Riflettendo sul documento dell'Ufficio politico del PMLI sul Bicentenario della nascita di Engels
Studiamo le opere di Engels, gigante del socialismo scientifico. Che tutti i giuristi democratici aprano la loro mente studiando le sue opere

di Gior - Roma
Il documento dell'Ufficio politico del nostro Partito del 7 Novembre scorso (pubblicato su Il Bolscevico n. 39/2020) in occasione del secondo Centenario dalla nascita del Maestro Federico Engels è un'esemplare sintesi della vita, del pensiero e dell'importanza storica di questo gigante del movimento internazionale die lavoratori, fondatore con Marx del socialismo scientifico al quale noi marxisti-leninisti aderiamo incondizionatamente.
Il documento dell‘UP ha innanzitutto evidenziato l‘importanza che il movimento internazionale dei lavoratori ha da sempre tributato a Engels sin dai tempi della I Internazionale, che egli guidò insieme a Marx, e della II Internazionale, nella quale egli combattè strenuamente per garantire l'ortodossia marxista, fino alle esperienze sovietiche e cinesi, nelle quali il pensiero di Engels permeò tali società nel nome del socialismo scientifico, come testimoniano gli innumerevoli omaggi a lui dedicati da parte di Lenin, Stalin e Mao.
Il Partito ha ben sintetizzato la vita e l'opera di Engels, entrambe illuminanti.
Per ciò che riguarda la vita, Engels dimostra come un borghese - quale egli era in origine - sia pienamente in grado, attraverso il pensiero scientifico, di smascherare e demistificare le strutture economiche e le sovrastrutture culturali, sociali, politiche e giuridiche create dalla stessa società alle quali lo stesso borghese appartiene per approdare a conclusioni che sono contrarie ai propri meschini interessi materiali, in nome della verità. Engels, e il Partito lo ha messo bene in evidenza, fornisce inoltre un concreto esempio di vita per tutti noi nella profonda amicizia che lo legò per tutta la vita a Marx, un esempio di fratellanza, di condivisione, di unità di intenti che ha generato un pensiero che avrebbe cambiato il mondo e che indica ai lavoratori di tutti i Paesi che soltanto l‘unità nelle lotte sociali e politiche può cambiare la società, e indica altresì a ogni Partito, che si richiami agli ideali che i due fondatori del socialismo scientifico hanno elaborato, che dev'essere unito e compatto, pur nella doverosa dialettica di pensiero. Engels, ci ricorda il Partito, rinnegò di fatto il suo status sociale di figlio di un ricco industriale, trattando l'amico bisognoso Marx come un fratello, aiutandolo tantissimo quando aveva bisogno, e questo è un grande esempio per tutti noi che a nostra volta dobbiamo fare altrettanto con lo stesso spirito e la stessa generosità, nei limiti delle nostre possibilità.
Un altro aspetto positivo ed esemplare della personalità di Engels che il Partito ha messo in evidenza è la profondissima umiltà del Maestro, che tanto stride con la spocchia e l'arroganza dei tanti intellettuali borghesi che si vedono sugli schermi televisivi, e non solo: “Vicino a Marx - scrisse al vecchio amico J. Ph. Becker il 15 ottobre 1884 - non ero che il secondo violino ” si legge nella citazione che l‘Ufficio politico fa di una lettera di Engels, e questo è già di per sé un omaggio.
All'insigne qualità di vita del Maestro si accompagna un'opera gigantesca sotto il profilo scientifico, come il documento dei compagni dell'Ufficio politico ha sintetizzato in modo esaustivo.
Per ciò che riguarda la concezione del mondo l'UP sottolinea che “il materialismo dialettico è la concezione più rivoluzionaria mai apparsa nella storia perché il carattere rivoluzionario della dialettica anima il punto di vista materialistico, che tendenzialmente è progressivo e rinnovatore” : ebbene, il materialismo dialettico è stato elaborato soprattutto da Engels, e basterebbero a dimostrarlo testi come l'“Antiduhring” e “Dialettica della natura”.
