Nell’ambito dell’inchiesta sulla partecipata Sma Campania
Dirigenti pubblici e poliziotti arrestati per disastro ambientale e corruzione
Indagato anche l’ex consigliere regionale Passariello (FI). Silenzio di De Luca

Redazione di Napoli
Il 23 febbraio scorso il Giudice per le indagini preliminari Vincenzo Caputo ha emesso una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di un'inchiesta avviata dalla Procura di Napoli su alcune attività losche della Sma Campania, la società cosiddetta in house della Regione che si occupa di risanamento ambientale.
Ben 28 gli indagati per i quali il Tribunale ha stabilito tre arresti in carcere, quattordici arresti domiciliari e due sospensioni per sei mesi dall'esercizio delle funzioni pubbliche. Coinvolti dirigenti pubblici e rappresentanti delle “forze dell’ordine”, in particolar modo poliziotti, e anche l’ex consigliere regionale Luciano Passariello, all’epoca tra i fascisti di FdI e oggi in FI, accusato di tentata corruzione. Le ipotesi di reato più gravi sono disastro ambientale e corruzione relativamente ad un'inchiesta che nel 2019 riguardò anche il figlio dell’attuale governatore della Campania, Roberto De Luca - la cui posizione fu poi archiviata -, sullo sversamento di fanghi prodotti dai depuratori in mare che produsse un grave inquinamento nelle coste campane.
L’indagine, coordinata dal procuratore Giovanni Melillo con i pm Henry John Woodcock e Ivana Fulco, vede Luigi Riccardi, coordinatore degli impianti di depurazione della Sma ed Errico Foglia, direttore del depuratore di Acerra, che vengono intercettati a febbraio 2018 e parlano dei fanghi prodotti dai depuratori di Acerra e Marcianise che invece di essere smaltiti vengono gettati in mare.
A loro si aggiungono le attività illecite del dirigente della Regione Lucio Varriale e del dipendente della Sma Agostino Chiatto, coinvolti con il plurinquisito imprenditore Giovanni Caruson, già detenuto per droga. Nel corso della perquisizione a casa di un altro imprenditore, Salvatore Abbate, è stata sequestrata una somma di denaro in contante non ancora quantificata custodita in pacchi, sicuramente milioni di euro, secondo gli inquirenti. Per i rapporti illeciti di rilevanza penale è finito agli arresti domiciliari per corruzione il sostituto commissario di polizia Vittorio Porcini con riferimento a rapporti proprio con Abbate. Porcini, che aveva funzioni nella zona est di Napoli, nel quartiere popolare di Ponticelli, è tristemente conosciuto dalle masse per i suoi atteggiamenti antidemocratici che si sono manifestati provocatoriamente anche contro gli occupanti delle case, accusati e denunciati più volte per “illegalità”.
Nelle pagine dell’ordinanza del giudice Caputo si può leggere che Varriale, Chiatto e Passariello si sarebbero fatti promettere somme di denaro per favorire una cordata di imprenditori nel servizio di smaltimento dei fanghi.
Silenzio assoluto, invece, nonostante l’inchiesta avesse sfiorato la sua famiglia e coinvolto una partecipata della Regione, da parte del governatore De Luca che non ha valuto commentare l’accaduto.

24 marzo 2021