Conclusioni di Giovanni Scuderi alla 5a Sessione plenaria del 3° CC del PMLI tenutasi il 25 marzo 1990
Appoggiare sempre la verità, il giusto, il progressivo, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI
“Solo nella misura in cui ciascun marxista-leninista, a qualsiasi livello viene posto, riesce a unire la propria forza alla forza del Partito e della linea del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, fa un lavoro proletario rivoluzionario, fa un lavoro marxista-leninista, dà un contributo marxista-leninista”
“Continuare ad aver fiducia verso l'avvenire, il proletariato, il socialismo, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il PMLI”

Ripubblichiamo l'importante discorso del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, pubblicato per la prima volta su “Il Bolscevico” n. 14 del 1990.
Si tratta delle conclusioni da egli pronunciate “a braccio” il 25 marzo 1990 alla 5a Sessione plenaria del 3° CC del PMLI.
Il discorso, dopo essere stato sbobinato, è stato rivisto dall'Autore che gli ha apportato delle piccole modifiche per rendere più chiari alcuni concetti.. I titolini sono redazionali, così come il titolo originale “Fare bene la raccolta.
Alle compagne e ai compagni attenti, non sfuggiranno la ricchezza delle concrete indicazioni di lavoro contenute nel discorso, come usa da sempre fare il nostro “impareggiabile capitano”, come l'ha definito il compagno Mino Pasca nell'esprimere la sua entusiastica approvazione del documento del CC del PMLI sul governo del banchiere massone Draghi. E immaginiamo che non sfuggiranno i richiami a sostenere sempre la linea del PMLI contro le idee errate, a fare un buon gioco di squadra combattendo l'individualismo e a non perdere la fiducia nella causa del Partito e del socialismo, qualsiasi cosa accada a livello politico e personale.
Vecchi e nuovi militanti e simpatizzanti hanno tanta materia per riflettere sulla strategia, la tattica e lo stile di lavoro del nostro amato Partito e per fare un bilancio critico e autocritico del lavoro che compiono alla luce delle indicazioni del Segretario generale, le quali ci forniscono gli elementi se facciamo un lavoro corretto ed eventualmente rettificarlo. Dobbiamo essere veramente consapevoli che più forti siamo e agiamo come marxisti-leninisti, più forte e influente diventa il PMLI nella lotta di classe contro il capitalismo e il suo governo Draghi, per il socialismo e il potere politico del proletariato.
 

Quattro ringraziamenti
Care compagne e cari compagni, se me lo consentite vorrei iniziare con quattro ringraziamenti. Il primo lo vorrei rivolgere a tutto il Partito, in particolare ai membri dell'Ufficio politico e la Responsabile giovanile. Tutto il Partito, al vertice e alla base, in questi ultimi due anni, mesi e settimane è stato sottoposto a uno sforzo sovrumano. Nel corso di questo sforzo si sono verificati degli episodi, degli esempi, delle gesta da Lunga Marcia. E ciò perché tutto il Partito evidentemente capisce che questo è il suo momento, il momento dell'inizio della raccolta.
Il secondo ringraziamento lo vorrei rivolgere a voi tutti, membri e non membri del Comitato centrale, per i contributi che avete dato a questa importante Sessione. Contributi, che in certi casi sono stati eccellenti e rimarchevoli, espressi non solo dai membri dell'Ufficio politico e della Presidenza, non solo dai membri del Comitato centrale, ma anche dai compagni invitati, molti dei quali militanti di base del Partito. È vero che ci sono stati all'inizio l'ispirazione e l'impostazione del Rapporto del Segretario generale, ma è altrettanto vero che all'interno di quel Rapporto vi è stato un grande lavoro fatto da voi tutti che, in base alle rispettive competenze o settore di lavoro, avete affrontato e approfondito dei punti molto importanti. Questi vostri contributi hanno perciò contribuito al grande successo di questa importante sessione.