Per ciò che riguarda la dottrina dello Stato in Engels il documento ha messo nella più chiara evidenza come alla base del fondamentale testo di Lenin, “Stato e rivoluzione”, c'è “L‘origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” di Engels scritto un trentennio prima, nel quale l'insigne pensatore tedesco ha demistificato la dottrina giuridica di impronta idealistica creata dalle classi dominanti sin dall'origine della storia dell'umanità per abbindolare le classi subalterne: lo Stato, afferma in sintesi Engels, non è altro che un apparato burocratico che ha sempre avuto il compito di mantenere la pace sociale nei conflitti di classe, e che costituisce una vera e propria truffa ideologica per le classi sociali che, in qualsiasi società finora esistita, siano state subordinate, tranne che nella società socialista, dove sono gli stessi lavoratori in armi a garantire che tale apparato schiacci o rieduchi i vecchi sfruttatori e parassiti sociali, così che gradualmente lo stesso Stato potrà estinguersi dopo avere esaurito la sua funzione.
Per ciò che riguarda il pensiero di Engels sulla violenza rivoluzionaria, bene ha fatto il Partito a ricordare che in modo truffaldino “i revisionisti antichi e moderni sostengono che Engels negli ultimi mesi prima della sua morte abbia rinunciato alla lotta armata” , e a confutare tale aberrante tesi attribuita a chi, come Engels, fu rivoluzionario per tutta la vita il documento cita alcune lettere scritte pochi mesi prima di morire, nelle quali il Maestro ribadiva fino alla fine dei suoi giorni la necessità della lotta armata rivoluzionaria per la costruzione del socialismo.
Per ciò che riguarda il pensiero di Engels riguardo alla famiglia, il Partito mette bene in luce le sue conclusioni scientifiche ne “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”, dall'opera dello statunitense Lewis Henry Morgan, universalmente riconosciuto come uno dei fondatori dell'antropologia culturale, il quale studiò la cultura materiale e immateriale di numerosi gruppi etnici di nativi americani ancora rimasti isolati dalla cultura europea, e che giunse alle conclusioni che, poiché le società umane più semplici non avevano ancora raggiunto gli stadi culturali più elevati del progresso, potevano essere ritenute simili alle società umane che si svilupparono prima dell'invenzione della scrittura, ossia che si svilupparono nella preistoria.
Uno degli insegnamenti fondamentali che ci vengono qui da Engels - si legge nel documento dell'UP - è che la famiglia non è un’istituzione assoluta, sacra, eterna e immutabile, non è il frutto della naturale vocazione dell’essere umano, né tanto meno è ispirata e ordinata da un disegno divino. Essa non è sempre esistita, ma nasce, si sviluppa e si trasforma storicamente in base agli sviluppi e alle trasformazioni sociali e, in ultima istanza, è il riflesso della base economica di una determinata epoca storica. E la famiglia borghese è un caposaldo del sistema capitalistico” . “Engels ci insegna - conclude il Partito - che nel capitalismo la famiglia è uno strumento di oppressione delle masse femminili e chiarisce come la schiavitù e l’oppressione della donna nella famiglia e nella società non sono sempre esistite, ma che esse coincidono con l’avvento della famiglia monogamica” , per cui l'unica risposta di emancipazione della donna è nel socialismo.
Il Partito marxista-leninista italiano non poteva poi tralasciare l'interesse di Engels riguardo all'Italia, e nel documento si mettono giustamente in rilievo alcune sue analisi sociopolitiche sulla situazione dell'epoca: interessantissima è la citazione di Engels laddove egli indica - nel pieno svolgimento della prima guerra di indipendenza italiana che vide contrapposti da una parte il piccolo Regno di Sardegna e dall'altra una grande potenza come l'Impero d'Austria - nella “sollevazione di massa, guerra rivoluzionaria, guerriglia dappertutto” il solo ed esclusivo mezzo “con cui un piccolo popolo può vincere uno grande, e un esercito meno forte resistere contro un esercito più forte e meglio organizzato” . Giustamente, poi, viene messo in evidenza il peso che il pensiero di Engels ebbe all'interno del movimento socialista italiano per smascherare gli opportunisti come Turati, Kulishoff e Labriola.
