Estratti della domanda di ammissione del pensionato ex docente Eugen Galasso di Firenze
“Il PMLI è l'unico Partito in linea con la lezione dei Maestri, coeso e coerente, tutto attorno al Comitato centrale e al Maestro Giovanni Scuderi, in cui vive un calore umano assoluto”
“Nel PMLI ho trovato veramente ‘casa e famiglia’, a livello ideologico come a livello umano”
 
 
Il primo intellettuale che entra nel PMLI

Il PMLI, come “Il Bolscevico”, ha accolto a braccia aperte il primo intellettuale che entra nel PMLI.
La Cellula “Nerina 'Lucia' Paoletti” di Firenze, di cui ora fa parte, approvando la sua domanda di ammissione tra l'altro ha scritto: “Siamo certi che averlo come membro del Partito, dal suo esempio e determinazione dimostrato nell’assolvere i suoi compiti affidatigli anche da ‘Il Bolscevico’, pur avendo gravi problemi di salute in base alle sue possibilità e capacità sarà stimolo e forza, potrà dare un grande contributo politico, ideologico e culturale, alle stesse compagne e compagni della Cellula”.
Questo nuovo membro del PMLI è il pensionato ex docente e ricercatore universitario Eugen Galasso di cui pubblichiamo qui di seguito degli estratti della domanda di ammissione al PMLI.
Ne ha fatta di strada intellettualmente e politicamente prima di arrivare al PMLI, partecipando per la prima volta alla Commemorazione di Mao dell'8 settembre 2013. Sulla quale ha espresso il seguente giudizio pubblicato nella rubrica Lettere de “Il Bolscevico”: “Ottimo discorso di Mino Pasca, che ritengo denso, chiaro e profondo al tempo stesso, privo degli orpelli che giustamente indicava, che sono fuorvianti e per i quali devo fare un 'mea culpa', una sincera autocritica, per le volte in cui li uso durante le conferenze, incontri, seminari, ecc., ma anch'io, almeno spero, sono un po' migliorato, anche dopo le importanti considerazioni del compagno”. Da allora non ha perso una sola Commemorazione di Mao, intervenendo a volte su invito.
Il 3 marzo 2014 ha avuto il primo incontro ufficiale col Partito e con “Il Bolscevico” cominciando quasi subito a scrivere articoli per esso. Alla celebrazione del 40° Anniversario della fondazione del PMLI ha ricevuto dalle mani del compagno Giovanni Scuderi il certificato di Collaboratore ufficiale de “Il Bolscevico”.
All'inizio di febbraio 2020 ha inviato a “Il Bolscevico” una autocritica spontanea sul suo passato revisionista considerandola “un piccolo passo sulla giusta direzione”.
Esattamente ad un anno da allora ha fatto il grande passo decisivo entrando nel PMLI, ritenendolo “l'unico Partito in linea con la lezione dei Maestri; coeso e coerente, stretto intorno al Comitato centrale e al Maestro Giovanni Scuderi, in cui vive un calore umano assoluto”. Come dice nella sua domanda di ammissione.
L'età avanzata e le gravissime condizioni di salute non gli consentiranno di fare delle attività politiche, ma potrà dare molto, sia a livello fiorentino sia a livello nazionale, sul fronte della cultura e del giornalismo, in maniera organizzata, programmata e centralizzata. In quanto militante del Partito non vedremo più il suo nominativo su “Il Bolscevico” ma la sua presenza la sentiremo lo stesso.
Speriamo che l'esempio del compagno Eugen Galasso possa servire ad altri intellettuali/e a invogliarli a entrare nel PMLI. In ogni caso auspichiamo che le e gli intellettuali antidraghiani accolgano il “calorosissimo appello” che ha lanciato loro il Comitato centrale del PMLI, nell'ambito del documento contro il governo del banchiere massone Draghi, a “valutare senza pregiudizi la posizione del PMLI su questo governo e, se lo ritengono di qualche interesse, si confrontino con noi per ricercare una intesa comune”.