Ritorna il famoso discorso del capitano e dell'equipaggio: non è sufficiente avere in ogni riunione di Partito un buon Rapporto, che tuttavia costituisce la base e il fondamento del successo della riunione stessa. Accanto al Rapporto politico occorrono il coinvolgimento, la partecipazione, le idee, le proposte, l'esperienza dei singoli compagni i quali, rappresentando settori di masse giovanili, operaie, femminili, di contadini, di impiegati, di intellettuali, possono enormemente arricchire il bagaglio della conoscenza dell'umore e dei problemi che esistono nei vari ambienti in cui è presente il Partito. Solo così può crescere la cultura proletaria rivoluzionaria del Partito, può crescere l'unità e la collaborazione reciproca tra tutti i membri del Partito; senza di che non è possibile fare un lavoro politico di carattere marxista-leninista, conforme alla linea, ai metodi e allo stile del Partito marxista-leninista.
II terzo ringraziamento lo vorrei rivolgere al nostro proletariato, ai nostri giovani, alle nostre masse popolari che in questo periodo, in questa congiuntura internazionale e nazionale, ci hanno protetto e incoraggiati a tener ferme le posizioni di classe marxiste-leniniste. Senza di ciò anche noi saremmo crollati com'è crollato il muro di Berlino.
Il nostro proletariato, il nostro popolo, la nostra gioventù, in questa situazione internazionale inedita e così complessa, hanno dimostrato di avere una tempra, un carattere, una forza d'animo una determinazione che sembravano, per gli osservatori non molto attenti, non avere; comunque non si erano mai manifestate in queste proporzioni, con queste caratteristiche poiché mai siamo stati di fronte a una congiuntura internazionale di questo tipo. Per cui è stata una sorpresa, una gioia, una grande novità politica che ci ha fatto gioire, perché ci ha dimostrato come il nostro proletariato sia attualmente alla testa a livello internazionale e perché anche in questa circostanza si è potuto verificare che l'Italia è l'anello più debole della catena dell'imperialismo europeo e mondiale, anzitutto perché c'è questo proletariato, c'è questo popolo che hanno saputo esprimere, proteggere ed incoraggiare questo Partito, il Partito marxista-leninista italiano.
L'ultimo dei ringraziamenti Io vorrei rivolgere a voi tutti per i commoventi elogi, gli incoraggiamenti e gli apprezzamenti personali che avete fatto al "capitano", cioè al Segretario generale, che addirittura avete promosso chiamandolo col cognome, quasi per voler significare che il nostro Segretario generale si merita l'affetto, l'appoggio, la stima e il posto che gli ha dato il Congresso del Partito. Ma soprattutto vi ringrazio per il livello, per la forza con cui avete sostenuto il Rapporto che è stato presentato, poiché questa è in ultima analisi la cosa più importante: appoggiare sempre la verità, appoggiare sempre il giusto, appoggiare sempre il progressivo, appoggiare sempre il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, appoggiare sempre la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI.
 

La ricetta per far bene
Io in fondo, se ci pensate bene, che cosa ho fatto di diverso rispetto a quello che fate voi e che fanno tutti i militanti del Partito ogni giorno? Ho semplicemente svolto un compito che mi era stato dato dall'Ufficio politico. Ho compiuto nient'altro che il mio dovere, che mi è imposto dal Partito e dall'incarico che il Partito mi ha dato. Se quando si assolve un compito il risultato non è soddisfacente e di livello inferiore alle proprie possibilità è tutto il Partito che ne viene a soffrire, è un colpo che si infligge al Partito. Fare male un rapporto, fatte le debite proporzioni, vuol dire causare un danno al Partito, simile a quello che accade quando un compagno affigge in un posto sbagliato un manifesto oppure non sa fare Io strillonaggio, il volantinaggio, l'articolo per il giornale, più in generale insomma, quando non sa ricoprire degnamente il suo ruolo, i suo posto nella squadra.