Sull'elaborazione del concetto di socialismo, poi, il documento dell'Ufficio politico individua nell'opera “L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza” il testo fondamentale di sintesi del pensiero suo e di Marx, con il quale si contrappone al socialismo utopistico il socialismo scientifico, contraddistinto quest'ultimo - indica il documento dell'UP - dal metodo dialettico per ciò che riguarda la filosofia, dalla concezione materialistica della storia per ciò che riguarda la storiografia e dalla teoria del plusvalore per ciò che riguarda l'economia. Il documento non manca di evidenziare che “il socialismo scientifico è l'espressione teorica del movimento proletario, cioè esso esprime gli interessi del moderno proletariato industriale” e che esso “è il prodotto specifico dell'epoca della grande industria, dato che in ogni altra epoca in cui non fossero ancora maturate le oggettive premesse materiali della trasformazione socialista della società esso sarebbe stato impossibile” .
L'Ufficio politico, infine, lancia un commosso appello affinché tutti noi marxisti-leninisti prendiamo incondizionatamente “esempio da Engels e dai suoi insegnamenti per portare fino in fondo i nostri compiti rivoluzionari, dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso e aprire la strada per l’avvento dell’Italia unita, rossa e socialista” e ricorda che nella Prefazione all'edizione italiana del “Manifesto del Partito Comunista” del 1893 Engels invoca per l'Italia un “nuovo Dante, che segni l’ora della nascita di questa era proletaria” .
Ebbene, in Italia esiste questo Dante del socialismo, esso è, come indicato dall'Ufficio politico e come personalmente invito tutti a indicare, il Partito marxista-leninista italiano, una “filosofica famiglia” (1) che, per citare proprio Dante, lucidamente da molti decenni applica concretamente, nella teoria e nella prassi, la scienza elaborata e profusa a piene mani, tra gli altri, da Engels, “maestro di color che sanno” (2).
Rendo pertanto pubblicamente omaggio al nostro Partito per avere esso celebrato il compagno Engels e invito tutti i compagni, e soprattutto i più giovani, a studiare le opere di questo gigante del socialismo scientifico.
Infine, da giurista e da studioso del diritto, lancio un appello a tutti i giuristi sinceramente democratici, anche non marxisti, che vogliano realmente e senza pregiudizi aprire la loro mente: affermo senza ombra di dubbio che, tra tutte le numerose centinaia di testi scientifici di carattere giuridico (diritto positivo, diritto comparato, storia del diritto, sociologia del diritto, logica giuridica) che ho studiato costantemente sin dall'università quelli che più di tutti hanno inciso più profondamente sulla mia formazione sono “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Engels” e Stato e rivoluzione” di Lenin. L'opera di Lenin ha un fortissimo debito nei confronti di quella di Engels, e se il rivoluzionario bolscevico non fosse salito sulle spalle di un gigante del pensiero scientifico come Engels non sarebbe mai giunto alle conclusioni cristalline sulla definizione di Stato, una definizione valida anche ai giorni nostri.
Se Marx con il suo Capitale ha scoperto scientificamente la realtà dei rapporti economici (la struttura) all'interno delle società denunciandone le contraddizioni, allo stesso modo Engels ne “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” ha dato una spiegazione razionale ai rapporti sociali e giuridici (la sovrastruttura) all'interno delle stesse società, demistificando l'ideologia sottostante e smascherandone parimenti i connotati di stampo idealistico.
Engels è realmente un esempio insigne di etica laica, di umanità socialista e di grande pensatore scientifico.
Gloria all'immortale opera del Maestro Federico Engels!
Onore al Partito marxista-leninista Italiano e al suo Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, che portano avanti con onestà e devozione tale opera!
Con Engels e gli altri Maestri del socialismo e il PMLI vinceremo!
“Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!” (3)
Note
 
(1) Inferno, IV, 133
(2) Inferno, IV, 132
(3) K. Marx, F. Engels, Manifesto del Partito Comunista

10 marzo 2021