 


Da studente avevo forti simpatie di sinistra, tanto da esibire in classe a 16 anni il "Libretto Rosso" di Mao, poi un periodo di crisi, anche esistenziale, con un'iscrizione al Partito Radicale nel 1977-1978, da cui sono uscito, avendo capito che il partito era "borghese", che la predicata "unità delle sinistre" (sempre e solo borghesi, peraltro) era fumo negli occhi. In seguito nessun impegno politico diretto, con l'eccezione di una candidatura alle elezioni comunali di Bolzano nel 1989 per "Democrazia Proletaria/Arbeiterdemokratie" come indipendente. In seguito simpatizzante di sinistra (generico, se vogliamo, ma sempre di una sinistra di classe), infine per ormai otto anni, simpatizzante del PMLI.

Nell'anno 2000 sono stato impegnato con il MOET (Movimento obiettori etnici, in quanto l'obbligo, vigente in provincia di Bolzano, di dichiararsi italiano, tedesco, ladino o "altro" lo trovo sintomo di una pericolosa tendenza "di destra", anche quando la giunta include il PD. Ero stato protagonista di uno sciopero della fame. In seguito (già nel 2001) il movimento è "morto", di morte lenta, possiamo dire... Culturalmente impegnato quale recensore teatrale, letterario e musicale, con un passato anche come critico cinematografico, e saggista. Come critico mi si rimproverava (in ambienti cattolici e conservatori) di essere un "maledetto rosso".
In passato ero un "credente" ma molto critico, con tutte le critiche del marxismo alla religione; formato, come tanti italiani, da cattolico, con simpatie per i "Cristiani per il socialismo" e poi invece tendenze gnostiche. Sono comunque sempre stato ipercritico rispetto all'esistenza di un Dio personale. Ho abbandonato la fede in maniera definitiva 17 anni fa.
In famiglia (ero figlio di un centrista non DC, a sua volta figlio di un socialista storico, di genitori complessivamente "conservatori di centro") ero complessivamente considerato un reprobo, con qualche scatto d'ira e varie punizioni; ero figlio unico, dunque facevo da parafulmine in varie situazioni.
A scuola (da scolaro) ho subìto forti critiche (e rimproveri) per aver firmato, a 15 anni, un manifesto contro la guerra in Vietnam, circostanza riemersa nel 1990 perché avevo partecipato a una manifestazione antimperialista.
A parte articoli di carattere specifico, pedagogico-clinico, recensioni letterarie e introduzioni di tale natura ad antologie e raccolte, ho scritto per quotidiani e riviste recensioni teatrali e musicali (jazz, blues, chansonniers, di cui mi sono occupato a lungo). Ho scritto libri di saggistica (musicali, letterari, di carattere storico-politico, in particolare su Lassalle, Jaurès, "l'austromarxismo"), qualche libro di racconti e poesie, ovviamente ho scritto saggi di carattere professionale, in ambito pedagogico-clinico e psicologico. Ma - ciò cui tengo molto di più - collaboro al "Bolscevico".
Il PMLI è l'unico Partito marxista-leninista, in linea con la lezione dei Maestri, che non rinnega la lezione di Stalin, non a caso "bestia nera" di tutti i revisionisti, che si impegna seriamente nella solidarietà con le altre forze marxiste-leniniste e sa riconoscere chi comunque si batte contro l'imperialismo, come ha dimostrato anche rispetto alla valutazione dell'IS/ISIS, di cui ha condannato le azioni terroristiche, riconoscendone però la volontà antimperialista. Idem per la non demonizzazione, anzi "ri-scoperta" dell'esperienza di Pol Pot in Cambogia, ma sono solo alcuni esempi.
Partito coeso e coerente, stretto intorno al proprio Comitato centrale e a quel vero sesto Maestro che è Giovanni Scuderi, nucleo potenziale e in pectore del proletariato come classe per sé. A livello umano e politico, un Partito che sa che cosa vuole, che conosce i nostri riferimenti ideali e sa come muoversi e a che cosa tende.