Il nostro Partito è come una squadra di calcio che presenta però volta a volta questa caratteristica, ''undici giocatori in campo" non sempre uguali, una squadra che non solo ha delle riserve ma c'è tutta una struttura, un retroterra, c'è tutto un contorno, c'è tutta una assistenza che fanno vivere e operare la squadra che volta a volta scende in campo. E se fallisce il portiere fallisce tutta la squadra, se fallisce il terzino fallisce tutta la squadra, se fallisce il n. 10 fallisce tutta la squadra. Ma anche se falliscono quelli che stanno in panchina, non riscaldandosi bene i muscoli, o l'allenatore e il massaggiatore, o quelli che preparano le trasferte, le magliette, o sono addetti alle questioni logistiche, non assolvendo bene i loro compiti, è tutta la squadra che ne soffre e fallisce.
Il Segretario generale, che è il capitano della squadra, in questa circostanza cosa ci ha messo di suo? Non ha fatto altro che unire la sua modesta forza alla grande forza della linea del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Solo nella misura in cui ciascun marxista-leninista, a qualsiasi livello viene posto, riesce a unire la propria forza alla forza del Partito e della linea del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, fa un lavoro proletariato rivoluzionario, fa un lavoro marxista-leninista, dà un contributo marxista-leninista. Al di fuori di questo, con un altro atteggiamento da questo si può essere un Craxi, si può essere un Forlani, si può essere un Andreotti, si può essere un Gelli, si possono avere a livello personale qualità enormi, ma agli effetti d classe proletaria rivoluzionaria agli effetti marxisti-leninisti non dicono un bel niente. Questo è un concetto importante.
C'è un altro concetto importante che è stato applicato in questa circostanza, e spesso viene ribadito. Cioè quello di seguire tre fasi prima dell'azione. Cioè prima studiare, ricercare per bene tutti gli elementi dell'analisi, poi elaborare la linea, quindi stendere l'intervento, sintetizzo ovviamente. È importante impadronirsi individualmente e collettivamente della chiave delle tre fasi per operare bene nella pratica, il che significa applicare il materialismo storico e il materialismo dialettico quando ci troviamo ad analizzare una certa situazione e a risolvere un qualsiasi problema. In ultima analisi, il Segretario generale nel concreto, non in astratto, su un compito specifico non ha fatto altro che servire il Partito, la causa del socialismo e del proletariato, applicando la linea, le indicazioni e i metodi di lavoro del Partito.
Detto questo domandiamoci: che giudizio dobbiamo dare di questa Sessione? Come definirla? Quali attributi assegnarle? lo penso che la 5ª Sessione plenaria del 3° CC del PMLI sarà ricordata negli annali della storia del Partito come la Sessione della grande difesa del socialismo e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, i quali sono stati fatti risplendere in tutto il loro splendore. Questa è anche la Sessione del grande attacco alla repubblica presidenziale e al partito trasversale piduista e neofascista. Questa è la Sessione della grande proposta strategica ed elettorale marxista-leninista. Questa è la Sessione della grande risposta di classe a Gorbaciov e a tutti i traditori e rinnegati revisionisti dell'Est, dell'estremo Oriente, nonché ai neoliberali italiani. Questa è la Sessione della grande riproposta del PMLI quale Partito del socialismo. Questa è la Sessione del grande riarmo ideologico e politico del Partito. Quindi, in sintesi, questa e la Sessione della grande vittoria del proletariato sulla borghesia, del socialismo sul capitalismo, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo moderno.
 

La proposta elettorale del PMLI
La proposta elettorale dalla Sessione fa una chiarezza solare in campo politico e in campo elettorale, pone con evidenza quali sono le differenze e i caratteri della linea elettorale borghese e la linea elettorale proletaria. Mette perciò tutto il nostro po-polo, tutto l'elettorato in condizione di capire queste differenze, e di poter fare, purtroppo solo in alcune città data la limitatezza della nostra presenza geografica su scala nazionale, delle chiare scelte, di qua o di là, o per il capitalismo o per il socialismo. La proposta elettorale, è una proposta politica strategica, una proposta capace di creare migliori condizioni sul piano politico e sul piano organizzativo per la lotta delle masse contro lo Stato e le istituzioni rappresentative borghesi. A tutto l'elettorato noi offriamo nel concreto uno strumento politico e organizzativo, i Comitati popolari, per combattere giorno dopo giorno affinché le città siano governate dal popolo e al servizio del popolo. Questa linea elettorale, politica, che si sintetizza nel concetto marxista-leninista dell'autogoverno del popolo, noi la dobbiamo utilizzare di più. Non dobbiamo tirarla fuori solo ogni cinque anni, ma dobbiamo farla vivere concretamente nelle nostre opere, nel lavoro di massa, affinché volta a volta si aprano le menti, si faccia chiarezza e si diano occasioni e possibilità di applicazione.
