Invece di chiedere la verità sull'assassinio di Giulio Regeni
I governi Gentiloni e Conte 1 addestravano la polizia del boia Al-Sisi

Da anni la magistratura italiana è impegnata, in mezzo a mille ostacoli frapposti dal
governo egiziano, a far luce sulle responsabilità del brutale assassinio di Giulio
Regeni e i genitori unitamente alla stragrande maggioranza della popolazione del nostro Paese chiede a gran voce a tutti i governi che si sono succeduti di fare pressione sul feroce regime del Paese nordafricano affinché collabori alle indagini, ma si è scoperto recentemente che ben due governi di segno politico diverso, quello di Paolo Gentiloni sostenuto dal PD e quello del primo governo Conte sostenuto da M5S e Lega, hanno addirittura permesso alle forze di polizia dell'Egitto di addestrarsi in uno dei più importanti centri di formazione della polizia di Stato italiana.
Le attività di formazione dei poliziotti egiziani in Italia furono disposte dal governo Gentiloni, tanto che l'allora ministro degli Interni, Marco Minniti, incaricò due direzioni generali del suo dicastero, la direzione centrale servizio di immigrazione e la direzione centrale istituti di istruzione della polizia di Stato, di organizzare la trasferta e la permanenza in Italia degli agenti del Paese mediorientale, che vi provvidero con note rispettivamente del 20 febbraio e del 21 marzo 2018.
Il 24 marzo 2018 Gentiloni rassegnò le dimissioni e restò in carica per gli affari correnti fino al 1° giugno 2018, quando si insediò il primo governo guidato da Conte, e la prima attività di addestramento in territorio italiano si svolse dall'8 al 20 aprile 2018, quando una ventina di ufficiali della polizia egiziana vennero ospitati dalla polizia di Stato, il cui personale specializzato fornì loro corsi di aggiornamento
teorici e pratici presso il centro di addestramento e istruzione professionale di Abbasanta, in provincia di Oristano.
Un secondo corso si svolse poi tra il 14 gennaio e il 2 febbraio 2019, anche stavolta ad Abbasanta, a favore di una trentina tra ufficiali e agenti egiziani, e anche stavolta personale della polizia di Stato italiana provvide al corso di addestramento.
Altri cinque corsi sono poi stati effettuati, a favore delle forze di polizia egiziane, presso la scuola superiore di polizia di Roma tra il 2018 e il 2019.
Se si considera che la Procura della Repubblica di Roma aveva iniziato le indagini sull'omicidio di Regeni all'indomani del ritrovamento del suo cadavere, a febbraio 2016, e che già nel 2017 emergevano chiare responsabilità di agenti dei servizi segreti egiziani (tanto che a dicembre 2018 lo stesso ufficio giudiziario avrebbe iscritto nel registro degli indagati cinque funzionari della National Security Agency ), il governo Gentiloni e il primo governo Conte - anziché fare passi ufficiali nei confronti del regime egiziano al fine di agevolare la ricerca di verità della Procura di
Roma sulla morte del nostro connazionale – si sono assunti la responsabilità,
insieme alla polizia di Stato italiana, di avere fornito supporto tecnico ad aguzzini in divisa che, al soldo del regime del boia Al-Sisi, usano quotidianamente il pugno di ferro contro cento milioni di egiziani, e basterebbe a ricordarlo soltanto il caso del giovane studente all'Università di Bologna, Patrick Zaky.

24 marzo 2021