Reggio Calabria
Arrestato di nuovo il consigliere PD Castorina per brogli elettorali

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Continua ad allargarsi l’inchiesta sui brogli elettorali alle comunali di Reggio Calabria del 20 e 21 settembre 2020. Il 3 marzo, gli agenti Digos coordinati dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, coadiuvato dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dai sostituti Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, hanno posto agli arresti domiciliari altri 5 soggetti accusati di alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Si tratta di Antonino Castorina, consigliere comunale PD più votato nelle file del “centro-sinistra”, considerato la longa manus di questa vergognosa vicenda, già agli arresti domiciliari dal 14 dicembre scorso, al quale vengono contestati ulteriori reati in materia elettorale.
Francesco Laganà consigliere del comune di Calanna (Reggio Calabria), Simone D’Ascola, Antonio Fortunato Morelli (giornalista) e Giuseppe Saraceno (scrutatore), zio acquisito di Castorina. Mentre Antonino Covani, responsabile all’epoca dei fatti del servizio elettorale del comune di Reggio Calabria, è stato sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio.
Indagato anche l’ex consigliere comunale Demetrio Delfino, successivamente rieletto e nominato assessore al Welfare dal sindaco PD Giuseppe Falcomatà, in relazione alla nomina di Castorina a componente della commissione elettorale comunale avvenuta nel gennaio 2018.
Determinanti per lo sviluppo delle indagini sono state le dichiarazioni rilasciate dal presidente di seggio Carmelo Giustra arrestato a inizio inchiesta, che ha confermato “l’accordo” con Castorina, il quale infischiandosene altamente dei regolamenti, gli aveva consegnato la nomina direttamente dalla sua segreteria politica, il venerdì prima delle elezioni, dicendogli: “Vai là, ti incontri con Saraceno, andate aprite il seggio e poi, da lì in poi, fate tutto quello che bisogna fare”.
Giustra, come appurato dagli inquirenti, sarebbe dovuto andare a presiedere il seggio 172 ma essendo già occupato fu dirottato successivamente sul seggio 184. In seguito, presso l’ufficio decentrato di Santa Caterina, venivano rilasciati 31 duplicati di tessere elettorali riferibili a soggetti ultraottantenni tutti iscritti (guarda caso) nella sezione elettorale n.184. Proprio all’interno della segreteria PD, una persona avrebbe consegnato a Giustra una busta contenente i nomi degli ignari anziani con i rispettivi numeri di duplicati di tessere elettorali da annotare nel registro della sezione dove era stato designato.
“Mi ha detto - ha raccontato Giustra ai pm - qua c’è una busta, ci sono dei nomi di persone e ci sono accanto segnate le tessere elettorali. Guarda tu non devi fare altro che annotarle tutte. Mi dice: Vedi che lo dobbiamo fare per forza. Sai, qua siamo in una zona di Archi, qua, là, dobbiamo farlo… non se ne accorge nessuno. Lo devi fare. In qualche modo, piano piano lo fai. Gli ho detto ‘va bene’. Alla fine io devo mettere lo stesso ‘conoscenza personale’ di almeno una cinquantina di persone. Ogni volta che riuscivo a scrivere un nome sul registro, automaticamente mettevamo dentro una tessera”. In base a quanto emerso dalle intercettazioni il giornalista Morelli avrebbe addirittura passato a Giustra, dalla finestra del seggio elettorale, un pizzino contenente i nomi di altri 14 elettori.
Ovviamente, tutte le preferenze dovevano andare a Castorina, ma per non dare troppo nell’occhio Giustra, alcune volte, le assegnava a Falcomatà e ad altri candidati consiglieri PD.
Insomma, l’inchiesta sui brogli elettorali, contenuta in un dossier di ben 112 pagine, delegittima ancora di più la vittoria dell’imbroglione Falcomatà e della sua giunta antipopolare di “centro-sinistra”, già bocciati alle ultime elezioni dalla vittoria dell’astensionismo.
Segno evidente di come l’elettoralismo borghese, sempre meno praticato dalle masse popolari, ha ormai toccato il fondo della degenerazione e la dimostrazione di come i politicanti borghesi al servizio del regime capitalista e neofascista sono in grado utilizzare qualsiasi mezzo a loro disposizione, pur di restare seduti sulle loro comode poltrone del potere e proteggere così i loro sporchi interessi.
 

10 marzo 2021