Questa nostra proposta elettorale politica e organizzativa dei Comitati popolari non sarebbe valida, non potrebbe essere valida, se non la facciamo vivere in rapporto al programma amministrativo del Partito. Non si possono lasciare soli i Comitati popolari senza che si affianchi ad essi il programma amministrativo del Partito. Non basta avere a disposizione, come l'abbiamo, il programma amministrativo nazionale, ma occorre avere, come ha fatto la Cellula di Varallo, dei programmi amministrativi locali perché ogni città ha i suoi problemi, ha i suoi bisogni, ha le sue caratteristiche, ha le sue esigenze, e noi, come abbiamo detto più volte, ben difficilmente riusciremo a passare, a conquistare e allargare i consensi, se non ci produciamo nello sforzo di calarci concretamente nelle realtà locali.
Noi sappiamo, come Ufficio politico, come Comitato centrale e come Partito, che è estremamente difficile calarci nelle realtà locali da cui trarre quegli elementi, quei punti e quelle ispirazioni su cui elaborare dei programmi amministrativi. È difficile di per sé ma è difficile soprattutto perché le nostre forze non ci consentono materialmente, come in questa circostanza, di affrontare questo problema. Perché ci manca proprio il fiato, ci mancano i compagni che possono affrontare questo tipo di lavoro. Però detto questo va aggiunto che se non si riesce a fare tutto, qualcosa occorre pur essere capaci di fare. In ogni caso rimane il problema, rimane il principio, comunque deve essere chiaro che i programmi amministrativi locali sono una necessità per la vita e lo sviluppo del Partito.
 

Entrare dentro le contraddizioni
Se non ci si cala nelle realtà, la nostra linea generale non può bastare, e nemmeno quella elettorale nazionale. Occorre essere concreti, occorre saper rispondere esattamente ai problemi che vivono le popolazioni di ogni città. Si tratta di un campo nuovo, un campo che bisogna arare, che bisogna osare affrontare, sia pure con i mezzi e le possibilità materiali che abbiamo attualmente a disposizione.
Il compagno Ferruccio Panico (successivamente deceduto, ndr) ce lo ha insegnato: non si avanza nelle fabbriche se non siamo in grado di elaborare una proposta concreta che si misura con le altre proposte. Il compagno Erne ce l'ha insegnato: non è possibile spostare le "Pantere" a sinistra, sulle nostre posizioni, se non si ha nulla di concreto, di specifico da proporre a loro, e cosi è per la popolazione di ogni quartiere e di ogni città. La compagna Patrizia ce l'ha insegnato: non è possibile avanzare nel sindacato se non abbiamo delle proposte concrete da proporre. Il compagno X ce l'ha superinsegnato.
La pratica, l'esperienza del Partito, la linea di massa del Partito ce l'hanno insegnato: bisogna entrare dentro le contraddizioni, non solo quelle di carattere ideologico e teorico, non solo quelle di carattere politico, strategico e tattico, perché le nostre posizioni in merito sono utili, sono necessarie, sono fondamentali per conquistare l'avanguardia della classe operaia e i combattenti per il socialismo, ma per conquistare le grandi masse popolari occorre saper rispondere nel concreto ai loro problemi immediati, e cosi emergere effettivamente come i loro rappresentanti. Ecco la funzione e il compito del programma amministrativo. Questo problema rimane ancora aperto e noi lo dobbiamo risolvere, probabilmente lo risolveremo gradualmente, via via che il Partito si rafforza e si allarga nelle città dove è presente.
