Pubblica amministrazione
Renato Brunetta (FI)

Renato Brunetta è stato chiamato dal banchiere massone Draghi a rivestire il ruolo di ministro della Pubblica Amministrazione, lo stesso incarico assunto nell'ultimo governo Berlusconi.
Nato a Venezia 70 anni fa proviene da una famiglia umile (che aveva una bancarella di souvenir nella città lagunare), circostanza questa che non gli ha impedito di diventare un acerrimo nemico dei lavoratori, in particolare di quelli pubblici.
Studia alla Scuola di scienze politiche ed economiche di Padova dove si laurea e in seguito assume diversi incarichi. Mentre svolge l'attività di professore universitario, negli anni '80 inizia la sua carriera politica nelle file del Partito socialista. Fedelissimo di Craxi diventa consigliere economico nel suo governo e poi in quelli guidati da Amato e Ciampi.
Dopo che Tangentopoli ha travolto il PSI si ricicla in Forza Italia di Berlusconi, che accoglierà tanti reduci del partito di Craxi che le indagini dei giudici milanesi riveleranno essere uno dei più corrotti e immerso fino al collo negli scandali della “Milano da bere”.
Dopo aver cambiato padrone e diventato stretto collaboratore e amico personale del neoduce di Arcore assume diversi incarichi in Forza Italia, fino ai giorni nostri: nella passata legislatura è stato capogruppo del partito alla Camera. Nel frattempo si è candidato due volte a sindaco di Venezia ma entrambe le volte è stato sconfitto.
Nel 2008 viene nominato Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione nel quarto governo Berlusconi. L'amministrazione pubblica è messa in ginocchio dai tagli alla spesa e del personale, dall'utilizzo del precariato, negli uffici si utilizzano computer, software e reti internet più obsoleti di quelli in possesso dei comuni cittadini.
Ma la “riforma” che porta il suo nome, chiamata impropriamente anche “anti-fannulloni”, prende di mira i lavoratori. I dipendenti pubblici, additati come lavativi e scansafatiche, vengono divisi in fasce e il salario accessorio, che compensa quello minimo, concesso solo ai “più meritevoli”, cioè a quelli scelti a discrezione dall'azienda pubblica.
La controriforma prevede la decurtazione dalla retribuzione per ogni evento di malattia, a prescindere dalla durata, nei primi dieci giorni di assenza, “di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento accessorio”. Le amministrazioni dovranno inoltrare obbligatoriamente la richiesta di visita fiscale anche nel caso di assenza per un solo giorno, la fascia oraria per il controllo diventa molto più ampia. Il pubblico impiego irregimentato come una caserma.
Aggressivo, astioso, fustigatore dei cattivi costumi e inflessibile verso gli altri, ma poi è il primo a fare il “furbetto”. Mentre gridava in continuazione contro l'assenteismo degli impiegati pubblici, il periodico L'Espresso scopriva che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne facevano un deputato modello. Varcava la soglia poco più di una volta su due, ben attento a non scendere sotto il 50%, perché in tal caso l’indennità per le spese generali viene dimezzata.
Ricordiamo lo show neofascista tenuto dal ministro a un convegno a Roma nel Giugno 2011 che spiega più di molte parole il disprezzo che questo personaggio nutre nei confronti dei dipendenti statali. Al termine del suo intervento, un gruppo di precari chiede la parola. Una giovane sale sul palco, ha appena il tempo di dire "Sono della rete di precari al servizio della pubblica amministrazione" che il ministro l'interrompe: "Grazie, arrivederci buongiorno. Questa è la peggiore Italia".
Poi fugge, senza ascoltare le domande dei lavoratori, strappando lo striscione che essi reggono: "Si scrive innovazione, si legge precarietà". Le scene successive,che si vedono nel video postato su centinaia di siti internet, mostrano Brunetta che si rintana velocemente nella macchina ministeriale, la quale parte rischiando di mettere sotto un precario strattonato dal servizio d'ordine.
Concludendo possiamo dire senza possibilità di essere smentiti che la nuova nomina di Brunetta a Ministro della Pubblica istruzione equivale a una dichiarazione di guerra del governo del banchiere massone Draghi ai lavoratori del pubblico impiego.
 

10 marzo 2021