna contro l'aborto in Romagna

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Si è svolta sabato 27 febbraio in Piazza Ordelaffi a Forlì di fronte alla Prefettura una partecipata manifestazione che raccolto tante associazioni della Romagna, ancora una volta, contro i vigliacchi attacchi al diritto di aborto e alla pillola anticoncezionale.
Sono passati oltre 40 anni dall’Istituzione della legge 194, tra l’altro spesso non o mal applicata, ma non sono mai terminati i tentativi di cancellarla e costringere le donne a tornare a una condizione medioevale, o fascista per riferirci a un periodo più vicino, e quindi più pericoloso, ma egualmente “buio” e repressivo.
Lo slogan della manifestazione era: "La mia libertà di scelta la Pretendo e #MelaPrendo", in riferimento ai manifesti affissi in tutta la Romagna da parte dell’Associazione “Pro vita & famglia” che ritraggono una donna morta dopo aver dato un morso a una mela e la scritta “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva Ru486: mette a rischio la salute e la vita delle donne e uccide il figlio nel grembo” e l’“#dallapartedelledonne”, all’interno di una campagna contro l’aborto che ha visto anche l’esibizione con camion “vela” di altri deliranti manifesti come “Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta. #StopAborto”.
Manifesti che avevano suscitato molte indignate critiche assieme alla pressante richiesta di rimuoverli immediatamente. Richiesta che invece era stata negata anche da sindaci di “centro-sinistra” col pretesto che pur se il messaggio era sbagliato era però diritto di chi li aveva promossi di affiggerli, mentre le associazioni insistevano sulla disinformazione e sul messaggio pericoloso e fuorviante che generavano.
Il Forum delle Donne di Forlì denuncia: “In quei manifesti si paragona, in maniera ignobile e antiscientifica, un farmaco al veleno”. “Ci mobilitiamo in coordinamento con realtà che ci sostengono da tutta la Romagna - afferma l’associazione ‘Un secco No’ - in risposta alle campagne di disinformazione sostenute dalle forze estremiste della destra italiana ed europea che arrivano oggi a tappezzare le pubbliche affissioni e gli spazi delle nostre città con un messaggio distorto e antiscientifico, con l’obiettivo di riportare le donne a una condizione di sottomissione, che diffondono una visione oscurantista della donna senza libertà di scelta sul suo corpo e sulla sua vita". Altre donne puntano il dito sui femminicidi denunciando che “non sono casi, che gli autori di queste violenze non sono facilmente liquidabili come mostri, che questo 'massacro’ di genere inizia nella quotidianità, dalla precarietà lavorativa e dalla disoccupazione, dal debole potere di rappresentanza nelle istituzioni e nella socialità, dalla rappresentazione oggettificata del corpo e della sessualità, ma soprattutto dall’attacco sistematico e subdolo al diritto civile di autodeterminazione, che ha il suo fondamento nel diritto all’aborto".
La replica di “Pro Vita & Famiglia Onlus” è arrivata per bocca dell'avvocato Francesco Minutillo, il quale è da sempre un esponete dei partiti fascisti, da Alleanza nazionale a La Destra di Storace a Fratelli d’Italia, per poi “ritirarsi” l’anno scorso per “consapevolezza di dover d’ora innanzi dedicare le mie energie nel vero fronte aperto per il futuro della nostra stirpe italica… diffondere il vero messaggio evangelico dell’autentico spirito cristiano… supremazia Cristiana quale unica e vera Fede e religione”. L’Associazione “Provita” ha anche realizzato un manifesto reazionario per l’8 Marzo dove si afferma che “Incoraggiare una visione di 'donna emancipata'” significherebbe “mortificare la donna, annullare la donna”. Un motivo in più per contrastare questa oscurantista, reazionaria e fascista organizzazione.
I marxisti-leninisti forlivesi denunciano la retrograda e oscurantista campagna contro il diritto di aborto e la pillola Ru486, chiedono l'immediata rimozione dei vergognosi e ignobili manifesti in questione e sostengono con forza quanto scritto per celebrare l’8 Marzo dalla compagna Monica Martenghi, Responsabile della Commissione donne del CC del PMLI: “La crisi sanitaria, economica e sociale in corso ha arretrato di diversi anni la condizione femminile e ha approfondito il solco delle disuguaglianze e delle disparità di genere… In questa situazione il governo Draghi non è certo la salvezza ma una vera iattura per le donne… Stando così le cose le operaie, le lavoratrici, le masse femminili sfruttate e oppresse non possono che stare all'opposizione del governo del banchiere massone Draghi… Per noi marxisti-leninisti le due leve fondamentali dell'emancipazione delle donne sono il lavoro e la socializzazione del lavoro domestico. Due grandi battaglie strategiche che non potranno essere vinte completamente fermo restando il sistema capitalistico ma che avranno bisogno della conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato per realizzarsi pienamente e stabilmente… Celebriamo l'8 Marzo contro il banchiere massone Draghi, per l'emancipazione delle donne e la difesa dei loro diritti e interessi, per la parità di genere, per il socialismo e il potere politico del proletariato!”.

10 marzo 2021