In questa tornata elettorale ci troviamo di fronte a tanti inganni, a tanti tentativi per recuperare la fiducia delle masse. Il Rapporto ha dato il suo contributo, ma anche voi avete dato dei contributi importanti, là dove si è citato da più parti l'esempio e la funzione della giunta Orlando alla quale si legano per esempio il movimento della “Città per l'uomo” e i cosiddetti "Patti federativi" tra il PCI di certe città con settori di masse cattoliche e democristiane. Quello che si predica da parte di Orlando, Sorge, Pintacuda, è che i palazzi, come quello di Palermo, possono essere aperti anche materialmente alle masse popolari quando le giunte sono in mano a figure come Orlando appunto, e questo rappresenta un grave inganno, una nuova e pericolosa manovra di carattere elettorale e politica fuorviante. Si cerca infatti sul terreno democratico borghese di offrire delle alternative alla triplice crisi che investe il nostro Paese. E perciò si promuovono "Patti federativi" incentrati sull'uomo e sull'inganno di "aprire i palazzi alla popolazione". Ma "aprire i palazzi alla popolazione" non ha alcun senso politico rivoluzionario, se non significa l'esercizio del potere effettivo, concreto, da parte del proletariato e dell'intera popolazione.
Noi abbiamo dato in questa Sessione un colpo durissimo a Gorbaciov, divenuto il nuovo zar del Cremlino sotto le vesti del presidente della repubblica. La situazione cambia velocissimamente. Costui si presentava in una prima fase come un grande liberale, un grande democratico, come un grande pacifista e non-violento, ma nel volgere di poche settimane, di pochi giorni, ha assunto la faccia del carro armato, e noi siamo in grande trepidazione per quello che può succedere al popolo lituano al quale va fin da adesso la nostra stima e la nostra solidarietà. Nella pratica vediamo come i revisionisti sovietici divenuti neoliberali, dopo aver perduto le sembianze fasciste, modificano ancora una volta il loro atteggiamento, secondo le necessità di Stato della borghesia che rappresentano, rivestendo rapidamente i panni fascisti, i panni repressivi imperialistici.
 

Iniziata la raccolta
La liquidazione del PCI, come è stato sottolineato, ha aperto la fase della raccolta marxista-leninista. Dopo una lunga semina durata per pochi di noi 23 anni, per la maggioranza di noi 3 anni, ma che si è fatta sempre più stringente col ventennale dello storico Sessantotto, e ancor più dopo il discorso della Bolognina di Occhetto nel novembre del 1989, in un quadro che fin dal 25 novembre 1987 vede cambiato il rapporto tra il PMLI e il proletariato e le masse popolari, attraverso tanti chiari segnali si è visto concretamente che siamo entrati nella fase della raccolta. Ab-biamo fatto una buona semina, siamo stati, io credo, dei buoni e instancabili seminatori di serie A, stupendi, ma ora si è aperto un altro problema, quello di essere dei bravi raccoglitori di nuovi militanti, di nuovi simpatizzanti, di nuovi amici.
Ma cosa dobbiamo fare per diventare degli ottimi raccoglitori? Anzitutto migliorare la qualità dei militanti e delle organizzazioni del Partito. Questo significa che dobbiamo studiare di più, questo significa che dobbiamo applicare di più e meglio e più concretamente la linea del Partito, questo significa che dobbiamo articolare, motivare, argomentare, giustificare, dare un fondamento scientifico a tutte le nostre posizioni, e ad ogni livello. Dal Comitato centrale e dall'Ufficio politico, dalle istanze e dai vari settori, dall'intervento fondamentale e decisivo de “Il Bolscevico”, ottimamente diretto dal compagno Mino e che ha uno staff dirigente all'altezza della situazione, e un gruppo redazionale che ha già fatto dei grandi sforzi, ma che evidentemente deve fare un salto di qualità per arrivare a questa altezza e per dare un contributo ancor più grande. In particolare a livello della Redazione si deve essere capaci di spiegare, di sostenere, di argomentare e motivare la linea politica del Partito e di darle una base culturale.