Direi anche che, conoscenza dello Statuto e dei testi dei Maestri a parte (ma certo, questi aspetti non sono separabili) nel PMLI c'è un calore umano assoluto, degno solo e in maniera eminente/esclusiva dei comunisti.
Sia il Programma sia lo Statuto costituiscono la perfetta applicazione del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, dove Programma e Statuto costituiscono la perfetta interazione dialettica tra teoria e prassi, dove lo Statuto invera organizzativamente quanto è nel Programma. Per non dilungarmi eccessivamente, scelgo un punto del Programma che mi sembra particolarmente importante e che comprende due paragrafi, il IV e il VI; il tema è un eventuale golpe (che poi sia militare o realizzato diversamente, con governi tecnici, ecc., il "prodotto" non cambia sostanzialmente, anche se cambia nelle modalità, ovviamente), che ci fornirebbe l'occasione per un'insurrezione ovviamente ben preparata, certo non casuale o "alla selvaggia", con precisa finalità rivoluzionaria, ossia di instaurazione della dittatura del proletariato. Anche la prosecuzione nel paragrafo VI, incentrato sul Fronte Unito Rivoluzionario, è fondamentale per individuare, sulla base peraltro, chiaramente, della Grande Rivoluzione d'Ottobre e di quella cinese, i nemici e gli alleati. Quanto allo Statuto, che ritengo fondamentale inveramento del Programma, trovo che sia l'unico vero Statuto possibile per un Partito marxista-leninista.
Ritengo importante l'articolo 12, comma 2. Ci mancherebbe altro che divenisse membro del Partito chi sfrutta il lavoro altrui, come è parimenti vero che l'accettazione del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, dunque del materialismo dialettico e di quello storico siano conditiones sine qua non per l'iscrizione al Partito. Altrettanto importante ribadire come non si nasca marxisti-leninisti ma lo si diventi operando, militando nel Partito.
Giudizio su PRC, PCI, PC, PCL e sui gruppi che si dichiarano "comunisti". Ecco, senza voler entrare in dettaglio (il che comporterebbe una "narrazione" o meglio un'analisi prolissa) direi che si tratti di gruppi che appunto, “si dichiarano comunisti" senza esserlo, dato che indulgono praticamente sempre al trotzkismo. Vedasi Marco Rizzo, PC, il più profilato anche mediaticamente: fa professione di anticapitalismo, ma poi non si dimostra tale nella prassi e nell'analisi dei fenomeni.
Alcuni suoi giudizi in politica estera lasciano francamente interdetti, per non dire altro. Il PRC, con la sua storia nettamente antistalinista, decisamente trotzkista, ha vissuto all'ombra di Bertinotti, tanto che la definizione scherzosa "Riaffondazione comunista" (ossia "Riaffondazione del comunismo") è complessivamente adatta. Idem per Potere al Popolo. Sono comunque gruppi coi quali è utile dialogare e collaborare nell'ambito del Patto d'Azione anticapitalista per il Fronte Unico di Classe, nell'immediato per mandare a casa il governo Draghi.
Il motivo vero, principale e quasi esclusivo di questa domanda di ammissione al PMLI è la seguente: da anni (settembre 2013) partecipo alle commemorazioni di Mao ma anche ad altre occasioni d'incontro con i compagni/le compagne (talora, quando mi è possibile, ed è possibile anche sul piano sanitario, recandomi in sede) e da queste occasioni ho sempre tratto profitto. Piena e convinta adesione al Programma e allo Statuto, come detto sopra.
Nel PMLI ho sempre trovato veramente "casa e famiglia". Ciò a livello ideologico come a livello umano, proprio perché tutti/e ci riconosciamo nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Finalmente, per citare (ma da marxista) Hegel, "vedo terra", nel senso dell'aver rimesso in piedi quanto (pensiero e quel po' di azione politica di cui sono capace), altrimenti, poteva essere "vagante".

17 marzo 2021