Le nostre radici

Abbiamo voluto chiudere l'anno del centenario della morte di Marx con la pubblicazione integrale su "Il Bolscevico"' del celebre articolo Carlo Marx ove Lenin traccia una preziosa sintesi della vita e del pensiero del fondatore del socialismo scientifico e del grande Maestro del proletariato internazionale.
Una pubblicazione tanto più necessaria visto il guazzabuglio teorico in cui si sono dimenati quei rarissimi convegni e dibattiti sul tema organizzati da borghesi e revisionisti, che a tutto son serviti fuorché a scandagliare il vastissimo patrimonio teorico e politico lasciato in eredità da Marx.
In Marx e nella sua dottrina scientifica rivoluzionaria stanno le nostre radici. Quelle radici da cui trae linfa vitale il movimento marxista-leninista internazionale e il PMLI che ne costituisce il ramo italiano.
Vogliamo che questo ramo italiano fiorisca e fruttifichi trasformando l'inverno del capitalismo nella primavera del socialismo. Facciamo come Engels, Lenin, Stalin e Mao: non abbandoniamo mai il marxismo, assimilandolo e applicandolo con coerenza e in modo creativo alla nostra rivoluzione. Ecco il segreto della loro vittoria, quel segreto che li ha resi imbattibili, loro che come noi sono stati chiamati a fronteggiare situazioni assai complesse e nemici potenti, alla testa di partiti nati piccoli e poveri. Altrimenti ci ridurremo a un ramo secco che presto si romperà, com'è già accaduto alla socialdemocrazia e al revisionismo moderno per finire ad alimentare il campo della borghesia e della reazione.
Tenendo ben alta la bandiera di Marx dobbiamo vigilare e lottare perché i revisionisti non conquistino mai, a qualsiasi livello, il potere nel Partito e trasformino il PMLI in un partito borghese e revisionista come lo sono il PCI e il PSI.
Collettivamente e individualmente studiamo in continuazione il marxismo, impariamo a conoscere i principi e ogni aspetto della dottrina ma soprattutto impariamo la lezione di Marx: consideriamolo come un'insostituibile guida per l'azione, in grado di fornirci l'orientamento generale e i giusti criteri con cui risolvere le innumerevoli questioni tattiche sul tappeto. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la scienza della rivoluzione, è l'ossigeno degli autentici comunisti e del proletariato rivoluzionario.
Se vogliamo crescere politicamente sani e robusti, riformare la nostra mentalità ed evitare di essere preda del revisionismo, non dobbiamo accontentarci di avere una comprensione abbastanza buona del marxismo. Occorre averne una comprensione completa e soddisfacente. Dobbiamo studiarlo ogni giorno perché il nostro pensiero possa riflettere la situazione in perenne cambiamento, assimilare il nuovo e rigettare il vecchio e perché il Partito possa compiere il grande balzo in avanti. Saranno i successi del nostro lavoro a scandire i successi del nostro studio.
Nel marxismo la classe operaia trova la sua cultura dell'emancipazione; la gioventù, la fonte ove appagare la sua sete di conoscenza e del nuovo; il rivoluzionario, la strada maestra della rivoluzione.
Dopo aver passato decenni a distorcerne, contestarne e confutarne l'essenza rivoluzionaria, ora i revisionisti italiani lo dichiarano superato e frettolosamente si sbarazzano di questa scomoda eredità che non serve ed è d'impaccio a chi, come loro, ha rinunciato definitivamente a ogni idea di socialismo e alla emancipazione della classe operaia dalla proprietà privata capitalistica. Ma non si illudano, finché ci saranno le classi e la divisione in classe l'umanità progressiva non potrà farne a meno.
Mille volte dato per spacciato e mille volte “risorto”, il marxismo ha segnato il corso o profondamente influenzato ogni grande rivolgimento sociale e politico dell'ultimo secolo. E certamente illuminerà il cammino della lotta per il socialismo in Italia perché Marx vive nel nostro Partito e nella rivoluzione.
 
Il Comitato centrale del PMLI
 
Firenze, 26 dicembre 1983