La fase della raccolta sarà bella ed entusiasmante. Siamo però all'inizio di questa fase, un inizio lungo tanto quanto durerà l'atto definitivo della liquidazione politica e organizzativa del PCI.
 

Due pericoli
Comunque non sarà tutta rosa e fiori perché avremo di fronte almeno due pericoli: uno è costituito dal rischio che alla fine di quest'anno, cioè dopo il dissolvimento del PCI, si crei un "nuovo partito comunista", che logicamente verrà nel nostro spazio e cercherà di cancellarci come Partito. Sarà perciò una lotta dura, difficile, complessa che richiederà un'alta qualità dei militanti, anche di base oltre che dei dirigenti, nonché delle organizzazioni, perché non si potrà mai fare una raccolta in termini soprattutto di proselitismo, in termini di militanti, se tutti i membri del Partito, anche i compagni di base, non saranno in grado di dare le risposte di ordine ideologico, politico, strategico, tattico, programmatico di cui hanno bisogno i combattenti per il socialismo, di cui hanno bisogno tutti coloro che da sinistra usciranno dal PCI e che magari rischieranno ancora una volta di essere inglobati, ingabbiati e fagocitati dal "nuovo partito comunista". Bisogna perciò che tutto il Comitato centrale si collochi all'altezza dell'Ufficio politico, che tutto quanto il Partito si elevi all'altezza del Comitato centrale, perché tutti abbiamo il dovere impellente di essere in grado di spiegare, di illustrare la linea politica del Partito e di smascherare le posizioni errate e le trame controrivoluzionarie.
Accanto a questo pericolo ve ne è un altro, ed è costituito da un possibile attacco violento e infame contro il PMLI. Dal momento in cui si è aperta la fase della raccolta marxista-leninista, si è aperto per il partito trasversale piduista e neofascista il problema dell'atteggiamento da tenere verso il PMLI. Cosa farà questo partito per liquidarci? Farà dei tentativi solo ed esclusivamente sul piano sindacale, e il compagno X ne sa qualcosa, e sul piano poliziesco e giudiziario, oppure si macchierà di atti criminali e criminosi? Le nostre sedi continueranno a rimanere in piedi? I nostri dirigenti e i nostri militanti potranno tranquillamente e liberamente circolare nelle città? Che cosa accadrà? Non lo sappiamo e non lo possiamo sapere concretamente, però bisogna essere preparati ad affrontare questo problema e questo pericolo. Bisogna già fin da adesso alzare la vigilanza rivoluzionaria, bisogna essere consapevoli di questo pericolo, bisogna allertare tutto il Partito, bisogna prendere le misure che si possono prendere.
Questi sono i due pericoli maggiori, tuttavia la battaglia di maggio è un'ottima occasione per farci conoscere, per ottenere nuovi consensi politici, nuovi militanti, nuovi simpatizzanti, nuovi amici. Che arriveranno, come ho detto e ripeto, nella misura in cui noi sapremo, come Partito complessivamente e come singoli militanti ed istanze, conquistarli.
Vorrei terminare scusandomi veramente perché sono stato molto lungo, se fossi riuscito a scrivere questo discorso vi avrei evitato tutta questa fatica.
Vorrei infine rivolgervi due in viti. Continuate ad aver fiducia verso l'avvenire, verso il proletariato, verso il socialismo, verso il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, verso il PMLI. Senza mai escludere uno di questi elementi da tutti gli altri poiché essi hanno un valore decisivo solo nella misura in cui riescono a rimanere in rapporto tra di loro. L'altro invito è che pensiate sempre al Partito, al proletariato e alla causa del socialismo, sotto qualsiasi congiuntura, in qualsiasi situazione anche di carattere personale e familiare vi troviate. Solo se continuiamo ad essere abbarbicati al Partito, al proletariato e alla causa, noi usciremo vincitori in tutte le battaglie sia elettorali, sia politiche e sia personali. Auguri di buon lavoro.
Io spero e mi auguro di poter continuare a servire il Partito.

17 marzo 2021