Piano vaccinale anticovid nel caos in Lombardia
In tilt il sistema di prenotazioni. Anziani fatti attendere inutilmente per ore davanti agli ospedali. Bertolaso vuole regalare altri soldi ai privati
L'intera giunta Fontana deve dimettersi

Dal corrispondente della Lombardia
È dall'inizio dell'emergenza pandemica che la Lombardia per inerzia, incapacità e totale assenza di strategia territoriale da parte della giunta guidata dal governatore leghista Attilio Fontana, detiene il triste primato del numero dei contagi e dei morti; è apparso subito chiaro che quella che per anni era stata presentata come “l'eccellenza” nella sanità pubblica esisteva solo nella propaganda e il sistema non è stato in grado di far fronte alla pandemia proprio a causa dei tagli e delle privatizzazioni nel corso degli anni.
Dopo il colpevole caos del primo drammatico periodo con il collasso di tutte le strutture ospedaliere lombarde e gli scandali giudiziari che hanno coinvolto la stessa famiglia Fontana, la giunta è riuscita a far fallire perfino la campagna per la vaccinazione antinfluenzale che quest'anno risultava particolarmente importante per impedire che i sintomi dell'influenza potessero essere confusi con quelli del Covid. Per errori nei bandi e negli ordini i vaccini sono risultati pressoché introvabili cosicché per settimane chi avrebbe voluto vaccinarsi non ha potuto farlo, sono arrivati soltanto dopo la metà di gennaio quando solitamente la campagna volge al termine, con il risultato che ne sono andati sprecati 900 mila buttando complessivamente 10 milioni di euro di soldi pubblici.
Per la drammaticità della situazione, nel patetico tentativo di restare a galla, Fontana organizzando un valzer di poltrone ha fatto un “rimpasto” nella giunta silurando tra l'altro l'assessore al Welfare, il forzista Giulio Gallera ormai impresentabile, sostituendolo con l'ex ministro del governo Berlusconi ed ex sindaco di Milano, Letizia Moratti e a coordinare la campagna vaccinale è stato chiamato il pupillo di Berlusconi Guido Bertolaso, ma nulla è cambiato e, anzi, la situazione nella sanità pubblica è sprofondata sempre più nel caos. La Moratti, che aveva anche proposto una distribuzione dei vaccini alle regioni sulla base del Pil, in un susseguirsi di dichiarazioni contraddittorie aveva detto inizialmente che le vaccinazioni per gli anziani ultraottantenni sarebbero iniziate a fine marzo ma, a seguito del montare delle critiche e delle proteste per il ritardo rispetto ad altre regioni, dopo pochi giorni ha detto di essersi sbagliata e che sarebbe stata avviata a fine febbraio, tuttavia ancor oggi il piano vaccini non è di fatto partito regolarmente.
La gestione delle prenotazioni è stata affidata all'Aria (Azienda Regionale per l’Innovazione e per gli Acquisti), una Spa controllata dalla Regione che utilizza una piattaforma costata ben 22 milioni di euro ma che è andata in tilt fin dai primi momenti: non è possibile fissare appuntamenti e quasi sempre quando ci si riesce vengono poi annullati all'ultimo momento con messaggi sul cellulare. L'ospedale Niguarda è arrivato a convocare 900 anziani ultra ottantenni costringendoli a spostarsi anche di decine di chilometri per poi farli attendere inutilmente in coda per ore dato che i vaccini disponibili erano solo 600. Bertolaso, nel ridicolo tentativo di giustificarsi, ha giocato a scaricabarile addossando l'intera responsabilità sull'Aria che però, essendo pubblica, proprio a lui spetterebbe il compito di coordinare visto il ruolo che ricopre. E pensare che soltanto il mese scorso, poco dopo il suo insediamento, aveva annunciato in pompa magna che avrebbe garantito la vaccinazione a dieci milioni di lombardi prima dell'estate!
In realtà dietro al collasso del sistema pubblico sembrerebbe nascondersi anche un preciso progetto speculativo, infatti la giunta sta pensando di “risolvere” la situazione con grosse regalie ai privati chiedendo la disponibilità a strutture come il gruppo San Donato, il San Raffaele, la Multimedica, l’Auxologico e l’Humanitas a fare le vaccinazioni a fronte di rimborsi che sembra potrebbero arrivare fino a 15 euro a dose somministrata. Ancora una volta emerge quindi come vi sia una precisa volontà di non far funzionare il sistema pubblico e usare tale scusa per dirottare poi i fondi alla sanità privata.
Occorre al contrario utilizzare i soldi per rafforzare le strutture pubbliche con l'immediata assunzione a tempo indeterminato di medici e infermieri garantendo gratuitamente tamponi molecolari, test sierologici e vaccini per tutti.
Fontana non può restare un momento di più alla guida della Regione e assieme a tutta la sua giunta deve immediatamente rassegnare le dimissioni.

17 marzo 2021